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Barrette energetiche home made, un’alternativa

di - 05/03/2021

Avere la possibilità di fare le barrette in casa è divertente e permette anche di risparmiare qualche euro. Inoltre, con un pò di esperienza e voglia di sperimentare, ci si rende conto che non ci sono limiti in fatto di abbinamento degli ingredienti. Vi racconto le mie barrette energetiche (barrette energetiche ciclismo) home made.

Barrette energetiche home made, un'alternativa

Le barrette energetiche di zio Fox

Questa è una delle tante ricette che uso per preparare e prepararmi le barrette energetiche che porto con me durante le uscite in bici. Quella che vado a presentarvi la considero una sorta di “soluzione primaverile”, non eccessiva in fatto di ingredienti e una buona alternativa ai mini panini, pezzi di crostata e barrette confezionate di buona qualità. Tengo a precisare che uso queste barrette energetiche home made come “supporto” al resto del mio rifornimento quando sono in bicicletta, durante le prime “uscite lunghe” (degne di essere chiamate tali) che normalmente si fanno quando la primavera è alle porte.

Barrette energetiche home made, un'alternativa

Cerco di usare ingredienti di ottima qualità

Partendo dal presupposto che si risparmia qualche euro a prescindere (se faccio il confronto con i prodotti confezionati), preferisco non risparmiare sugli ingredienti di base che uso per le mie preparazioni. In genere cerco di acquistare prodotti senza zuccheri aggiunti e non aggiungo saccarosio. Qui di seguito indico gli ingredienti e la quantità che normalmente utilizzo.

  • 50/80 grammi di riso soffiato,
  • 80 grammi di frutta disidratata (a me piacciono albicocche ed uvetta gigante),
  • 80 grammi di frutta secca (trovo di mio gusto i pinoli, le mandorle pelate e le nocciole tostate e pelate),
  • 3 cucchiai di miele (preferisco usare quello di acacia perché è sempre piuttosto neutro nel gusto). Può essere aggiunto anche dello sciroppo d’acero (60/80 grammi, io di solito lo aggiungo in primavera inoltrata).
  • 2/3 cucchiai di burro di arachidi (da gusto, non copre gli altri sapori e se di buona qualità è un alimento proteico).
La ricetta per le barrette energetiche

La preparazione

Quelle che seguono sono delle indicazioni di massima e quelle che adotto io per la mia preparazione. La consistenza e le dimensioni sono soggettive. Inoltre è bene considerare che, gli ingredienti possono subire delle variazioni, in base al gusto e alle tolleranze. Ad esempio, la stessa preparazione, con l’aggiunta di proteine, può diventare un composto per le barrette energetiche proteiche, magari da usare nelle giornate più fredde.

  • Spezzettare la frutta disidratata e aggiungere un pò di acqua per ravvivarla. La stessa acqua può essere gettata, oppure messa nel composto.
  • A piacere, macinare la frutta secca (a me piace con una grana più fine). Un consiglio: se l’avete disponibile usare le lame in plastica (del frullatore, del macinino etc.), in modo da non scaldare la frutta secca. A volte uso il batticarne, ma i pezzi rimangono più grandi.
  • Scaldare il burro di arachidi in una padella anti-aderente. Non uso il burro di latte. Quando uso l’olio extra vergine di oliva, mi rendo conto che il suo gusto è invadente e tende a coprire altri aromi.
  • Versare tutti gli ingredienti in una ciotola ed iniziare ad amalgamare.
  • Aggiungere il burro di arachidi (attenzione a non bruciarlo) fino a quando il composto inizia ad avere un pò di consistenza e il riso soffiato ha assorbito il liquido. Talvolta, per rendere il “mapazzone” più consistente, aggiungo un cucchiaio da caffé di farina di castagne (non l’ho fatto in questo caso, ho preferito rimanere sul semplice). Si può aggiungere anche della polvere di caffé, dipende dai gusti.
  • Utilizzare una teglia da mettere in forno (20×15 cm, indicativamente), coprirla con un foglio di carta forno inumidita.
  • Versare il composto per le barrette energetiche dentro la teglia e stendere in modo omogeneo.
  • Portare il forno a 180°.
  • Infornare per 20′ e fare attenzione che la nostra “torta” non cuocia solo da un lato.
  • Prima che si raffreddi è possibile dare un’impronta a quelle che saranno le dimensioni delle nostre barrette energetiche. Lasciare raffreddare.
  • In ultimo è possibile tagliare e avvolgere nei fogli di alluminio (precedentemente dimensionati). E’ fondamentale compattare a dovere, per evitare che si sbriciolino una volta che le consumiamo in movimento. Io preferisco mettere le barrette dentro un contenitore ermetico e poi in frigorifero. Senza nessun problema, mi durano 5/7 giorni.
Dopo la cottura e dopo il raffreddamento
Semplici, buone e gratificanti al palato

Come ho evidenziato nel video e ho scritto nel testo, generalmente io combino diversi alimenti, preferisco variare i sapori e non avere mai cose eccessivamente dolci (quando pedalo). Ecco perché ritengo le barrette energetiche fatte in casa una sorta di complemento a quelle confezionate, ai panini (bocconcini) e a qualche pezzo di torta. Da considerare inoltre, che è necessario qualche tempo (e qualche errore) per prendere “la mira” al gusto ideale e alla consistenza ottimale: non essendo un alimento prodotto in serie le variabili aumentano e influiscono parecchio, proprio sul gusto e sulla consistenza.

Una volta che avete preso le misure, alle quantità e al consumo che ne fate, potete aumentare le stesse quantità ed avere una maggiore quantità di barrette.

Per il resto buone pedalate e buon appetito.

a cura della redazione tecnica, immagini di Sara Carena.

4actionsport.it

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.