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Alla ricerca del sentiero senza rifiuti

di - 09/02/2024

Alla ricerca del sentiero senza rifiuti - Trash Free Trails - cover

Con la spazzatura in aumento ovunque, l’associazione britannica Trash Free Trails è in missione per valutarne l’impatto anche sui luoghi più remoti e selvaggi

Fermatevi a pensarci un attimo: siete sempre a pochi metri da un rifiuto. Verità assoluta o meno, quello che è certo è che la spazzatura è praticamente ovunque nel mondo, con sostanze chimiche e microplastiche trovate nei luoghi più remoti, Antartide incluso.

Quelle che erano distopie della più raffinata letteratura fantascientifica, ora si stanno tramutando realtà. Non è così difficile immaginare immense discariche a due passi da smisurati agglomerati urbani prossimi alle megalopoli.

Gli appassionati di videogame hanno ben presente alcuni paesaggi di quel capolavoro che risponde al nome di Cyberpunk 2077. Passando a un’industria più mainstream come quella cinematografica, invece gli esempi abbondano, anch’essi sottilmente inquietanti per il senso di vicinanza che ci trasmettono. Senza andare a parare nella Sci-Fi, riguardatevi ‘The Millionaire (slumdog millionaire)’ del mitico Danny Boyle, e riflettete…

Altra notizia che fa riflettere, è il ritrovamento di rifiuti anche su Marte: non una vecchia bottiglia di prosecco ma una coperta termica, avvistata dal rover Perseverance della NASA. Il fatto che il Perseverance abbia lasciato cadere la spazzatura non è importante, quello che è fastidioso è che non ha avuto in seguito la possibilità di recuperarla.

Ma cosa succede sulla Terra, e più precisamente nella nostra cara Italia? I rifiuti hanno invaso ogni spazio selvaggio o naturale che visitiamo? È vero che dove passano persone, troviamo una lattina di Red Bull, la carta di una barretta, la bustina vuota di un integratore, o un più comune involucro di caramelle gommose Haribo?

Qui entra in gioco Trash Free Trails – finalmente ci siamo arrivati! – il cui compito è scoprire come risolvere questa annosa e fastidiosa – eufemismo – questione. Nata nel 2017, l’associazione britannica ha lanciato una sorta di chiamata alle armi per gli appassionati di mountain bike affinché non lascino alcuna traccia, per poi passare a incoraggiare tutti noi a pulire i sentieri che percorriamo e a segnalare ciò che troviamo. Tuttavia, per risolvere il problema dell’abbandono dei rifiuti, soprattutto della plastica monouso che tra le altre cose è diventata illegale (finalmente!), ci vuole qualcosa di più… molto di più. Per questo motivo, l’estate scorsa Trash Free Trails ha promosso una nuova campagna chiamata Purposeful Adventure, che ha aiutato a mettere in contatto le persone con la natura e ad andare all’aria aperta con l’intento di lasciare un segno positivo.

Lo scopo è semplice e importante al tempo stesso: capire quanto è esteso l’inquinamento da monouso. Perché in realtà – e per assurdo – sappiamo molto di più sullo stato dei nostri oceani, con le microplastiche trovate anche a due passi dall’Antartide, ma relativamente poco sulla superficie terrestre su cui viviamo.

Trash Free Trails vuole cambiare lo stato delle cose, con progetti di ricerca scientifica, “partecipati” dalle comunità locali coinvolte, per raccogliere dati nel Regno Unito, dove è nata e dove opera con maggiore impegno. Una vera e propria missione al servizio della natura.

Alla ricerca del sentiero senza rifiuti - Trash Free Trails - Mondiali MTB XC 2023 Glentress
Trash Free Trails ha collaborato con l’organizzazione dei Mondiali MTB XC 2023 di Glentress, Scozia, per un evento sostenibile dal punto di vista ambientale – foto: Pete Scullion

Conosci l’ambiente

La situazione non è così tragica, per fortuna… o almeno, non lo è ancora. A volte è molto difficile trovare rifiuti lungo sentieri, mulattiere e sterrate. Tuttavia, almeno per il mio caso che frequento anche percorsi collinari in zone a forte densità agricola – tra Colli Tortonesi e Oltrepò Pavese, dove regnano vigne e frutteti – è facile trovare qualche frammento metallico o di plastica, più legato all’agricoltura che a un uso ricreativo.

Questo è incredibilmente rincuorante per chiunque ami i luoghi selvaggi di questo splendido e unico Paese che risponde al nome di Italia.

