La nuova Scalpel arriva a quasi 20 anni dal lancio della prima, usata Cadel Evans (team Volvo Cannondale) in Coppa del Mondo XCO nel 2001.
Il primo esemplare, presente nella gamma 2002 di Cannondale, aveva già la forcella Lefty con il controllo elettronico, le pedivelle Si, un carro innovativo con ammortizzatore collocato dietro al piantone sella con 63 mm di travel, e la predisposizione per soli impianti frenanti a disco. Era una bici in anticipo sui tempi, un aspetto che il marchio statunitense ha tenuto sempre in primissimo piano, costringendo – spesso e volentieri – i concorrenti a inseguire.
Nel 2003 arrivò il prototipo della Scalpel Six13 per i team Siemens in ottica Olimpiadi di Atene 2004. Era un telaio avveniristico, un mix di alluminio e carbonio riprendendo un concetto espresso anche sulla road bike. Non entrò mai in produzione per il costo troppo elevato, ma venne usata in gara sia da Cristoph Sauser sia da Roel Paulissen, indimenticati specialisti del cross country e delle gare di durata.
Passano due anni (2005) e la Scalpel arriva a 67 mm di travel al posteriore, mantenendo la stessa configurazione sino al 2008, quando viene introdotto il primo telaio full carbon (solo il piantone sella è realizzato con forgiatura OPI), conquistando il titolo iridato nella Marathon MTB (team Vredestein).
Il design della sospensione posteriore, e non solo, cambia nel 2008, con l’ammortizzatore che torna in posizione più classica all’interno del triangolo anteriore, al di sotto del top tube, per 100 mm di travel.
Cannondale è anticipo sui tempi anche nel 2012 quando la Scalpel conquista le ruote da 29”, mostrando un’indole più votata alle gare di durata che a quelle cross country. Cinque anni la separano (2017) da un’altra evoluzione importante: Scalpel Si ha ancora il carro posteriore zero pivot, con il brasiliano Henrique Avancini che diventa Campione del Mondo Marathon MTB nel 2018.
Nonostante questo, la penultima versione torna smaccatamente XC, con un aggiornamento importantissimo l’anno passato rappresentato dalla forcella Lefty Ocho, ora una metà di una monopiastra (fino a quel momento era la metà di una doppia piastra).
Arriviamo ora alla Scalpel 2021, svelata oggi, giovedì 21 maggio 2020 in piena Fase 2 da Coronavirus. Una bici ancora una volta in anticipo sui tempi, con soluzioni tecniche avveniristiche.
Scalpel Si MY21: le sospensioni al centro del progetto
Il cuore dell’ultima interpretazione della Scalpel sono sempre le sospensioni, dalla forcella al carro, entrambi da 100 mm di travel.
Il rapporto rigidità/peso è ottimizzato, agendo su una sospensione posteriore semplice ma che va oltre il concetto immediatamente precedente. Questo, da 100 mm con design zero pivot, aveva sì un design minimale però a discapito delle performance pure – grip, pedalabilità, ecc – e quindi della velocità.
L’obiettivo dei designer Cannondale era di sbloccare il potenziale non sfruttato, basandosi sempre su una cinematica semplice, ma senza preconcetti e sempre con il rapporto rigidità/peso in primo piano. Hanno lavorato in primis sulla velocità in salita: andature in fuori sella di potenza, ricercando centralità e trazione. A seguire sull’accelerazione: scaricare la potenza a terra negli sprint e nei sorpassi. La discesa non è meno importante, soprattutto nel moderno cross country: direzionalità, confidenza, e minor affaticamento nella guida.
Ma un carro semplice e leggero permette meno tuning, quindi sarebbe stato meglio ritornare a una sospensione più performante, in salita e in discesa. Ecco ricomparire un super classico, il giunto Horst che svincola la ruota posteriore dai foderi bassi, su cui è collocato. Ma questo porta a 200 g in più, tra cuscinetti e perni. Cosa fare, considerato che gli obiettivi sono contrastanti?
