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Atlante dei Cammini: via Romea Strata

di - 27/05/2022

Pronto per rimettere lo zaino in spalla? Partiamo per la quinta via dell’Atlante dei Cammini Toscani: la Via Romea Strata.

Percorreremo 6 tappe, 109 Km e un dislivello positivo di 2.608 m; forza andiamo!

 

Dai Passi appenninici alle terre di Leonardo da Vinci

Segnavia – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

Il cammino toscano

Le tappe

  1. Capanno Tassoni (Fanano) – Cutigliano (Abetone Cutigliano) – 13,5 Km
  2. Cutigliano – Pontepetri (San Marcello Piteglio) – 23,1 Km
  3. Pontepetri – Pistoia – 18,1 Km
  4. Pistoia – San Baronto (Lamporecchio) – 18,7 Km
  5. San Baronto – Fucecchio – 26,1 KM
  6. Fucecchio – San Miniato – 9,7 KM

 

Informazioni pratiche

  • Lunghezza totale: 109,3 KM
  • Dislivello positivo: 2.608 m
  • Strade pavimentate: 51%
  • Strade sterrate: 49%
  • Snodi con altri cammini: Fucecchio
@Toscana Promozione – Federico Bogazzi

Tappa 1 | Capanno Tassoni – Cutigliano

  • Lughezza totale: 13,5 KM
  • Tempo di percorrenza a piedi: 4,30 h
  • Dislivello in salita: 410 m
  • Dislivello in discesa: 1.034 m
  • Quota massima: 1.680 m
  • Terreno: 77% sterrato, 23% asfalto
  • Traccia KLM – GPX
Dintorni della Doganaccia @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

La prima tappa toscana della Romea Strata parte dal “Capanno Tassoni”, rifugio che si trova poco sopra il paese di Ospitale, nel comprensorio modenese dell’appennino Tosco-Emiliano. Da qui si sale per circa due chilometri e mezzo, utilizzando sia la strada sterrata sia il sentiero segnato (CAI 413-415), fino ad arrivare al crinale e quindi al passo di Croce Arcana (1.699 m.), il punto più alto della Nonantolana-Longobarda.

La vista dal valico è notevole: oltre al modenese e al pistoiese, è possibile godere di un panorama che nelle belle giornate comprende le Alpi e le vicine Apuane. Superato il memoriale dedicato alle vittime della Seconda guerra mondiale e la pietra miliare della Romea Strata, si inizia a scendere verso la Doganaccia, località sciistica della montagna pistoiese dove, oltre alla piccola chiesina omonima, si trovano strutture ricettive e case di vacanza. La Doganaccia è collegata a Cutigliano da una funivia (aperta tutti i giorni in inverno, solo nei week-end da marzo a novembre).

 

Cutigliano, Palazzo Capitani – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

 

Lasciato l’abitato, si giunge rapidamente al lago di San Gualberto, fondatore della Congregazione vallombrosana, e da qui, dopo un tratto su strada asfaltata, all’area pic-nic de La Calata dove ci si immette sul “Sentiero dei Funghi” (CAI 6A). Il cammino prosegue nel bosco di abeti e faggi, fino ad arrivare all’intersezione con il sentiero che porta a Cutigliano (CAI 6) e alla Chiesa di San Bartolomeo, luogo di arrivo della prima tappa.

 

Tappa 2 | Cutigliano – Pontepetri

  • Lughezza totale: 23,1 KM
  • Tempo di percorrenza a piedi: 7 h
  • Dislivello in salita: 634 m
  • Dislivello in discesa: 644 m
  • Quota massima: 845 m
  • Terreno: 47% sterrato, 53% asfalto
  • Traccia KLM – GPX
@Toscana Promozione – Federico Bogazzi

Cutigliano, punto di partenza della seconda tappa, è uno dei borghi più caratteristici della montagna pistoiese. Con San Marcello e Lizzano, è stata sede del Capitanato della Montagna, da cui prende il nome l’omonimo palazzo posto al centro del paese. Nato come magistratura straordinaria allo scopo di controllare militarmente la montagna pistoiese, il Capitano della Montagna divenne una figura sempre più centrale della vita pubblica, fino a diventare nel 1366 l’unica autorità politica, militare e giudiziaria del territorio.

