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Canyon Aeroad terza generazione una bici pazzesca

di - 06/10/2020

I più attenti l’avranno già vista e notata, in dotazione al campione olandese MVDP. Canyon lancia ufficialmente la terza generazione della Aeroad, non solo una bici aero, ma una piattaforma che impressiona per la tecnologia che porta con se, per alcune soluzioni innovative e per le prestazione che è in grado di esprimere ovunque. Eccola nei dettagli.

La bici usata da MVDP, difficile vederlo con un’altra bici della gamma Canyon.Questa foto risale al 2019.

Canyon Aeroad aerodinamica funzionale

Gli anni passano, le tecnologie evolvono e con loro le soluzioni tecniche, ma il progetto Aeroad mantiene il suo core concept che vede un design funzionale alle performances della bicicletta. Ma! Perché c’è un ma, anzi, più d’uno. Dobbiamo considerare che nel corso di un decennio e poco più sono cambiate le esigenze dei corridori, sono evolute le tecnologie di sviluppo e con loro le performances dei mezzi. L’aerodinamica è ovunque, anche quando si pedala in salita.

Una delle simulazioni provate all’interno del wind tunnel. In questo caso i test sono stati esguiti con Ferdi, una sorta di manichino che sostituisce il ciclista, anche mimando il gesto atletico.

Migliorare e sfruttare l’aerodinamica

L’aerodinamica non è un concetto astratto, nonostante sia un termine che non di rado identifica ricerca e modernità. Il concetto di aerodinamica è applicabile ovunque, trova differenti sviluppi e permette di migliorare un prodotto. Dobbiamo pensare, rimanendo in ambito bici, che già a 14kmh, affrontiamo delle forze di contrasto che generano resistenza. Se è vero che è il ciclista la più grande variabile, è altrettanto vero che partire da un mezzo che riduce gli effetti negativi della penetrazione dello spazio, può essere un vantaggio notevole. Canyon Aeroad 2021 è stata sviluppata con la collaborazione di Swiss Side, azienda partener della F1, ma anche di DT Swiss.

La nuova Aeroad CFR Di2

La Aeroad che vediamo oggi è tutta nuova, dalle geometrie fino ad arrivare alla componentistica. Tre piattaforme disponibili, CFR, CF SLX e CF SL, per otto allestimenti in totale, anche con ruote 650b per le taglie più piccole (CF SL).

Inoltre, già nella precedente versione, la bici veniva proposta con una gommatura dalla sezione differenziata: 23c per anteriore e 25c per la ruota posteriore. Ora le sezioni aumentano e prevedono 25c per avantreno e 28c per retrotreno. Perché? Perché le larghezze dei cerchi sono aumentate e i canali interni si sono allargati. E’ necessario sfruttare a pieno le potenzialità degli equipaggiamenti e massimizzare la penetrazione dello spazio (e anche il comfort ne guadagna).

Icona delle aero concept

La Canyon Aeroad ha fatto entrare il mondo del ciclismo nel settore dell’aerodinamica applicata allo sport pedalato. Focalizzandosi sul nuovo progetto, questo ha preso in considerazioni alcuni obiettivi:

  • migliorare la penetrazione dello spazio riducendo il peso.
  • Massimizzare l’integrazione e rendere ogni componente adattabile a differenti tipologie di ciclista.
  • Non sacrificare completamente il comfort e usare quest’ultimo per migliorare stabilità e reattività.
  • Sviluppare un design gradevole e moderno.

Nuovo cockpit alla base della geometria

Prima di passare alla descrizione del frame-kit è necessaria una descrizione del cockpit CP0018 Aerocockpit, un esempio di risparmio di peso, abbinato a personalizzazione ed efficienza. Questo è una sorta di componente modulabile, customizzabile in larghezza e in dotazione alle versioni CFR e CF SLX della nuova Aeroad, il 27% più leggero rispetto al precedente modello.

E’ studiato in maniera specifica per questa bici Canyon e si integra in maniera altrettanto specifica con la forcella, senza la necessità di tagliare lo stelo di quest’ultima in fase di settaggio delle misure. Lo stelo della forcella presenta una sorta di svasatura che è l’alloggio del profilato interno allo stem di Aerocokpit. Non è compatibile con la bici Ultimate. La parte centrale è un blocco unico con lo stem e diventa una sorta di canale d’ingresso per le due estremità.

Compatta e non eccessivamente ribassata

Ogni manubrio ha tre larghezze disponibili e sempre dispari. Scriviamo di una bici race e da atleta pro, ma con uno stack maggiore di 9 mm e un reach inferiore di 5 mm, rispetto al modello più anziano, a parità di taglia e considerando il cockpit in dotazione. Questi numeri, facilmente fanno considerare una bici più corta, compatta ma che non estremizza lo schiacciamento del busto (e del diaframma) verso il basso. Il rapporto tra reach e stack della terza generazione di Aeroad, avvicina questa bici alla Ultimate CFR.

Foto di Matteo Malaspina

Canyon Aeroad CFR

Si tratta della versione top di gamma, che esprime la massima tecnologia, ricerca ed utilizzo della componentistica.