Ma riflettete un attimo: questo capita anche perché determinati luoghi sono frequentati da poche persone. È un bene e un male al tempo stesso. Da un certo punto di vista, aree a forte vocazione turistica outdoor non presentano alcun segno di infrastrutture ricreative. Si trovano solo alcuni sentieri segnalati, e poi più nulla. La sensazione è che siano zone al tempo stesso belle e depresse.

Luoghi che in ogni caso meritano di essere conosciuti, per entrare in contatto con essi, comprenderne la storia, e le possibilità di fruizione. Con gli annessi e connessi del caso, tra cui una frequentazione non sempre “educata” e responsabile.

Conoscere l’ambiente che si frequenta è importantissimo perché, come ricorda il noto divulgatore britannico Sir David Attemborough:

“nessuno proteggerà ciò che non gli interessa; e nessuno si preoccuperà di ciò che non ha mai sperimentato”

A questo proposito, condivido anche il pensiero di Trash Free Trails, la volontà che il maggior numero possibile di persone sperimenti la natura selvaggia. Certo, Sir David e le persone virtuose come lui non lasceranno mai rifiuti.

Ma più sperimenteremo e ci prenderemo cura di un luogo, più lotteremo per proteggerlo e più ci sentiremo spinti a diffondere il messaggio.
Alla ricerca del sentiero senza rifiuti - Trash Free Trails - infografica Stay Safe
Infografica di TFT con i consigli su come ripulire i sentieri dalla spazzatura

La nostra avventura

Raccogliere rifiuti su una cresta montuosa sotto la pioggia battente non è l’idea che tutti hanno di un momento piacevole, ma ci sono molte avventure che non sono così estreme. Trash Free Trails sta facendo appello a quante più persone possibile per partecipare al nuovo progetto TrashMob che nel 2024 vedrà riproporre la campagna Purposeful Adventure in estate (qui la roadmap e tutti i dettagli). Ritornano anche le collaborazioni prestigiose con Trek, Bosch e Red Bull tra i tanti, oltre a quella con la rinomata piattaforma e community Komoot per la condivisione delle proprie esperienze a contatto e a protezione della natura.

Condivisione e collaborazione sono fondamentali, anche e soprattutto in questo ambito, dove c’è sempre bisogno di altre persone coinvolte. Che si tratti della comunità di biker locale, della propria famiglia, o della cerchia di amici, il fatto che le persone facciano parte di qualcosa più grande di loro è una delle chiavi per il successo di queste e altre iniziative legate alla pratica sportiva rispettosa dell’ambiente.

Si tratta di pedalare e allo stesso tempo di sviluppare atteggiamenti ambientali positivi, i legami con la natura e la comprensione del problema dei rifiuti.
Alla ricerca del sentiero senza rifiuti - Trash Free Trails - infografica Leave a Positive Trace
Il progetto Purposeful Adventures di Trash Free Trails ritornerà anche nel 2024. In questa infografica i consigli su come lasciare una traccia positiva quando si pratica la propria attività outdoor preferita: bici, corsa, o semplice trekking a piedi.

Intervista a Mario Presi, co-fondatore di Rifiuti a Pedali

Sei da sempre nel mondo della bici, ma da qualche tempo sei diventato anche un’attivista per promuovere la pulizia dei sentieri e la pratica “sostenibile” del mountain biking. Come è nato tutto questo?

Subito dopo il mio rientro ufficiale nel 2020 a casa, nella provincia di Padova – zona termale di Abano Terme e Montegrotto Terme -, dopo circa 20 anni vissuti tra Londra e Chamonix. Uscivo in MTB tutti i giorni per riscoprire i bellissimi e iconici sentieri dei Colli Euganei ma da subito, dalla prima uscita, notai il totale abbandono e noncuranza di alcune aree di accesso ai sentieri più “battuti” da ciclisti di ogni genere, hiker, trail runner, dog walker, horse rider, gente in moto, in auto, ecc. Sporcizia di qualsiasi tipo buttata qua e là… i soliti sospetti: fazzoletti di carta, incarti di barrette energetiche e gel (le marche più conosciute e vendute praticamente ovunque, anche al discount).

Mi sono detto “ma è possibile che tutta questa gente non vede ciò che vedo io? È mai possibile che nessuno non muova un dito?”

Quelle due domande sono state sufficienti per far scattare in me quella scintilla di responsabilità, condita con una buona dose di OCD (Obsessive Compulsive Disorder) per la pulizia e l’ordine. Per fortuna, quel pomeriggio di ormai quattro anni fa, avevo con me nel mio zainetto MTB, un sacchetto di plastica, e così, ho iniziato a raccogliere tutto ciò che vedevo e che ho potuto.

