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BMC Teammachine SLR01 sempre con dna racing

di - 23/07/2020

BMC Teammachine SLR01 sempre con dna racing

È in un certo senso la capostipite delle biciclette più moderne e di ultima generazione, sicuramente una delle piattaforme più vittoriose ed apprezzate. 10 anni a dietro BMC lancia la Teammachine, una bicicletta  che è diventata un esempio per design, leggerezza e performances. A distanza di due lustri la Teammachine evolve ancora.

BMC Teammachine SLR01 sempre con dna racing
La versione al top del listino è la SLR01, con ruote DT Swiss e trasmissione Sram Red eTap. In questa immagine si notano le forme e il design di una parte delle tubazioni.

I punti chiave della nuova Teammachine SLR01

Prima di tutto è necessario scrivere che vedremo la nuova top di gamma BMC del segmento Altitude nella sola versione con i freni a disco. Partendo dal framekit, questo è costruito grazie alla fibra di carbonio Premium, comune per i quattro allestimenti previsti a catalogo. I prototipi e i modelli con i quali è stata sviluppata la Teammachine SLR01 prende il nome di ACE+.

La forma delle tubazioni prende il nome di Aerocore Design. È una sorta di ottimizzazione del materiale composito, che da vita ad un kit molto leggero, ma che sviluppa una penetrazione dello spazio eccellente in considerazione della categoria, senza dimenticare l’abbinamento al concetto TCC Alcuni dettagli, come ad esempio i due portaborraccia integrati, nel profilato obliquo e in quello verticale, sono una conferma.

BMC Teammachine SLR01 sempre con dna racing
Nuovo design per la scatola del movimento centrale e della parte iniziale dei foderi posteriori. Si nota anche la totale integrazione dei bottlecage.

Dal fronte verso il retro

La forcella a steli dritti è stata completamente rimodellata rispetto al passato e ora utilizza due forcellini invisibili, oltre ad un perno passante (100×12 mm) integrato. Conserva il suo aspetto minimalista, fedele al progetto e dna Teammachine. Due i rake disponibili: 48 mm per le taglie più piccole (47 e 51), 43 mm per le restanti (dalla 54 alla 61). La SLR01 è munita di un cockpit integrato in carbonio (ICS, Integrated Cockpit System) e costruito con tecnologia monoscocca. Il passaggio dei cavi e delle guaine è completamente integrato. La piega ha un reach di 67 mm, per un drop di 127 mm, valori comuni a tutte le misure del manubrio. La lunghezza dello stem è disponibile dai 90, fino ai 120 mm.

Scorrendo verso il basso si nota una scatola del movimento centrale con un volume notevole, che permette di interfacciarsi al meglio con la base della tubazione obliqua più grande. Mentre resta invariata la larghezza, 86,5 mm con sedi press-fit, subisce un cambiamento il layup di costruzione del comparto.

BMC Teammachine SLR01 sempre con dna racing
Un prospettiva delle BMC Teammachine SLR01 e del seat-post D-Shape.

Seat-post D-Shape una sorta di marchio di fabbrica

Il seat-post mantiene la forma D-Shape con profilo tronco posteriore (15 mm di offset per tutte le taglie). Questo è full carbon, leggero e confortevole. Il carro posteriore con inserzione ribassata al piantone ha il perno passante da 142×12 mm. In merito alle taglie: sono sei, dalla 47 alla 61 (47, 51, 54, 56, 58 e 61). Tutte hanno in comune un angolo piantone di73,5° e un fodero posteriore con una lunghezza di 410 mm.

Quattro allestimenti per le SLR01

One, Two, Three e Four.

  • Ci vogliono 10999 euro per la One che si basa su una trasmissione Sram Red eTap AXS e ruote DT Swiss Dicut PRC 1100 Mon Chasseral.
  • L’allestimento Two ha un costo di 10499 euro, con trasmissione Shimano Dura Ace Di2, guarnitura Rotor ALDHU e ruote Mavic Cosmic SLR 45 Carbon UST.
  • La BMC Teammachine SLR01 Three ha un costo di 7499, con la trasmissione Sram Force AXS 12v e ruote DT Swiss PRC 1650 Spline Carbon.
  • Mentre la versione Four dela SLR01 ha un prezzo di listino di 6799 euro, trasmissione Shimano Ultegra Di2 e ruote CRD tubeless ready.

A cura della redazione tecnica

bmc-switzerland.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.