Arriviamo dal caos nell’industria ciclistica, tra mega negozi online in amministrazione controllata, importanti riduzioni di prezzo, team che chiudono e atleti in cerca di nuovi contratti, e una sostanziale calma piatta in fatto di novità. Infatti, se in passato l’innovazione tecnica ci ha portato tendenze rivoluzionarie come la geometria progressiva, le ruote da 29 pollici, le bici Mullet, i reggisella telescopici integrati, le trasmissioni a singola corona e il sistema di trasporto integrato nel telaio – tutte cose che oggi diamo per scontate – al momento l’unico vero trend che sta influenzando il design delle bici è il cambio posteriore SRAM Eagle Transmission T-Type che si innesta direttamente sul telaio compatibile UDH (forcellino universale).
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Industria ciclistica
Si stringe la cinghia
L’industria ciclistica continuerà a cercare di risparmiare sui costi. Gli atleti e gli ambassador saranno tagliati fuori, i contratti saranno ridimensionati, e le squadre sponsorizzate si arrangeranno con budget ridotti all’osso.
Overstock, tu quoque?
Telai, componenti, accessori e biciclette intere: l’industria ciclistica si trova con un mucchio di prodotti che ha pre-ordinato nel corso della pandemia da Coronavirus, tra 2020 e 2021. Tutto questa eccedenza è molto costosa da tenere ferma nei magazzini. La domanda sorge spontanea: se si vende tutto a poco prezzo, chi comprerà poi le giacenze del 2023/24, ordinate nel 2021 prima di rendersi conto di non averne bisogno? Se invece si cerca di vendere con calma e si resta con le rimanenze del 2023/24, a un certo punto anche lo stock del 2024/25 comincerà a diventare un problema. Ci sono troppe giacenze di magazzino in giro per il mondo e ogni modo di spostarle comporta un costo.
Infatti, sarà difficile se non impossibile riciclare una bici, perché il costo per separare tutti i pezzi sarà troppo alto. Quindi, seguendo un approccio puramente utilitaristico, l’eccedenza sarà distrutta e sepolta… o forse questo starà già accadendo, a nostra insaputa (fa impressione il “cimitero delle biciclette” in Cina, in quello di Shenzen si stima ci siano 200 mila bici elettriche provenienti dai bike sharing).
Fermatevi a pensarci solo un attimo: se dovesse accadere, e se dovesse essere scoperto, diventerà rapidamente una notizia bomba, ripresa anche dai media al di fuori del ciclismo.
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Agonismo
World Cup MTB: bicchiere mezzo pieno
Sembra che ci sia qualcosa che non va nella massima serie mondiale dedicata al mountain biking, soprattutto sul lato Enduro e Downhill. Non riesco a ricordare l’ultima volta che mi sono imbattuto in una buona notizia sulla Coppa del Mondo, a parte il fatto che, per quanto riguarda la discesa, lo spettacolo offerto a livello mediato è stato migliore che mai (paywall a parte).
Il modo in cui seguiamo la mountain bike sugli schermi di smartphone e computer è comunque cambiato, e sta cambiando. Red Bull manca a tanti, e chi ha preso il suo posto deve ancora capire molto per far funzionare bene le cose. Anche se parlare male di Warner Bros. Discovery e UCI, adesso sembra come sparare sulla Croce Rossa.
Ne ho già scritto in più occasioni – l’ultima, a proposito di Enduro, qui – e alla fine penso che dovremmo guardare al bicchiere mezzo pieno. Al fatto che quello che sta accadendo sia un’opportunità da cogliere invece di una perdita su cui versare lacrime.
È vero, il diabolico duo UCI e Warner Bros. Discovery non ha portato – almeno finora – a quello che molti si aspettavano, in parole povere a un vero e concreto cambiamento in meglio. Ma alla fine, si stanno creando nuove possibilità nello spazio lasciato vuoto dalla proposta mediatica e agonistica.
Invece di continuare a lamentarsi, a fasciarsi la testa prima di essersela definitivamente rotta, sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche e riempire questo vuoto. Nel mondo del mountain biking e del ciclismo in generale esistono molte persone brillanti, qualificate e con la giusta esperienza per creare un’alternativa seria alla World Cup MTB.