A pochi passi dal Palazzo, la cui facciata è costellata di stemmi in pietra e terracotta policroma, si trova la Loggia dei Capitani della Montagna, sotto cui è custodita la colonna del Marzocco, e la chiesa della Madonna di Piazza. Da qui si prosegue verso la Chiesa di San Bartolomeo, al cui interno sono conservate notevoli opere d’arte del XVI e XVII secolo, per poi arrivare all’imbocco del sentiero che, attraverso il bosco e il ponte sul torrente Volata, conduce a Lizzano e alla Pieve di Santa Maria Assunta, la più antica della montagna pistoiese. Ricostruita nel 1814 a seguito di una frana, vi si trovano ancora importanti dipinti e sculture.

Lizzano, chiesa di S.ta Maria Assunta – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

Lasciata Lizzano si continua prima su sentiero e poi su strada asfaltata (SP 18) fino ad arrivare a San Marcello, il centro più abitato della montagna pistoiese. Qui, oltre al centro storico, si può ammirare la Pieve romanica di San Marcello, documentata già a partire dal 1.085. Proseguendo per un breve tratto sulla strada provinciale 18, si arriva all’imbocco della ciclopedonale costruita sul vecchio percorso della FAP, la Ferrovia Alto Pistoiese che fino al 1965 collegava Mammiamo, San Marcello e Pracchia.

Seguendo il tracciato che un tempo ospitava i binari, si possono ancora vedere tutte le stazioni della linea, alcune tuttora utilizzate per scopi culturali, turistici o commerciali. La ciclopedonale, che può essere percorsa anche a cavallo, passa da Gavinana, sede dell’Ecomuseo della montagna pistoiese, Maresca, dove si può visitare la più antica Ferriera della Toscana, e termina a Campo Tizzoro. Lungo il percorso sono disseminate delle maxi-lettere di colore rosso: si tratta di landmark che fanno parte del più ampio progetto SEGNAVIE, nato in occasione del 70° delle Norme di Maresca (14 maggio 1950), regole che tuttora sono alla base della segnaletica sentieristica italiana.

Vecchia stazione Gavinana -@Toscana Promozione – Federico Bogazzi

A Campo Tizzoro sono ancora ben visibili gli edifici e i rifugi della Società Metallurgica Italiana (S.M.I.), azienda che per quasi un secolo ha prodotto ordigni e munizioni belliche. Qui, assieme al museo, sono visitabili i rifugi antiaerei che si snodano per oltre 2 chilometri sottoterra e che li fanno essere tra i più estesi d’Europa. Lasciato Campo Tizzoro, si prosegue sulla statale 66 e poi sul sentiero che porta a Pontepetri, dove si trova il Museo del Ferro. L’ultimo tratto della seconda tappa conduce a Le Panche, antico luogo di accoglienza per pellegrini e viandanti.

 

Tappa 3 | Pontepetri – Pistoia

  • Lughezza totale: 18,1 KM
  • Tempo di percorrenza a piedi: 5,30 h
  • Dislivello in salita: 262 m
  • Dislivello in discesa: 864 m
  • Quota massima: 781 m
  • Terreno: 51% sterrato, 49% asfalto
  • Traccia KLM – GPX

 

Costeggiato il Reno per qualche centinaio di metri, il sentiero sale dolcemente nel bosco fino ad arrivare a Pian di Giuliano e all’omonima strada panoramica che corre lungo il piccolo crinale. Percorso un breve tratto sull’asfalto, si imbocca la sterrata e poi il sentiero che scende lungo la collina. Dopo poco più di quattro chilometri si arriva al primo centro abitato, Pitornecca Alta, e quindi alle Grazie. Il cammino è già entrato nel comune di Pistoia: al posto delle montagne e dei castagni ora ci sono colline, uliveti e campi coltivati.

Si prosegue sulla strada di Saturnana fino ad arrivare, poco fuori Cerchiaio, alla Pieve di San Giovanni Battista, una delle più antiche del territorio. Ricordata nel diploma di Ottone III del 26 febbraio 991, la pieve mantiene la torre campanaria di epoca medievale e una curiosa scultura in metallo raffigurante il Cristo dei Pellegrini (Amelio Bucciantini, 1997).

Loc Castellina – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

Da qui l’itinerario continua lungo sentieri e mulattiere che costeggiano le colline, attraversando uliveti e campi coltivati, fino a Lizzanello e quindi alla via di Igno. Superata la strada modenese, si giunge alla frazione di Piazza e alla Chiesa di San Michele Arcangelo che, pur essendo stata totalmente ricostruita nell’Ottocento, conserva sugli altari laterali due dipinti seicenteschi (“San Michele Arcangelo” e “Madonna del Rosario”). Da qui la strada conduce a Gello e, superata la rotatoria e il cavalcavia della statale n° 66, all’imbocco del tratto della Romea Strata che costeggia l’Ombrone.

