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Bruxelles la capitale europea vestita di giallo

di - 09/07/2019

Il Tour de France 2019 è partito dal Belgio, da Bruxelles, città che assume sempre di più la forma di una metropoli a misura d’uomo, fulcro dell’Europa. La Grand Boucle si è fermata nella capitale belga per le prime due tappe, la tappa in linea del 6 Luglio con la Tappa “Bruxelles- Bruxelles” di 192 km e, il giorno successivo, con la crono squadre di 27 km , proprio nel cuore della città. Ecco il racconto di un viaggio.

Grazie all’invito di Visit Brussels – l’ente di promozione turistica della Regione – abbiamo potuto vedere da vicino i preparativi per il grande evento e conoscere Bruxelles ( o Brussels, detta all’olandese) durante un viaggio stampa nei primi giorni di Giugno. Siamo stati accolti da una “città in giallo”, che celebra in ogni modo “Le Gran Depart” (La grande partenza) del Tour 2019. Cantieri aperti, inaugurazioni, mostre e l’immagine di Eddy Merchx che sbuca ad ogni angolo e campeggia su striscioni e pannelli pubblicitari. Sì, perché il più forte ciclista d’ogni tempo, è nato in un sobborgo di Bruxelles , nella Capitale europea ha vissuto negli anni dell’agonismo e delle sue 525 vittorie da professionista… E esattamente 50 anni fa vinse il suo primo Tour de France.

#tour ensemble

Sostenibilità e mobilità sono le parole più attuali a Bruxelles. Le piste ciclabili della città sono ben segnalate e si snodano, dal centro storico,lungo i viali alberati e fin dentro ai parchi e ai boschi . L’utilizzo delle e-bikes è in continua crescita. Per due giorni consecutivi abbiamo pedalato con le bici elettriche , guidati da un giornalista di #tour ensemble. Il Team Tour Ensemble è composto da grandi nomi del ciclismo come Merckx, Evenepoel, Dumoulin e Viviani … non si tratta dei ciclisti professionisti, ma persone con lo stesso nome dei famosi corridori. È una squadra formata da ciclisti di ogni livello. Chi va in bici con la propria famiglia, chi va in giro con gli amici, chi cavalca le due ruote quando il tempo lo permette e chi sfida la pioggia e il vento per andare al lavoro tutti i giorni. Sono persone che identificano la pratica del ciclismo come una soluzione sostenibile per una mobilità lenta e ci sono , anche, quelli competitivi che praticano le gare e si allenano regolarmente. Guidati da Kris Clerckx abbiamo pedalato per una trentina di chilometri nel cuore di Bruxelles e negli spazi verdi dei parchi. Ebbene, ai ciclisti sono riservate attenzioni particolari : una segnaletica dedicata, percorsi ben tracciati e misure di sicurezza negli attraversamenti pedonali e nei tratti percorsi dai tram. Il tour in bici è il modo migliore per conoscere la città, per poterla visitare senza l’assillo del traffico e dei continui rallentamenti. Volendo, ci si può registrare al sito internet e destinare 1 euro a favore di un progetto che vuole mettere in bici le giovani mamme coi bambini.

tourensemble.brussels/nl/

100 anni di maglia gialla

La terza tappa del Tour, sempre in Belgio è partita da Binche, a una trentina di chilometri dalla Capitale belga, nella regione della Vallonia e proprio nell’Espace Wallonie (nel centro di Bruxelles) abbiamo visitato la mostra “100 anni della maglia gialla ” che rimarrà aperta fino al 14 luglio. Allestita da ASO, organizzatore del Tour de France, la mostra rende omaggio ai 15.059 corridori che hanno partecipato al Tour e ai molti ciclisti che hanno indossato con orgoglio la maglia gialla. Il più famoso è ovviamente Eddy Merckx, indiscusso signore del due ruote, che l’ha portata 111 volte nel corso della sua carriera. Un record! Abbiamo potuto vedere la bici usata da Merckx nel Tour 1972 : cassetta con solo 6 rapporti (e il più grande sembra un 23), leve dei freni e corone bucherellate per una ricerca di “leggerezza”, cavi esterni fissati al telaio con delle fascette. Sono esposte,anche, le maglie dei cinque volte vincitori: Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain; oggetti da collezione, aneddoti, video … E’ possibile cimentarsi con una applicazione digitale, che permette di scoprire un’infinità di informazioni relative alla maglia gialla e mettere alla prova le conoscenze ciclistiche. Si tratta di una App, presentata alla Parigi-Nizza, che attraverso uno schermo touch screen, interattivo, da accesso al più completo data base del Tour de France. Fu durante l’undicesima edizione del Tour del 1919 che Henri Desgrange, direttore di gara, creò la maglia gialla con i colori del quotidiano L’Auto, lo sponsor principale dell’epoca.  La regione della Vallonia, famosissima per alcune gare ciclistiche come la Liegi-Bastogne-Liegi o la Freccia Vallona, ha creato una rete di “strade lente” che si snoda per circa 1400 km attraverso strade in disuso , vecchie ferrovie e sentieri recuperati e trasformati in tratti ciclabili. La rete si chiama RAVeL e mette a disposizione gratuitamente le mappe di tutti i percorsi. La Vallonia è una vera e propria mecca per la MTB, con moltissimi percorsi segnalati e di diversa difficoltà, parchi bici e velodromi. A Houffalize (cittadina gemellata con Bellagio) si svolge una delle piu’ affascinanti competizioni di MTB : la Roc d’Ardenne, tappa belga dell’UCI Marathon Series.