Una Coppa del Mondo che, giustamente, si sta spostando verso la creazione di un vero e proprio movimento Elite al pari di altri sport, lo sci e il ciclismo su strada ad esempio: i migliori che lottano per titoli e podi sui percorsi migliori, vedi anche alla voce Tour de France e i Grandi Giri in generale per il movimento road. Per tutti gli altri, dagli amatori ai privati di alto livello, ci deve essere una valida alternativa, grandi gare a livello nazionale e continentale. Che possano essere una sfida per tutti, e che funzionino come trampolino di lancio per palcoscenici più grandi. Come la Coppa Europa per lo sci alpino, ma aperta anche e soprattutto agli amatori, la vera linfa vitale del mountain biking.
Infortuni sempre più frequenti…
…e gravi, purtroppo. Stiamo vedendo e – ancora purtroppo – vedremo un numero maggiore di infortuni durante la stagione di gare.
Con l’abilità e la velocità degli atleti Gravity moderni e l’incessante richiesta di azione da parte del pubblico di TV/Internet/Instagram, l’eventualità che gli specialisti di Enduro, Downhill e Freeride/Slopestyle si spingano troppo oltre su terreni impervi è destinata ad aumentare, portando a infortuni più importanti e devastanti. Vedi alla voce Myriam Nicole e Amaury Pierron, giusto per citare due pezzi grossi della discesa internazionale, senza dimenticare il lungo periodo di recupero dai postumi di una commozione cerebrale della britannica Tahnée Seagrave.
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Evoluzione della MTB
Consolidamento dei cataloghi
Le collezioni dei vari marchi si sono ampliate in modo massiccio negli ultimi due anni, poiché cercano di soddisfare uno spettro di gusti sempre più ampio. Per essere considerato un brand completo, è necessario avere un paio di hardtail, una bici da XC, una da Downcountry, una Trail Bike, una Enduro, una da Bike Park o DH, una eMTB Full Power e una Light. E poi magari servono sia le versioni 29er sia quelle Mullet delle piattaforme più diffuse. Servono almeno quattro misure del telaio per ogni modello e, per ottenere una buona distribuzione dei prezzi, probabilmente si vorrà offrire telai in alluminio e in carbonio.
Se ogni modello ha tre livelli di prezzo, si tratta di oltre 50 bici diverse, per quattro misure di telaio. Per un grande marchio come Cannondale, Trek o Specialized, si tratta di almeno 200 codici SKU diversi nel gestionale (Stock Keeping Unit, una sequenza di caratteri alfanumerici univoca che le aziende utilizzano per identificare e tracciare i propri prodotti all’interno del magazzino – nda). In realtà sono molti di più.
Tutto questo ci sembra del tutto insensato ma soprattutto del tutto insostenibile alla luce del clima economico/finanziario e delle questioni ambientali.
Il Mullet crescerà, ma quale futuro per il cablaggio interno?
Anche se personalmente non sono molto interessato alle Mullet (ammetto che alcune bici vanno bene e sono divertenti da guidare, ma continuo a preferire le ruote grandi davanti e dietro), penso che le mountain bike con diametro misto siano ormai consolidate e richieste sul mercato.
Un altro trend controverso è quello del cablaggio attraverso la serie sterzo. È vero, regala al cockpit un aspetto pulito, ma a volte – in particolare sulle e-bike – crea un groviglio di cavi e tubi molto confuso e difficile da gestire.
La vera ascesa delle eMTB Light
Un’altra grande tendenza che stiamo vedendo emergere è quella delle e-bike Light. Esistono da anni, è vero, ma questo potrebbe essere davvero l’anno in cui prenderanno piede. Il motivo è semplice: l’ingresso di Bosch nell’arena.
Con il suo nuovo motore Performance SX, il gigante tedesco vanta una maggiore potenza e autonomia rispetto ai suoi rivali (600 W di picco per la prima, batteria integrata da 400 Wh e range extender da 250 Wh), oltre a una più che buona reputazione in termini di affidabilità e assistenza. Gli altri contendenti possono vantare lo stesso? Sapete già qual è la risposta…
Questa è la vera domanda a cui rispondere. Non sarà facile, perché la potenza – e il naturale aiuto nella pedalata – è una droga che crea dipendenza. Ma l’opportunità di godere di una bici più versatile, con una guida più giocosa, potrebbe rappresentare la leva per convincere anche i biker più riottosi. Allo stesso modo, alcuni di quelli che pedalano una bici “acustica” potrebbero trovare sempre più difficile resistere al richiamo del lato oscuro dello sforzo.