Carbonio laminato
Il fulcro è replicato con la laminazione del carbonio, prendendo il nome di FlexPivot (brevettato): viene generata una rotazione in un punto preciso scelto dai designer, al contrario della una balestra deformata in tutta la sua lunghezza (cosiddetta “leaf spring”) dello schema precedente in cui si sfruttava comunque la flessione controllata della nobile fibra. La sensibilità è ottima, serve applicare una forza di 1,8 kg per far flettere il carbonio (senza ammortizzatore montato).
Nei test al banco è stata superata del 150% l’aspettativa di vita utile per il mondo XC race, mentre sul campo Cannondale non si è fatta mancare nulla. È stato infatti coinvolto l’ex discesista britannico Josh Bryceland (vincitore della World Cup DH nel 2014) che ha usato un prototipo della nota trail bike Habit da 130 mm alla ruota posteriore, andando così ben oltre la destinazione d’uso della Scalpel. Anche in questo caso il test è stato superato brillantemente, ma al momento questa tecnologia non sarà usata al di fuori della Scalpel, fermo restando che potrà sfociare in futuro in nuovi progetti innovativi.
Ottimizzazione delle fibre
Cannondale ha lavorato su ogni singolo tubo, nodo e fulcro del telaio: forma e sezioni, materiali, ma anche e soprattutto fulcro principale con design Chainstay Garage. In pratica il piantone sella, appena sopra la scatola del movimento centrale, letteralmente “abbraccia” i foderi bassi in prossimità dello snodo, ottimizzando così la solidità dell’insieme che comprende anche cuscinetti e perno. Nel complesso il peso è da primato: 1.910 g per la versione in carbonio Hi-Mod in taglia M. Noi abbiamo in test una taglia L, qui le nostre prime impressioni.
Geometria a prova di gara
La geometria Outfront è stata adeguata ai tempi e alle richieste degli atleti, senza essere stravolta. Abbiamo un piantone sella da 74,5° (un grado in più rispetto al modello precedente), uno sterzo da 68° (un grado e mezzo in meno), un carro lungo 436 mm, movimento centrale alto 331 mm, mentre si allunga il top tube di 10/15 mm secondo la taglia (reach e stack rispettivamente di 455 e 601 mm in taglia L).
Cannondale va in controtendenza con la quota di rake della forcella Lefty Ocho, per avere una bici più agile: sale a 55 mm, con il trail che di conseguenza scende a 90 mm. Infatti per il brand statunitense la bici va intesa come un veicolo completo, cercando la massima integrazione di telaio e componenti (ruota posteriore asimmetrica Ai, pedivelle, forcella, cockpit) secondo l’approccio System Integration (Si). In ogni caso, l’obiettivo è di garantire maggior stabilità e sicurezza sui percorsi più difficili, mantenendo al contempo velocità di sterzata e maneggevolezza da XC.
Cinematica personalizzata
La geometria rientra nell’approccio Proportional Response insieme alla sospensione posteriore. In pratica ogni bici è studiata nelle singole taglie per telaio e carro ammortizzato (quando presente). La cinematica della sospensione garantisce la stessa efficienza dalla misura più piccola a quella più grande, dislocando gli snodi e dimensionando foderi alti e bassi in modo opportuno.
Per questo motivo, abbiamo solo due posizioni dell’ammortizzatore – tutto aperto e blocco – perché la sospensione garantisce la massima efficienza quando è sbloccata rendendo superflua un setup intermedio che compensi eventuali lacune.
Dettagli curati
La nuova Scalpel non è solo questa, ma molto altro. È compatibile con un reggisella telescopico con passaggio interno del cavo DirectLine, anche se nessun modello lo monta di serie, il passaggio ruota è fino a 2,4”.
Ritroviamo il sistema di sgancio rapido della pinza freno anteriore per smontare la ruota, così come il sensore velocità montato sul mozzo corrispondente, da usare in combinazione con la app (per Android e iOS) Cannondale che replica un ciclocomputer tracciando gli allenamenti sfruttando il GPS dello smartphone.
