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La Valtellina che non ti aspetti

di - 06/07/2024

foto Giovanni Levi/Luca Calcagno

La Valtellina è una terra di confine capace di attrarre ciclisti provenienti sia dall’Italia sia dal Nord Europa. Una terra che, se attraversata con curiosità e la giusta andatura, rivela un animo romantico che in pochi conoscono davvero, fatto di ruralità, cultura e tradizioni.

Una valle da attraversare con curiosità

Se c’è un territorio che, più di altri, ha nella bicicletta il mezzo perfetto per essere esplorato, è la Valtellina. Questa valle ampia e lunga (oltre cento chilometri dalla punta del lago di Como fino a Bormio) si percorre spesso in modo distratto e superficiale, per poi infilarsi in una delle sue diramazioni perpendicolari, che portano ai molti luoghi di villeggiatura che l’hanno resa famosa. Attraversarla come in un veloce trasferimento verso la meta è modo più sbagliato per vivere questa terra.
La fretta è il peggior nemico della scoperta e la ricompensa per chi dedica alla Valtellina il giusto tempo è una meraviglia inaspettata.
Solo spostandosi più adagio e alzandosi dal fondovalle, ci si accorge che quei paesi che si puntellano sui fianchi delle montagne e che abbiamo sempre e solo visto scorrere oltre i finestrini dell’auto, sono in realtà la vera ricchezza di questa terra. Gioielli di ruralità e architettura, custodi di racconti, che rendono il cicloturismo in Valtellina un viaggio fra storia e tradizioni.

In fondovalle o a mezza costa

Ci sono due modi per scoprire e farsi sorprendere da questa valle. Il primo è mettere le ruote della bici sul Sentiero Valtellina (che collega Bormio a Colico lungo un percorso di 114 km, costeggiando il fiume Adda), che è il punto di osservazione privilegiato per vivere la valle dalla sua pancia, nonché quello più accessibile a chiunque possegga una bici e un minimo di allenamento, poiché lo si può pedalare anche un pezzettino per volta.
Il secondo è lasciare il fondovalle e guadagnare un po’ di quota in costa, sui pendii che delimitano la valle. È la Via dei Terrazzamenti. Settanta chilometri di tracciati esposti a ovest, un su e giù fra i 300 e i 700 metri di quota, che uniscono Tirano e Morbegno. In questo caso, l’esperienza assume contorni differenti. Sia per l’angolo di osservazione sia per il modo in cui la si vive, ossia lungo strade rurali dove questa terra produce i suoi prodotti più noti, come i vini, e più tradizionali, come la segale e il grano saraceno. Percorrendo quelle vie che – oggi come un secolo fa – sono il manifesto del rapporto tra uomo e natura, qui in relazione e in equilibrio. Il mezzo migliore per chi decide di affrontare questo tipo di scoperta è la Mountain bike o, meglio ancora, la bici da Gravel, poiché la parola “dislivello” diventa parte del racconto e poiché alcune delle scoperte inaspettate si fanno lontano dall’asfalto, su strade sterrate, lastricati storici e vie terrazzate. 
La bellezza dei paesaggi è ininterrotta ma alcuni scorci lasciano a bocca aperta e non solo per la meraviglia: le salite che si inerpicano tra i vitigni, i terrazzamenti, i centri storici medievali, i meleti, i castagneti, i mulini, i palazzi, i castelli, i santuari…

Tutto intorno a Sondrio

Se prendiamo Sondrio come epicentro della Valtellina, non solo facciamo una cosa giusta dal punto di vista geografico, ma anche una scelta che ci permette di identificare due territori ciclabili con caratteristiche ben definite, che si sviluppano in media valle uno a est e uno a ovest del capoluogo.
Il primo, che si estende fino a Tirano, soddisfa lo spirito con un storia ricca e millenaria raccontata dai suoi antichi borghi, e mette a dura prova le gambe con salite che si fanno ricordare.
Il secondo si distende invece verso il Lago di Como, immergendo chi lo pedala in un tratto di Valtellina più selvaggia, dove è la natura, con i boschi, le radure, i paesi e le strade di campagna del fondovalle a essere protagonista: vigne e crap, chiese di paese come cattedrali, campi di grano saraceno, il fiume Adda. Le Alpi tutto intorno a fare da sfondo.
A fornire lo spunto per una esplorazione di questi due territori è un evento cicloturistico, non competitivo, in calendario sabato 21 e domenica 22 settembre 2024: Gravellina.

Gravellina

Si tratta di un giro in gravel tra i vigneti terrazzati e sulle strade rurali di Valtellina, che in autunno sono vivaci e quasi agitate, con la vendemmia vicina e le mele mature. Una traccia da seguire in un paesaggio dove uomo e natura sono in relazione e in equilibrio, un po’ come i sassi dei muretti a secco che sostengono i terrazzamenti della viticoltura eroica. Questa è – in sintesi – Gravellina. Ma descriverla solo con le parole non è facile perché non si può raccontare la sua parte più vera, quella fatta di suoni, colori e profumi. Per capirla ci vogliono tutti e cinque i sensi. In aggiunta naturalmente alle gambe per pedalarla.
Gravellina è una pedalata spensierata, con qualche salita che – in realtà – qualche pensiero dà. Il fondo è un bel mix divertente: sterrato, lastricato, un po’ di singletrack e qualche tratto su asfalto.

E i nomi dei tre tour richiamano le misure del tradizionale bricco valtellinese utilizzato in passato per assaporare il vino in compagnia

1/2 Gravellina – Est
Sono 75 chilometri e 1.900 metri di dislivello sui vigneti terrazzati che da Sondrio raggiungono Teglio e il tiranese. Si attraversa un tratto di Valtellina ricco di storia con borghi medievali, palazzi e castelli e belle salite (alcune impegnative) che aprono a indimenticabili scenari.
1/2 Gravellina – Ovest
Misura 55 km e 1.300 metri di dislivello. Si va in direzione opposta, da Sondrio verso il Lago di Como, attraversando un tratto di Valtellina più selvaggia: boschi, radure, paesi e le strade di campagna del fondovalle con tratti sull’argine del fiume Adda e sul Sentiero Valtellina.
1/4 Gravellina
È il tour corto, ovvero meno chilometri (35 km), meno dislivello (800 m), ma uguale spirito, bellezza e gusto. Anche qui si attraversano super-spot come la Santa Casa di Tresivio che è la chiesa più grande della Valtellina e il ponte sulle Cassandre sospeso a quasi 100 metri sopra il torrente Mallero, oltre che view-point tra i vigneti. Un bellissimo itinerario anche per chi ha meno allenamento nelle gambe.

Gravellina ha il suo cuore a Parco Adda-Mallero Bartesaghi a Sondrio, area verde e fresca in riva al fiume Adda, con attività aperte a tutti. Gravellina sarà una grande festa di fine estate, con musica dal vivo e la possibilità di gustare tutte le delizie dell’enogastronomia valtellinese.

Realizzato con il contributo di Regione Lombardia