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Allenarsi indoor anche dopo l’inverno

di - 19/04/2019

Continuare ad allenarsi indoor anche dopo l’inverno. Continuare ad utilizzare i rulli, il sistema che ci permette di pedalare in modo statico, o quello strumento che ci piace definire tale, anche oltre la stagione fredda. Proseguire il percorso di crescita e di lettura della performance personale grazie ad un sistema che permette ampie personalizzazioni. Divertirsi con i numeri, i grafici e con quello che è possibile fare con l’informatica applicata alla sport.

Alessandro Degasperi utilizza l’MD Jarvis per gli allenamenti specifici dedicati alla bici.

In realtà le considerazioni potrebbero essere centinaia, perché ognuno di noi interpreta l’attività sportiva a suo modo, che sia essa una semplice passione oppure la disciplina che sfocia nella pratica agonistica. Chi pedala su uno strumento statico, con l’ausilio dell’elettronica e delle tecnologie più moderne lo fa per migliorare le proprie performances atletiche, per necessità, per mantenersi in forma, oppure raggiungere uno stato di salute ottimale, lo fa perché si diverte. Per questi e altri motivi anche l’approccio cambia, il modo di allenarsi, la maniera di andare in bici.

Con il pc, oppure con lo smartphone, possiamo gestire il nostro allenamento, prima, durante e dopo.

L’elettronica ha cambiato l’universo del “pedalare al chiuso”, rendendo questa pratica piacevole e divertente, un’experience come si dice oggi, grazie alla virtualità e ai numeri. Zwift ha cambiato il modo di pedalare indoor. L’impiego dei misuratori di potenza ha stravolto il modo di pedalare “a secco”. Il metodo HTT di ( MagneticDays.com ), attraverso le tabelle e lo strumento Jarvis, sta cambiando totalmente il profilo qualitativo della pedalata statica. Ci sono ciclisti che fanno fatica ad uscire all’aperto preferendo le sfide virtuali (di gruppo, oppure contro se stessi), di contro c’è qualcuno che pedala anche sotto la neve, con diversi gradi sotto lo zero, così come ci sono quelli che escono all’aperto, in libertà per fare le sedute specifiche tra le mura di casa, con programmi specifici, misuratore di potenza e quegli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione. Ma pedalare indoor anche nel corso della stagione agonistica può essere utile? La risposta è si, non siamo solo noi a dirlo e scriverlo. Le metodologie più moderne del training specifico, prevedono sedute indoor anche nel corso della stagione estiva.

Un’immagine scattata al Giro d’Italia qualche anno a dietro. L’utilizzo di un sistema statico da parte dei pro, è un’abitudine prima di una cronometro, sempre più diffuso a ridosso di una tappa impegnativa, magari con partenza in salita, usato come una sorta di warm up. Un’abitudine dopo un grande sforzo, una frazione lunga con arrivo in salita, solo per fare alcuni esempi.

Pedalare al chiuso permette di avere tutto sotto controllo, valori, situazioni, dati, schemi, programmi personalizzati e cadenzati. Non ci sono interferenze, traffico, vento, strada che scende e oche sale troppo. Partiamo dai presupposti che un allenamento indoor (oppure statico, magari come Nico Valsesia che pedala sul Jarvis in riva al lago) ben fatto ha l’obiettivo di costruire una base, di far migliorare alcune caratteristiche che poi troveranno la sua massima espressione nell’attività all’aperto, parte aerobica e anaerobica. Una pedalata all’aria aperta, magari in un contesto naturalistico affascinante, non può essere sostituita ma è anche vero che lavorare con i numeri, su una strada oppure su un sentiero, non è semplice. Pedalare in casa, in cantina, in garage tutti i giorni forse non avrebbe senso ma farlo una o due volte a settimana permette di far collimare l’aspetto più scientifico dello sport al piacere vero e proprio. Pazienza un professionista ma vedere un amatore che pedala su una strada trafficata, con lo sguardo fisso sul device, per controllare costantemente i watt, la zona di lavoro, i minuti della ripetuta è una cosa che ci fa ridere parecchio, oltre che essere pericoloso.

Il ciclismo e la bici in genere sono una fucina di idee, da sempre. Molte delle metodologie di allenamento legate alla bici, sono sfruttate anche da altre discipline, l’indoor cycling è una di queste.

Un altro aspetto che vogliamo sottolineare in questo scritto è l’efficienza della pedalata, la qualità della pedalata stessa. Si può ottimizzare il gesto sia fuori che dentro, lavorare in modo alternato con le gambe, è una pratica che trova molta diffusione. Farlo su un rullo permette di farlo in modo migliore, azzerando eventuali rischi. Pedalare su uno “strumento fissato al terreno” non deve essere una gara ma una sfida con se stessi, un percorso che porta a crescere e migliorare, che, come succede nelle uscite all’aperto, permette di valutare ogni step del tragitto personale.

a cura della redazione tecnica, foto di Sara Carena e MagneticDays

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.