Pubblicità

BOA Fit System oltre la rotella c’é di più

di - 18/06/2020

boa - Christa Riffel

BOA è un’idea e una soluzione

Già in passato avevamo approfondito la tecnologia BOA applicata allo sport, una semplice rotella, colorata e divertente che è stata capace di cambiare il modo di calzare e usare una scarpa durante l’attività sport, non solo nel ciclismo. Dobbiamo comunque considerare che le applicazioni Boa vanno ben oltre l’universo della bici, sconfinando ormai in quasi tutte le discipline, nel campo della sicurezza, in ambito tattico militare e tanto altro.

boa
La calzatura Rapha, ovvero il risultato di una collaborazione molto attiva tra le due aziende.

Una rotella ha cambiato tutto

BOA nasce per mano di Gary Hammerslag, imprenditore e innovatore. Anni prima di rivoluzionare il settore delle calzature, Gary e il padre sviluppano un sistema per il controllo dell’angioplastica coronarica. Questo elemento consiste in un cavo in acciaio inossidabile e molteplici componenti, che permettevano ai cardiologi di manovrare attraverso i vasi cardiaci durante gli interventi al cuore.

Sport, tavole da snowboard e divertimento e quella vocazione nell’inventare qualcosa di nuovo. Ecco che nasce il primo prototipo di Boa per la ritenzione dello scarpone da snowboard.

Il ciclismo arriva nel 2005

Nel 2005 viene introdotto un sistema a rotella più piccolo e specifico per le calzature da ciclismo, outdoor e golf. Abbiamo fatto alcune domande allo staff della sede europea di Boa, perché dietro a tutto questo c’è un’azienda che investe e sviluppa, che ingegnerizza, fornisce nuove idee e soluzioni. A noi rimarrà sempre nella mente un’affermazione di un noto brand di calzature, che alla domanda, “come mai avete scelto Boa”, la risposta è stata: “non siamo stati noi a scegliere, è stato il cliente finale”.

boa

Nove domande ai tecnici BOA

  • Per un ciclista, BOA è sinonimo di calzature, non solo un plus, ma un sistema su cui contare e fare affidamento, sempre e comunque. Voi operate anche in altre categorie. Quante sono ad oggi le aziende che utilizzano BOA e in quali i settori?

Ad oggi BOA lavora con più di 300 marchi, in alcuni settori, a partire da quelli sportivi (app. 60%) come ciclismo, snowboard e golf, dove ormai è considerato uno standard, fino ad outdoor, running e atletica. Si passa a quelli professionali (app. 40%) come calzature da lavoro, prodotti tattici e medicali.

  • Focalizzandoci sul ciclismo e sulle calzature, quali sono i passaggi principali per sviluppare un sistema di chiusura per le scarpe?

Ogni BOA® Fit System è costituito da tre elementi: laccio, guide applicate alla tomaia ed un meccanismo (la rotella). Il sistema porta in tensione il laccio, questo avvolge la tomaia e crea il fit desiderato. Abbiamo però diverse piattaforme, sviluppate per offrire soluzioni adatte ad ogni tipo di applicazione, in base ai requisiti di tensione del laccio e durabilità richiesta ai prodotti finali.

  1. Il punto di partenza è proprio l’analisi della tipologia di prodotti, la loro struttura, rigidità, il loro impiego in condizioni estreme e l’ambiente d’uso. Questi sono gli aspetti principali che indirizzano lo sviluppo di una nuova piattaforma, ma dobbiamo tenere in considerazione anche l’evoluzione delle tecnologie calzaturiere. Dobbiamo considerare i trend dei nuovi materiali, perché il BOA® Fit System deve offrire il massimo del fit, integrandosi perfettamente nei prodotti finali.
  2. Tutto questo si sviluppa attraverso analisi di mercato, ricerche tecnologiche e una meticolosa progettazione, supportata da diversi test di laboratorio, test sul campo e prove di producibilità, fino all’approvazione finale. Questo periodo può avere una tempistica superiore ai due anni.
  • Mediamente, quanto tempo è necessario per sviluppare una scarpa? Dall’inizio, fino a prodotto ultimato.

Questo è molto variabile, dipendente dalla tipologia di prodotto e dalla sua complessità, ma anche dalle dinamiche specifiche del segmento al quale appartiene. Nel caso di calzature da ciclismo il tempo medio di sviluppo è intorno ai dieci mesi. Generalmente BOA viene coinvolta immediatamente in fase di ideazione del concept e nei mesi successivi durante la messa appunto del modello fino all’approvazione finale. Quando il nostro staff è coinvolto fin dall’inizio, partendo dalla fase embrionale del progetto, i tempi di sviluppo si accorciano notevolmente. L’opportunità di condividere la nostra esperienza, le conoscenze, di fornire feedback e supportare le fabbriche durante tutto il processo di sviluppo, sono una soluzione ottimale che offre un risparmio di tempo tangibile, che spesso si traduce nella ottimizzazione delle risorse.

  • E’ successo che venisse bocciata la bozza di una calzatura, che ora troviamo in commercio completamente riprogettata, proprio grazie ai vostri approfondimenti?