http://walloniebelgiquetourisme.be/fr-be/content/expo-100-ans-du-maillot-jaune-a-lespace-wallonie-de-bruxelles

ravel.wallonie.be

Eddy Merckx “il cannibale”

Mai nessun corridore ciclista, o campione vivente, è stato celebrato come accade, per Eddy Merckx, di questi tempi a Bruxelles . Un monumento davanti alla sua abitazione, nel quartiere dove ha vissuto per quasi 20 anni; una strada intitolata a lui; una mostra fotografica allestita al Bozar (Centro di Belle Arti di Bruxelles); uno spot televisivo, dove lui è protagonista, e che compare a ripetizione sulla Tv belga; il suo volto a promuovere “Le grand Depart” nelle strade e sulle facciate dei palazzi. Siamo andati al Bozar a vedere la mostra fotografica “Le Tour de France 1969 d’Eddy Merckx”. 67 foto in bianco e nero e due pagine di giornale dell’epoca a ricordare che nello stesso giorno in cui Eddy vinceva il Tour, Neil Armstrong posava il piede sulla luna ! La mostra, opera dell’artista belga Jef Geys, propone immagini insolite, una versione privata del cannibale, ripreso lontano dalla ribalta, in diversi momenti della sua prima vittoria al Tour. Mezzo secolo fa ! Il reportage fotografico proposto dalla Mostra è molto particolare. Entra nel quotidiano nella vita del ciclista. Tra gli spettatori, le bici , le auto del team , un ciclista compare qua e là: è Eddy Merckx. detto il “cannibale” per le sue tante vittorie.

https://www.bozar.be/en/activities/149475-jef-geys

Festa della bici e dell’ambiente

Gli abitanti di Bruxelles hanno festeggiato – dal 31 Maggio al 2 Giugno – la 20esima Festa dell’Ambiente, “gemellata” quest’anno con la “Fete du Vèlo” : giornate dedicate alla sostenibilità e alle persone di Bruxelles di tutte le età e di tutti i ceti sociali, che si muovono per l’ambiente: chi agisce e chi ha idee. La Festa s’è svolta nel Parco del cinquantenario , uno spazio verde di 30 ettari, animato quest’anno da tantissimi ciclisti. I temi : clima, buon cibo, rifiuti zero, natura in città e generazioni sostenibili. Erano presenti oltre 60 associazioni , attive nella protezione dell’ambiente a Bruxelles. Abbiamo avuto la sensazione che ” bici-sostenibilità-tutela dell’ambiente” avanzino di pari passo, in una sorta di alleanza che vede tra i protagonisti principali le nuove generazioni. La mobilità elettrica è un’altro tema in velocissima evoluzione. Bruxelles è tra le capitali più sostenibili d’Europa, in grado di offrire ai suoi abitanti una media di 28 mq di verde, pro capite tra parchi, viali alberati, giardini all’inglese e persino boschi e foreste!