Una trasmissione integrata che funziona… finalmente!
Sono molti anni che gli annunci relativi a nuove e rivoluzionarie trasmissioni integrate appaiono sulla carta e sugli schermi dei dispositivi. I prototipi o le versioni definitive fanno notizia e generano interazioni sui social, ma per un periodo breve di tempo. Poi tutti si dimenticano, passano alla notizia bomba successiva, e ricominciano a usare il loro cambio appeso al forcellino del carro (o attaccato direttamente come per le nuove trasmissioni SRAM).
Ma perché non hanno mai guadagnato terreno? I motivi sono semplici e concreti: attrito e peso elevati, e scarsa ergonomia del comando. Idea molto bella, peccato solo per l’esecuzione. I soli sistemi che sembra(va)no promettere bene sono lo storico prototipo Honda RN01, mitica bici da downhill che però impiegava una trasmissione tradizionale inserita all’interno di un box integrato nel telaio, e quello che attualmente è un brevetto Shimano, con doppia cassetta interna (ne abbiamo parlato qui).
Forse le cose sono destinate a cambiare, merito del sistema Pinion E1.12S MGU (Motor Gearbox Unit), che unisce motore e trasmissione in una singola unità, rappresentando così una potenziale svolta sia per il cambio posteriore sia per l’assistenza alla pedalata. Un sistema 2-in-1 che promette meno manutenzione, un rischio inferiore di danni, oltre a un’inferiore massa non sospesa, aggiungendo la possibilità di cambiare quando si è fermi.
La MGU Pinion vanta un range dei rapporti pari al 600% per un sistema a 12 velocità (SRAM arriva al 520% con il suo 10-52), con un peso di 4,1 kg che è sì più elevato di un motore Full Power, ma consente di risparmiare quasi un chilo sull’asse ruota posteriore tra cambio e cassetta. A tutto vantaggio di una sospensione posteriore più efficiente e in generale di una guida più dinamica della bici. Con una manutenzione notevolmente inferiore, essendo necessario cambiare l’olio interno una volta l’anno, secondo quanto comunicato da Pinion.
Per ora ci fidiamo della parola del marchio tedesco, non potendo verificare gli attriti interni, la rumorosità, e l’efficienza combinata di motore e trasmissione. Sono previste nuove e-bike di marchi connazionali, Rotwild in prima fila, non ci resta che attendere… se sono rose, fioriranno, se sono cachi, …
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Il movimento MTB
Un forziere pieno zeppo d’oro
Chiudo con una considerazione che è anche un augurio, per l’intera comunità del mountain biking, a partire dai biker per finire con l’industria ciclistica e di tutti gli operatori del settore, associazioni locali e organizzatori di eventi inclusi.
Mi auguro che aumentino quegli eventi nati e sostenuti dal basso, quei raduni non competitivi, o dove la competizione si ferma a una run cronometrata su un sentiero popolare di una determinata Trail Area.
Raduni nati dagli amici e per gli amici, ma anche e soprattutto per i non amici della stragrande maggioranza dei biker che in genere non gareggiano, ma a cui piace l’idea di un evento tra persone che la pensano allo stesso modo e che – almeno per una volta – si vogliono mettere alla prova.
Sono eventi che a volte uniscono anche il lato vintage/retrò richiedendo un mezzo d’epoca, oppure quello ecologico prevedendo una mezza giornata di pulizia sui e intorno ai sentieri (come propone l’organizzazione Trash Free Trails), oppure le sempre più popolari giornate di cosiddetto Dig n’ Ride, in altre parole la mattinata dedicata al Trail Building e il pomeriggio al riding su quella stessa traccia riportata a nuovo splendore.
Sempre e comunque sono grandi uscite di gruppo, tra appassionati che vogliono semplicemente girare, chiacchierare, divertirsi, e condividere tutto questo, durante e dopo per il canonico terzo tempo. Raduni che – e non potrebbe essere altrimenti! – si trasformano poi in festival della salamella e dalla birra.
Giornate di collaborazione e condivisione che si svolgono nel mondo reale, dove per una volta i social e le app di messaggistica sono usate per comunicare e unire più che per perdere del tempo nello scrolling della vita altrui…