Sul lato trasmissione abbiamo anche un guida catena minimale (regolabile secondo la dimensione della corona singola) fissato sul fulcro principale della sospensione posteriore. Non mancano le protezioni sui foderi bassi (estese sulla zona del FlexPivot) e un parafango in gomma in prossimità del Chainstay Garage.
La chicca è rappresentata dal porta oggetti Stash montato sul supporto del portaborraccia del tubo obliquo (il secondo il piantone sella): può trasportare la bomboletta CO2 con erogatore o una mini pompa, un multitool Fabric (otto attrezzi), e un kit di riparazione tubeless DynaPlug. Non tutti gli allestimenti lo montano di serie, ma la compatibilità è garantita.
Cambia, rispondendo alle richieste dei meccanici e degli utilizzatori finali, il tiraggio del comando remoto della forcella Lefty Ocho: la forcella è ora aperta con il cavo rilasciato (chiusa con cavo teso), un approccio più tradizionale rispetto quello precedente.
Scalpel SE, per chi chiede di più
Arriva anche una versione più capace e versatile, meno stancante da guidare sulle lunghe distanze e sui dislivelli importanti, come già avvenuto per l’interpretazione precedente. Scalpel SE ha travel anteriore e posteriore da 120 mm, usando forcelle tradizionali e perdendo quindi in parte la sua anima dovuta all’impiego di una sospensione anteriore con quota di rake – e quindi trail – dedicata. Nel dettaglio, la nuova Rock Shox SID (con steli da 35 mm) ha rake di 44 mm con un trail che passa a 112 mm. Troviamo un allestimento dedicato: piega rise, gomme più larghe e tassellate, reggisella telescopico di serie. Anche la geometria cambia, con sterzo che passa a 67°, piantone sella da 74°, movimento centrale alto 344 mm, carro lungo 436 mm, reach e stack da 450 e 611 mm in taglia L.
Gli allestimenti
Scalpel e Scalpel SE sono immediatamente disponibili presso i rivenditori autorizzati Cannondale. Accanto alla versione Hi-Mod 1 (telaio in carbonio ad alto modulo), con peso dichiarato di 9,76 kg (tubeless, senza Stash), ne troviamo altri tre con telaio tradizionale in carbonio Ballistec: 2 anche in versione dedicata al pubblico femminile Women’s (10,71 kg e 10,21 kg), 3 e 4 (rispettivamente 11,72 e 11,77 kg), quest’ultima con forcella Fox 32 al posto della Lefty Ocho. Due versioni per la Scalpel SE: 1 e 2, anche in questo caso la seconda disponibile nella versione Women’s (rispettivi pesi di 11,32 e 12,35 kg, 12,15 kg per quella femminile). I prezzi passano da 3.699 a 7.999 € per Scalpel e da 3.799 a 4.999 € per Scalpel SE. Le taglie vanno da S a XL, mentre la versione femminile va da S a L. Vediamo ora i montaggi in pillole.
Scalpel Hi-Mod 1 – 7.999 €
L’allestimento della Scalpel Hi-Mod 1 in pillole: forcella Lefty Ocho Carbon da 100 mm; ammortizzatore Fox Float DPS Factory EVOL; trasmissione Shimano XTR/XT 1x12v con guarnitura HollowGram (corona Ai 34d e cassetta 10-51d); freni a disco Shimano XTR a due pistoni con rotori Ice Tech da 160/160 mm; ruote con cerchi HollowGram 25 Carbon tubeless ready e mozzi Lefty 60/DT Swiss Boost; pneumatici Schwalbe Racing Ray SpeedGrip/Racing Ray Speed Evo SnakeSkin TL 29×2,25″; cockpit Cannondale 1 con piega flat in carbonio larga 760 mm; reggisella Enve Carbon 0° offset; sella Prologo Dimension NDR Tirox.