festival.environnement.brussels/

Il velodromo e il nuovo quartiere

Con una enorme campagna di promozione la Capitale belga , sull’onda del Tour de France (che porterà milioni di turisti), sta proponendo un’immagine green e moderna, per sfatare il luogo comune di città in”grisaglia istituzionale”, luogo di politica europea, frequentato da politici e giornalisti. In questo rinnovato atteggiamento rientra anche il progetto USQUARE : riqualificazione urbanistica di un vecchio complesso militare, da trasformare in un distretto universitario, che sarà anche uno spazio di vita aperto e versatile adatto alle esigenze della città del 21° secolo. Oltre ai campus e alle strutture per gli studenti, Usquare ospiterà strutture rivolte agli abitanti della zona e all’intera città, a partire da un food court, una libreria, un auditorium/centro congressi, aree residenziali e aree verdi con percorsi ciclabili. Il 1° Giugno abbiamo potuto assistere all’inaugurazione – nel cuore di questo nuovo quartiere – del Velodrom, con sessioni di gara, dimostrazioni, esibizioni e acrobazie su ogni tipo di biciclette e di “altri oggetti ruotanti non identificati”. Il Velodrom, completamente realizzato in legno di larice , è installato in via provvisoria e resterà nel cortile della vecchia caserma di Ixelles solo per qualche mese, come “occupazione” temporanea di quello che sarà un nuovo quartiere tecnologico della città. Ci sono voluti 40 metri cubi di larice siberiano FSC , 40 tonnellate di legno , per costruire in soli 15 giorni questo velodromo “provvisorio” ( Angolo di inclinazione 3,5 ° – 32,4 ° 38 metri di lunghezza , 4,8 m di larghezza della pista ).  Se pensate di andare a Bruxelles, non perdete l’occasione di una visita al Velodrom : potrete divertirvi a pedalare sulle paraboliche in legno e in una delle vecchie caserme militari potrete provare bici elettriche, monopattini a batteria e altre “cose” rotanti, che rappresentano il presente della mobilità urbana.

see.u.brussels/velodroom/

Bruxelles, non solo ciclismo

Nel nostro breve “viaggio stampa brussellese” – dopo le pedalate assistite, l’ubriacatura in giallo, la scoperta dei luoghi del “cannibale” e il viaggio nei cent’anni della maglia gialla – non poteva mancare un’ approccio privilegiato con la cucina belga. Gli organizzatori di visit Brussels ci hanno condotto in Piazza Santa Caterina, nel quartiere dei pescatori della Capitale, a la “Belle Maraichère”, ristorante di tradizione frequentato da Eddy Merckx, dove abbiamo potuto assaporare prelibatezze di pesce e crostacei del mare del Nord. Altra esperienza eno-gastronomica nel bellissimo quartiere di Saint Gery, animato da locali giovani, dove al “Roy des Belges” (strambo locale, che propone piatti deliziosi e birre profumate) abbiamo incontrato lo Chef Albert Verdeyen, famoso cuoco della squadra ciclistica Lotto-Belisol e per ben 7 anni capo cuoco al Tour de France. “Sai, i ciclisti possono mangiare qualsiasi cosa – mi dice Verdeyen – ma saggiamente. Al mattino, cucinavo loro una frittata con formaggio, prosciutto, riso e pasta, due uova intere e uno bianco in aggiunta, funghi … Frittelle e pane tostato…In serata, invece, una cosa più salutare, con un piatto di verdure crude ; un carpaccio di manzo su letto di fagioli à la Liège”. Gli abbiamo chiesto : per preparare il Tour segui il consiglio di un dietologo? “No, mai! L’unica persona che consulto è il medico di squadra che mi dice se il peso dei ciclisti rimane stabile.” Una ricetta di per i ciclisti a cui piace mangiare sano e rimanere in forma ? Il waterzooï ( uno stufato o zuppa, generalmente a base di pesce o di pollo, n.d.r.) è super buono. senza esagerare con la crema; sostituisco la panna con la crema di soia. Al mattino dolce e salato : due uova, riso , pasta e qualche marmellata “.

In Belgio troviamo tre regioni : Le Fiandre (a Nord), la Vallonia ( a Sud) e Bruxelles-Capitale. Visit Brussels è l’ente di promozione del turismo della Regione di Bruxelles. Il suo obiettivo è ampliare e consolidare l’immagine della capitale di 500 milioni di europei: al suo interno collaborano 6 dipartimenti che si occupano di altrettanti aspetti specifici. . Fanno parte dell’ente anche la sezione Comunicazione, che progetta e realizza Grandi Eventi. Dal 1° Settembre 2017 Visit Brussels ha aperto una sede a Milano che ha lo scopo di sviluppare la promozione turistica dedicata al mercato italiano.

a cura di Renè Enzo Piccinni

https://visit.brussels/it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.