La cosa che mi ha dato più fastidio, ahimè, è stato il TOTALE menefreghismo di chi passava a piedi o in bici. Da quel giorno, porto sempre con me almeno due sacchetti e guanti di gomma, e puntualmente a ogni uscita sia in MTB sia su gravel, raccolgo cartacce e altro, documentando fotograficamente le mie azioni.

Due anni fa circa, assieme a un amico (Alessandro Papa – @aroundwithale) abbiamo creato Rifiuti a Pedali, un esperimento – chiamiamolo così – con lo scopo di informare, stimolare e “smuovere” i ciclisti (ma anche qualsiasi altro utente Outdoor) di qualsiasi disciplina e livello, a iniziare a fare la cosa giusta: raccogliere almeno un pezzo di spazzatura, scattare una foto e postarla sui social taggando #rifiutiapedali.

Alla ricerca del sentiero senza rifiuti - Trash Free Trails - Rifiuti a Pedali 01
Uno dei tanti esempi mostrati da Mario Presi durante le uscite in mountain bike nel Finalese, dove opera come guida

Cosa pensi di Trash Free Trails? Pensi che possa davvero prendere piede in Italia?

Conosco e seguo i ragazzi di TFT praticamente dall’inizio del loro progetto innovativo. Mi ha colpito il nome del progetto da subito, Trash Free Trails (Sentieri Liberi da / Senza Spazzatura). Sono nati in UK e forse proprio per questo riesco a capire veramente la loro missione: “to (re)connect people with nature through the simple yet meaningful act of removing single-use pollution wild places”. Traduzione: per ri-connettere le persone con la natura attraverso un atto, semplice in sé ma dal significato enorme, di rimozione di spazzatura e sporcizia “monouso” dagli spazi verdi e selvaggi (il nostro amato Outdoor).

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Basta davvero poco per cambiare – in meglio – il nostro impatto sull’ambiente che ci circonda

L’impatto che questa semplice azione può avere su una persona e la comunità nella quale vive, lavora e contribuisce alla propria cura, è enorme. Non è tanto il “raccogliere sporcizia” ma il gesto in sé che può cambiare la nostra mentalità e modo di vedere i nostri spazi Outdoor.

Certo, TFT sta lavorando da diversi anni con risultati sorprendenti e di grandissimo impatto sociale e mediatico. Il loro “state of our trails report” 2023 ha ricevuto moltissima attenzione dai media Inglesi – inclusa la BBC e testate giornalistiche nazionali – e internazionali anglofoni.

In Italia, la cultura del rispetto verso “l’outdoor” e la natura in generale è visto e vissuto come un concetto astratto. Non viene dato nessun peso e importanza a questo valore, e i risultati sono palesi. Cambiare si può, basta volerlo.

Alla ricerca del sentiero senza rifiuti - Trash Free Trails - Rifiuti a Pedali 02
Reperto archeologico, o quasi… una tabella di una vecchia edizione delle Enduro World Series

Qual è la problematica più grande nel praticare il proprio sport preferito in mezzo alla natura?

Potrei semplicemente rispondere: la mancanza di rispetto e la completa assenza di responsabilità. Da quando vivo e lavoro nel Finalese, ho avuto modo di esplorare il territorio in lungo e in largo. La bellezza dei sentieri e dei diversi tipi di bosco, dei panorami mozzafiato e scorci di paesini arroccati su cucuzzoli di spuntoni di roccia (Castelvecchio di Rocca Barbena, per esempio). Tutta questa bellezza ha come comune denominatore il passaggio dell’uomo.

Infatti mi è capitato sovente di pedalare in salita su asfalto (o strada gravel) con la MTB “muscolare” per raggiungere sentieri nuovi da esplorare, fermarmi nei pressi di un tornante per una pausa… e ammirare lo scempio vergognoso che giace nascosto giù per la scarpata. Mini discariche dove non dovrebbero esistere, eppure… eppure ci sono persone ancora oggi nel 2024 che non hanno rispetto.

Quali sono secondo te le iniziative più semplici ed efficaci per la sensibilizzazione su questo importantissimo tema?

Molto semplice: chi leggerà questo articolo fino a questo punto è già sulla strada giusta. Qualsiasi situazione è una buona occasione per raccogliere una cartaccia, o comunque qualsiasi pezzo di sporcizia monouso, e gettarla nel cestino. A passeggio per la città, nel parco sotto casa, sui sentieri, al mare, sull’argine del fiume, ecc.

L’indifferenza è una brutta abitudine ma con piccoli gesti, le cattive abitudini si possono cambiare… un pezzo raccolto alla volta (one piece of trash at a time).

[foto: Trash Free Trails e Mario Presi]

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.