  • Il frame e la forcella sono full carbon in monoscocca. Rispetto alla precedente versione CF SLX ha un telaio del 14% più rigido, con un risparmio di peso di 168 grammi a parità di taglia.
  • Come anticipato, la CFR e la CF SLX hanno il manubrio integrato.
  • Menzione aggiuntiva per il seat-post, che cambia rispetto al passato, in merito allo shape, con una forma a goccia e profilo posteriore tronco, più largo e con un sistema di serraggio completamente rivisto.
  • Tutto è nascosto nel telaio e il reggisella non prevede il supporto della batteria Di2 (posizionata e ancorata nella parte bassa del frame).

Quattro gli allestimenti per la CFR

  • Di2, come quella provata in anteprima da noi, con Shimano Dura Ace Di2 e ruote DT Swiss ARC1100 Dicut 62 (7499 euro) munita anche di power meter Shimano.
  • eTap con misuratore di potenza alla guarnitura e con le stesse ruote della Di2 (7999 euro).
  • Per terminare con l’allestimento CFR EPS, che si basa sulla trasmissione SuperRecord Disc EPS 12 (8999 euro) e ruote Bora One 50.
  • Tutte le versioni hanno pneumatici con sezione differenziata, anteriore 700×25, posteriore 700×28. Sette le misure disponibili: 2xs, xs, s, m, l, xl, 2xl. Tutte le taglie hanno in comune lo stesso angolo piantone di 73,5°. È possibile acquistare anche il frame kit (telaio, forcella, cockpit, serie sterzo, seat-post e freni Sram) a 4299 euro.
  • CFR, acronimo di Canyon Factory Racing, il livello più alto delle bici del brand di Cobenza.

Aeroad CF SLX

Un gradino più sotto alla CFR troviamo la CF SLX 8, per quella che era la top level fino alla precedente versione. Pur basandosi sul medesimo progetto, le differenze ci sono e anche gli allestimenti lo confermano.

Due allestimenti Di2 e eTap

Il primo ha in dotazione la trasmissione Shimano Ultegra Di2 (4999 euro) con ruote DT Swiss Dicut ARC 1400 da 62 mm di altezza (le ruote sono comuni ad entrambi gli allestimenti) e sempre con gommatura dalla sezione differenziata tra anteriore e posteriore. eTap (5299 euro) ha la trasmissione Force senza fili a 12 velocità. uguale alla versione CFR lo sviluppo e il numero della misure disponibili. Non è disponibile il solo frame kit, ma CF SLX è presente come bici completa.

Aeroad CF SL

Il primo aspetto da sottolineare è la presenza delle taglie 3xs e 2xs per atlete con altezza inferiore ai 158 cm e che prevede un modello con ruote da 650b. La ragione principale di questo diametro di ruote è una configurazione ottimale per via di una taglia extra compatta. In totale le misure disponibili sono otto: 3xs e 2xs (entrambe con ruote 650b), xs, s, m, l, xl 2xl. Gli allestimenti sono 3: 7, 8 e 8 WMN (quest’ultimo arriva fino alla taglia media). Si parte rispettivamente con la trasmissione Shimano 105 disco (3299 euro), Shimano Ultegra meccanica (3699 euro), comune alla 8 e 8 WMN. Tutte queste versioni hanno le ruote Reynolds AR con profilo differenziato 58/62 (gommate Conty GP5000 700×25).

Le nostre impressioni

Simile ma non uguale, il primo sguardo può recitare così, a tratti più sfinata rispetto al modello precedente, in altri punti con un impatto più marcato. Il video in allegato identifica al meglio la bicicletta, per design e per le impressioni dopo il test. Vogliamo citare in aggiunta un dettaglio che ci ha colpito parecchio e in modo positivo. La posizione in sella e il feeling, perché se la prima ci ha fatto risparmiare circa un centimetro (rispetto a quella che adottiamo normalmente), il feeling è stato immediato e senza sofferenze: per una bici corsaiola non è così scontato.

Se le geometrie che sviluppa Canyon non sono mai oggetto di estremizzazione, ma accontentano differente caratteristiche fisiche, è anche vero che la Aeroad è una bici aero concept senza mezzi termini. Questo lo è principalmente per i dati che esprime e per la rapidità con la quale guadagna velocità. La differenza però, ricordiamo che siamo sempre in ambito bici aerodinamiche, stà nella capacità di performare in salita, nella reattività (anche con ruote dal profilo più basso, noi l’abbiamo provata con tre configurazioni diverse).

photo credits Matteo Malspina

Approfondire e capire il suo carattere

Ecco che di seguito vi proponiamo le immagini della bici in tre differenti configurazioni, da quella ufficiale, alle due successive (non ufficiali) che rendono al meglio l’idea della nostra prova e del messaggio che vogliamo trasmettere.

La configurazione originale, che prevede le ruote DT Swiss ARC 1100 Dicut da 62 mm di altezza.
La seconda configurazione da noi provata, sempre con le ARC 1100 Dicut, ma con cerchio da 50 mm di altezza e pneumatici tubeless.
Una configurazione che può essere apprezzata dagli “scalatori”, con le Mavic Ksyrium Carbon Disc, dal profilo basso e con gomme tubeless.

Sorprende perché!

Colpisce il modo in cui si adatta ad un differente allestimento e le ruote sono in grado di variare il carattere di una bici. Ecco perché la Aeroad va bene anche in salita.

A cura della redazione tecnica, foto matteo malaspina

canyon.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.