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Canyon Grail CF SLX 8.0 Di2, gravel e oltre

di - 27/07/2018

Canyon Grail a nostro parere è una sorta di icona per una categoria moderna, il gravel, segmento di bici che riscuote sempre maggiori consensi. Grail è una bici che ci piace definire “tuttoterreno”, curata nei dettagli, comoda ed elegante ma capace di mostrare i muscoli quando gli viene richiesto. Il segreto del suo successo? Una grande e ottimale versatilità, comoda sempre, reattiva quando serve, veloce nella guida e ampiamente personalizzabile (anche in merito alle performances). Canyon Grail non è compromesso ma un mezzo che nasce in maniera specifica per il gravel. 

A distanza di due anni il segmento gravel è cresciuto, si è evoluto e si è ritagliato uno spazio importante nel mercato attuale, sempre più specifico ma che, sotto il profilo tecnico, avvicina le diverse categorie del “settore bicicletta”. Il gravel non è moda passeggera ma un veicolo di promozione sfruttato e preso ad esempio da territori, da aziende di promozione turistica, una nuova frontiera per il turismo ma anche d’interpretazione delle due ruote: molti grandi marchi hanno investito risorse e tecnologia in questa categoria. Grail e gravel, due nomi che viaggiano paralleli: non parliamo di una bicicletta modificata, di un assemblaggio approssimativo, Canyon Grail è la bici specifica per chi vuole fare gravel, per chi ama pedalare su asfalto (senza troppi sacrifici e senza essere troppo lento) e al tempo stesso si butta nei sentieri e strade bianche.

Canyon Grail, curata nei dettagli, ricercata, bici dove la combinazione tra il cockpit CP01 CF e il seat-post VCLS 2.0 CF diventano un valore aggiunto che ha un’importanza primaria. Infinite possibilità di presa sul manubrio, smorzamento delle vibrazioni e stabilità anche sullo sconnesso.

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Considerando la categoria di cui fa parte, ci aspettavamo una bici più lenta, tranquilla e invece ci siamo ritrovati a lavorare su una bicicletta che regala belle soddisfazioni in termini di performances tecniche e, veramente tanto sicura. La Grail trasmette un feeling notevole, ovviamente le gomme abbondanti ci mettono del loro ma, è altresì vero che gli angoli del piantone e dello sterzo, giocano un ruolo fondamentale sulla stabilità del mezzo. Per lo stradista puro: Canyon Grail non è una bici da ciclocross riadattata, non è una bici da strada con le gomme tassellate, Grail è “la bici per il gravel”, buona e gratificante quando (magari) si vuole pedalare più tranquilli al di fuori della stagione agonistica. Per il biker: la Grail non è una mtb, front o full, ma, nonostante questo non potete immaginare dove vi può portare. Evitando le discese di roccia con drop di un metro e mezzo, non ha paura di nulla e con gli pneumatici settati a dovere (magari in configurazione tubeless), sul pedalato può essere più veloce proprio di una mtb. Il doppio plateau anteriore: 50/34 anteriore, 11/32 posteriore, con trasmissione Di2, pedalare sempre e cambiata assicurata.

SCHEDA TECNICA

TELAIO: Canyon Grail CF SL full carbon

FORCELLA: Canyon OneOne Four SLX full carbon

GRUPPO: Shimano Ultegra Di2

CATENA: Shimano

FRENI: Shimano Ultregra Disc 160×160 mm

RUOTE: DT Swiss C1800 Spline

PNEUMATICI: Schwalbe G-One Bite

SERRAGGI: perni passanti 100×12 mm ant., 142×12 mm post.

CURVA MANUBRIO: Canyon cockpit CP01 CF full carbon integrato

ATTACCO MANUBRIO: –

NASTRO: Canyon

SERIE STERZO: Canyon

SELLA: Fi’zi:k Aliante R5

REGGISELLA: Canyon VCLS 2.0 CF S15

COLORE: carbon copper

PESO RILEVATO: 8,47 kg (senza pedali)

PREZZO: 3299 euro

PRODUTTORE: canyon.com

foto di Matteo Malaspina, video Franz Rizza videomaker

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.