Dopo due chilometri di cammino sulla ciclopedonale in ghiaia, all’altezza di via Gora e Barbatole si attraversa il ponte sull’Ombrone e si entra nell’area urbana di Pistoia fino alla cattedrale di San Zeno, punto di arrivo di questa tappa.

 

Tappa 4 | Pistoia – San Baronto

  • Lughezza totale: 18,7 KM
  • Tempo di percorrenza a piedi: 6 h
  • Dislivello in salita: 673 m
  • Dislivello in discesa: 407 m
  • Quota massima: 440 m
  • Terreno: 38% sterrato, 62% asfalto
  • Traccia KLM – GPX
Dintorni case di monte – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

Pistoia è stata un crocevia molto importante nelle vie di pellegrinaggio. Fondata in epoca romana all’inizio del II secolo a.C., lungo quello che era il proseguimento della via Cassia verso il mare, la città permetteva ai viandanti di raggiungere Roma grazie alla Francigena che veniva intercettata a Fucecchio o di dirigersi verso Santiago di Compostela navigando l’Arno fino a Pisa e da qui proseguendo via mare.

Tra la città toscana e quella galiziana il legame è forte e antico: Pistoia, dalla metà del XII secolo, conserva una reliquia di San Giacomo Apostolo (‘San Jacopo’ in Toscana), le cui spoglie mortali sono custodite e venerate a Santiago di Compostela. Anche per questo la città era conosciuta come “Santiago Minor”. Oggi un cippo commemorativo, donato dal governo della Galizia, è posto all’ingresso di piazza Duomo. Usciti da Pistoia lungo via Nazario Sauro, si attraversa l’Ombrone all’altezza di Pontelungo e da qui, superata l’autostrada A11, si raggiunge Ponte a Bargi.

Piana di Pistoia – @Promozione – Federico Bogazzi

Il cammino prosegue in salita su una strada asfaltata poco trafficata toccando dapprima la chiesa dei Santi Pietro e Girolamo, costruita nel 1952 su progetto di Giovanni Michelucci, e poi – a trecento metri dal tracciato – la chiesa dei Santi Lucia e Marcello a Vinacciano. Dopo cinquecento metri, si lascia la strada asfaltata e si imbocca la sterrata che conduce alle rovine del Convento di Santa Maria delle Grazie, un complesso religioso risalente alla seconda metà del XV secolo.

Si prosegue nel bosco fino ad arrivare sul crinale del Monte Albano all’altezza della strada provinciale 27 e da qui, percorso un breve tratto sull’asfalto, si imbocca la sterrata di via Casalvento e quindi la via di San Baronto. Il percorso resta in quota e alterna strade sterrate a strade scarsamente trafficate fino all’abitato di Mongherino e quindi a San Baronto.

 

Tappa 5 | San Baronto – Fucecchio

  • Lughezza totale: 26,1 KM
  • Tempo di percorrenza a piedi: 7,20 h
  • Dislivello in salita: 435 m
  • Dislivello in discesa: 744 m
  • Quota massima: 532 m
  • Terreno: 52% sterrato, 48% asfalto
  • Traccia KLM – GPX
Dintorni di Toiano Vinci – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

San Baronto, partenza della quinta tappa, è un piccolo borgo che si trova sul crinale del Montalbano. La tradizione vuole che il nome del paese derivi dal santo, monaco dell’abbazia francese di Reghereto, che nel VII secolo si fermò in queste terre dopo un lungo peregrinare. Attorno alla sua tomba sorse un oratorio che venne ricostruito nel XII secolo e consacrato nel 1018. Oggi dell’originaria costruzione resta solo la cripta, la chiesa attuale è stata completamente ricostruita dopo la Seconda guerra mondiale.

Dopo un brevissimo tratto sulla provinciale n. 9, il cammino entra nel bosco e prosegue lungo il crinale del Montalbano fino alla Torre di Sant’Alluccio. La torre, inglobata nei ruderi di un antico edificio signorile che era parte della tenuta di campagna del Conte Spalletti di Lucciano, dominava il crinale del Montalbano nel punto in cui la strada proveniente da Vinci passava sul versante opposto per proseguire verso Bacchereto. Il luogo è indicato anche da Leonardo da Vinci nella Carta RL 12685 di Windsor, mappa della Toscana di nord-ovest con studi per la deviazione dell’Arno nel Canale di Firenze, attraverso Prato, Pistoia e Serravalle (c. 1503).