Scalpel 2 – 4.999 €
L’allestimento della Scalpel 2 in pillole: forcella Lefty Ocho da 100 mm; ammortizzatore Fox Float DPS Performance Elite EVOL; trasmissione Shimano XT 1x12v con guarnitura HollowGram (corona Ai 34d e cassetta 10-51d); freni a disco Shimano XT a due pistoni con rotori da 160/160 mm; ruote con cerchi HollowGram 25 Carbon tubeless ready e mozzi Lefty 60/DT Swiss Boost; pneumatici Schwalbe Racing Ray SpeedGrip/Racing Ray Speed Evo SnakeSkin TL 29×2,25″; cockpit Cannondale 2 con piega flat in alluminio 2014 larga 760 mm; reggisella Cannondale 2 in lega 7075 e 0° offset; sella Prologo Dimension NDR STN.
Scalpel 3 – 4.199 €
L’allestimento della Scalpel 3 in pillole: forcella Lefty Ocho da 100 mm; ammortizzatore Fox Float DPS Performance Elite EVOL; trasmissione Shimano XT/SLX 1x12v con guarnitura HollowGram (corona Ai 34d e cassetta 10-51d); freni a disco Shimano Deore a due pistoni con rotori da 160/160 mm; ruote con cerchi Stan’s NoTubes Crest S1 tubeless ready e mozzi Lefty 60/Shimano MT510 Boost; pneumatici Schwalbe Racing Ray/Racing Ray Performance Addix TL 29×2,25″; cockpit Cannondale 3 con piega flat in alluminio 2014 larga 760 mm; reggisella Cannondale 2 in lega 7075 e 0° offset; sella Prologo Dimension NDR STN.
Scalpel 4 – 3.699 €
L’allestimento della Scalpel 4 in pillole: forcella Fox Float Rhythm 32 SC da 100 mm; ammortizzatore Fox Float DPS Performance Elite EVOL; trasmissione SRAM NX/SX Eagle 1x12v con guarnitura Truvativ Stylo 6k DUB (corona Ai 34d e cassetta 11-50d); freni a disco Shimano MT500 a due pistoni con rotori da 160/160 mm; ruote con cerchi Stan’s NoTubes Crest S1 tubeless ready e mozzi Shimano MT400 Boost; pneumatici Schwalbe Racing Ray/Racing Ray Performance Addix TL 29×2,25″; cockpit Cannondale 3 con piega flat in alluminio 2014 larga 760 mm; reggisella Cannondale C3 in lega 6061 e 0° offset; sella Prologo Dimension NDR STN steel.
Scalpel SE 1 – 4.999 €
Questo il montaggio della Scalpel Carbon SE 1: forcella Rock Shox SID Select+ RL DebonAir 120 mm; ammortizzatore Rock Shox SIDLuxe Select+ 2-pos; trasmissione Shimano XT 1x12v con guarnitura HollowGram (corona Ai 34d e cassetta 10-51d); freni a disco Shimano XT a due pistoni con rotori da 180/160 mm; ruote con cerchi HollowGram 25 S carbon tubeless ready e mozzi Formula/DT Swiss boost; pneumatici Maxxis Ardent Race 2,35″/Rekon Race 2,25″ Exo TL; cockpit Cannondale 1 con piega rise in carbonio larga 780 mm; reggisella telescopico Cannondale DownLow Dropper (100 mm per S, 125 mm per M/L, 150 mm per XL); sella Fabric Scoop Flat Elite Cr-Mo.
Scalpel SE 2 – 3.799 €
Questo il montaggio della Scalpel Carbon SE 2: forcella Rock Shox SID Select DebonAir 120 mm; ammortizzatore Rock Shox SIDLuxe Select+ 2-pos; trasmissione SRAM SX Eagle 1x12v con guarnitura Truvativ Stylo 6k DUB (corona Ai 34d e cassetta 11-50d); freni a disco Shimano MT500 a due pistoni con rotori da 180/160 mm; ruote con cerchi Stan’s NoTubes Crest S1 tubeless ready e mozzi Shimano Deore boost; pneumatici Maxxis Ardent Race 2,35″/Rekon Race 2,25″ Exo TL; cockpit Cannondale 3 con piega rise in alluminio 6061 larga 760 mm; reggisella telescopico Cannondale DownLow Dropper (100 mm per S, 125 mm per M/L, 150 mm per XL); sella Fabric Scoop Radius Sport steel.
Info: cannondale.com
[foto: Cannondale, Cristiano Guarco]