BOA richiede l’approvazione di ogni prodotto in termini di durabilità, per poter offrire la garanzia sul BOA® Fit System per l’intera vita del prodotto, ma non vogliamo bocciare i concept proposti dai nostri marchi partner. Anzi, vogliamo migliorarli ulteriormente sfruttando le conoscenze acquisite sviluppando per anni calzature completamente differenti tra loro. Tuttavia – BOA è alla costante ricerca di nuove soluzioni – disegnando in maniera proattiva configurazioni innovative. L’obiettivo è far evolvere continuamente fit e performance, pronti per essere implementati nei prodotti dei nostri marchi partner.

boa
Una fase dello sviluppo di una calzatura dedicata al mondo del running, con diversi test e analisi, eseguiti nel laboratorio a Denver
  • Oggi vediamo calzature con differenti tipologie di tomaia: Knit, Mavic che usa una membrana Matrix, pelli sintetiche oppure naturali e altro. Qual è la tomaia più difficile da approcciare e da rendere performante in modo adeguato, capace di rispondere alla caratteristiche BOA?

Ogni materiale merita un focus specifico e un’analisi altrettanto specifica. Non esiste un materiale o una tipologia di tomaia più o meno adatta a BOA®, bensì possiamo sfruttare le caratteristiche di ogni materiale e tecnologia in modo diverso, per migliorare l’efficienza delle configurazioni che andiamo a disegnare. Nello sviluppo delle nuove configurazioni, esploriamo l’utilizzo di materiali con diverse specifiche e consideriamo i diversi aspetti delle performances che esprimono: ad esempio l’elasticità, la tenuta e l’adattabilità. Analizziamo e valutiamo possono il fit nelle varie zone del piede per ottenere il massimo delle prestazioni.

  • BOA come azienda ha creato un vero e proprio laboratorio di ricerca e sviluppo biomeccanico nella sede americana. Se dovessimo quantificare la performance dell’atleta, quanto incide la calzatura?

Pensiamo ad una disciplina come il ciclismo, dove la calzatura è il principale mezzo di trasmissione della potenza dell’atleta. Un’attenta progettazione della scarpa ha un notevole impatto sulle prestazioni. Nel nostro Performance Fit Lab a Denver analizziamo quali sono i benefici biomeccanici offerti dalle configurazioni che disegniamo, dando un valore ai miglioramenti in agilità, velocità, potenza, precisione e resistenza alla fatica. Collaboriamo inoltre con l’Università di Denver, per comprovare scientificamente tali studi, che poi usiamo come base per innovare ulteriormente le future configurazioni.

  •  Risulta più complicato sviluppare un sistema di ritenzione per un casco oppure per le calzature?

Certamente lo sviluppo di calzature è molto più complesso perché rappresentano uno degli elementi principali dell’attrezzatura di un atleta, capace di influenzare le sue performances, mentre il casco è un elemento protettivo dalla costruzione abbastanza standardizzata e con ridotto sviluppo taglie. Offriamo tuttavia diverse soluzioni anche per i caschi, dalle più semplici configurazioni plug-in, a sistemi integrati con la tecnologia MIPS, fino a soluzioni custom per particolari tipologie di prodotto.

Qui di seguito vi proponiamo un test eseguito sul casco Bontrager Velocis Mips, con rotore BOA.

Bontrager Velocis Mips, il casco che ha tutto

  • Dal punto di vista dei costi, quanto incide il sistema BOA sul prezzo totale del prodotto?

Il costo di un sistema BOA® varia molto, in base alla piattaforma, alla quantità dei componenti ed alla complessità della configurazione. Tutto questo ha un’incidenza diversa per ogni tipologia di prodotto o segmento.

È interessante però constatare, come nei segmenti più maturi per BOA, l’incidenza del costo di un sistema BOA venga accettata, anche quando elevata. Questo succede perché l’utilizzatore finale conosce i benefici e i vantaggi che un prodotto disegnato con BOA® offre in termini di performance, precisione e facilità d’impiego.

  • BOA offre differenti sistemi per le scarpe da ciclismo (L6 / IP1 / S3). Quali sono le principali differenze in termini di funzionalità e perché BOA offre differenti piattaforme in senso più generale?

Nel ciclismo, possiamo raggruppare tutti i sistemi BOA® in 3 differenti interfacce d’uso.

  1. Il sistema S3, utilizzato nelle scarpe Specialized o il sistema FS1 comunemente utilizzato nei caschi. Entrambi permettono una regolazione micrometrica sia in chiusura che rilascio.
  2. Il sistema L6 permette la regolazione micrometrica in chiusura, più lo sgancio rapido.
  3. Il sistema IP1, comunemente utilizzato sui modelli top di gamma. Quest’ultimo permette una regolazione micrometrica sia in chiusura che rilascio, più lo sgancio rapido, offrendo quindi l’interfaccia più evoluta.

Riteniamo però, che le tre soluzioni, diverse tra loro, abbiano un valore proprio in differenti applicazioni, proprio per le loro diverse funzionalità. Ad esempio, nel ciclismo il sistema IP1 rappresenta il top per discipline come strada e cross-country, dove la possibilità di regolare la tensione di chiusura in corsa è fondamentale. Nel downhill invece il sistema L6, con le sue protezioni integrate, è la scelta ideale, perché il fit viene regolato prima della discesa, ma non durante… quando è “più conveniente” tenere saldo il manubrio.

a cura della redazione tecnica, grazie a BOA Fit System, immagini courtesy BOA

ulteriori informazioni su BOA, tramite il sito ufficiale

boafit.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.