 

Lasciato Sant’Alluccio, si scende verso Vinci incontrando prima la piccola chiesa di Santa Lucia e quindi l’abitato di Anchiano dove si trova la Casa Natale di Leonardo, struttura museale che propone un percorso virtuale dedicato alla storia e alle opere del genio, tra cui una riproduzione digitale in alta definizione dell’Ultima cena. Da Anchiano si arriva a Vinci, borgo medievale dominato dal castello dei Conti Guidi, oggi sede del Museo Leonardiano. Nel centro storico si possono inoltre ammirare numerose opere d’arte contemporanea come “L’uomo di Vinci” di Mario Ceroli, “Il cavallo di Leonardo” di Nina Akamu o le sculture di Mimmo Paladino in Piazza de’ Guidi. Usciti da Vinci, il paesaggio è ormai completamente collinare, caratterizzato da grandi vigneti e uliveti e dai passaggi lungo le strade poderali.

La Romea Strata prosegue in direzione di Cerreto Guidi, ultimo centro abitato prima di arrivare a Fucecchio, termine della quinta tappa. La storia di Cerreto Guidi (conosciuta come Cerreto in Greti fino al 1079) è strettamente legata ai Conti Guidi e, successivamente, alla Repubblica Fiorentina. Al centro del borgo si trova la Villa medicea di Cerreto Guidi, dichiarata patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco insieme alle altre residenze dei Medici in Toscana.

Edificata a partire dal 1556 per volere di Cosimo I de’ Medici, oggi ospita il Museo Storico della Caccia e del Territorio. A pochi passi dalla villa, la Pieve di San Leonardo che conserva importanti opere come il fonte battesimale in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia (1511), un crocifisso ligneo del XIV secolo di Giambologna e una tela attribuita al Ghirlandaio. L’itinerario prosegue lungo le colline fino a Fucecchio, punto di intersezione con la Francigena.

Dintorni di Toiano Vinci – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

Tappa 6 | Fucecchio – San Miniato

  • Lughezza totale: 9,7 KM
  • Tempo di percorrenza a piedi: 2,30 h
  • Dislivello in salita: 133 m
  • Dislivello in discesa: 27 m
  • Quota massima: 152 m
  • Terreno: 29% sterrato, 71% asfalto
  • Traccia KLM – GPX

 

La sesta e ultima tappa della Romea Strata coincide con l’itinerario della Francigena da Fucecchio a San Miniato. Dieci chilometri di cammino, perlopiù in pianura, che permettono al viandante di esplorare al meglio le due cittadine toscane. Fucecchio era un nodo importante della viabilità medievale: i pellegrini che arrivavano da nord, utilizzando la Via Romea Nonantolana o la Via Francesca della Sambuca, potevano intercettare la Francigena in più punti. Una delle vie di collegamento prevedeva anche la navigazione del Padule di Fucecchio dall’allora porto di San Donnino, dove sorgeva l’omonimo spedale, fino ad Altopascio, luogo da cui era possibile riprendere il cammino verso Roma.

La storia di Fucecchio è legata ai conti Cadolingi, facoltosa e potente casata longobarda che attorno al X secolo fondò il castello di Salamarzana e l’Abbazia di San Salvatore. La città divenne poi un libero comune e dal XVI secolo visse una fase di forte sviluppo grazie all’attività agricola. Nel corso della Seconda guerra mondiale il Padule di Fucecchio fu anche teatro di una delle più efferate stragi nazifasciste: il 23 agosto 1944 le truppe tedesche trucidarono 174 civili innocenti.

Dintorni di Toiano Vinci – @Toscana Promozione – Federico Bogazzi

La città di Fucecchio ospita importanti palazzi e monumenti storici come Palazzo Corsini che fu sede del Castello di Salamarzana, poi trasformato dai fiorentini in una fortezza, la Collegiata di San Giovanni Battista e la Chiesa e Convento della Vergine. L’ultima tappa della Romea Strata parte da piazza Vittorio Veneto, alle spalle della Collegiata, e prosegue verso sud fino al ponte sull’Arno sulla via Sanminiatese. Superato San Pierino, l’itinerario continua lungo le campagne fino a San Miniato Basso e da qui, dopo una salita di circa due chilometri su strada asfaltata, alla parte alta del borgo.

La città, conosciuta nel Medioevo anche come San Miniato al Tedesco per la sua origine longobarda, è stata per secoli un importante luogo di transito sulla via Francigena, tanto da essere citata da Sigerico come stazione di sosta nel viaggio di ritorno da Roma a Canterbury. Tra i monumenti più significativi troviamo la Rocca fatta erigere da Federico II di Svevia, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio, il Convento di San Francesco.

 

Vai alla sesta tappa: Via Romea Sanese

Torna al quarto Cammino Toscano: Via Romea Germanica

Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.