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Come si costruisce e sviluppa un test

di - 17/02/2020

Il test di una bici, di una sella, di un paio di ruote è la parte più divertente e bella del nostro mestiere, un lavoro che però dietro la bici nasconde molto altro. Vogliamo raccontarvi qualcosa in più.

Veicolare un messaggio

Il nostro lavoro e la nostra categoria sono cambiati molto nel corso degli anni. Oggi tutti sono in grado di “pubblicizzare” qualcosa, dal semplice individuo che guarda la pagina Facebook, alle aziende che tramite i canali web (propri) si focalizzano nel veicolare il proprio messaggio. Oggi come oggi ogni marchio, ogni brand, tutte le aziende sono delle media company, perché avere un sito, un profilo FB, una pagina Instagram e un numero What’s Up (sempre attivo), sono strumenti di comunicazione.

Il test e la creazione del contenuto

Una cosa è comunicare un messaggio, un’altra è la creazione di un contenuto, come un test, una prova e un approfondimento. Noi non siamo l’azienda che si concentra “solo” sui prodotti del suo listino. Noi siamo un gruppo di lavoro composto prima di tutto da pedalatori appassionati (e non è poca cosa), che amano la bici e non di rado sottraggono tempo alla famiglia, alla casa e alle normali attività quotidiane. Il gioco, la passione e il lavoro, tutto sul filo del rasoio: ma dove è il confine? Quando i tre aspetti si mescolano tra loro è difficile capire dove sia l’inizio e dove la fine. Dove termina l’attività lavorativa e dove inizia il divertimento.

Vivere la bici fa parte del lavoro

E’ necessario essere “sempre sul pezzo”, aggiornati e il più possibile autorevoli, bisogna pedalare, sempre, perché oltre al piacere di salire sulla bicicletta è vivere il mezzo che ti offre spunti importanti, dettagli e sfaccettature che non si percepiscono seduti ad una scrivania, di fronte ad un pc. La parte redazionale (quella a secco, come andare in palestra per un ciclista, durante la fase di preparazione invernale) è importante, necessaria e ha il suo valore ma usare un prodotto ti permette di capire ed essere vicino alla gente (dentro la pancia del gruppo).

Outdoor e indoor

Chi vi scrive fa circa 20000 km anno (in totale) ma una cosa è provare, saltando da una bici all’altra (più di 20 nel corso di una stagione agonistica amatoriale), da uno pneumatico ad un altro. Uscire in bici a fare il test, rientrare a casa perché qualcosa non va, uscire nuovamente, per poi rientrare e testare un tipo di tabella particolare per un sistema di indoor training. Un’altra cosa è pedalare e un’altra è allenarsi. Tutto quello che trovate di seguito è solo un modo per rendervi partecipi di quello che facciamo e come.

La bici non è una sola

Poi ci sono le bici gravel, ora le e-road e le mtb (ovviamente anche le e-mtb). Per noi un bike test (solo per fare un esempio), non può essere inferiore ai 300/400 km (qualche km in meno per le bici off road), suddiviso in più uscite e che comprende almeno un test “lungo”. Il lungo si, la distanza, che in base alla stagione va oltre i 100 km (magari 3 ore quando si parla di mtb), quando il meteo lo permette (e anche il datore di lavoro) si avvicina ai 200. Poi tutto quello che sentiamo, che abbiamo percepito e che la bicicletta ci ha trasmesso, dove essere riportato per costruire il test. Tutto facile? Tutto bello? Beh dipende ma proprio qui ci si rende conto che non è più un gioco. Ah, dimenticavo! Poi ci sono le trasferte e magari si prendono 30 aerei in un anno……

Test, bici e aziende

Fare un test di una bici e di un prodotto che “non va bene”! A volte capita. Un difetto, un dettaglio non ottimale e un sistema che non esprime al massimo le potenzialità descritte dal produttore. A noi il compito di descrivere, di categorizzare ed eventualmente renderci partecipi di una modifica (si parla e si collabora con il marchio). Capita per le auto e capita nel settore sportivo. Non dobbiamo dimenticare che la bici e i suoi componenti hanno anche una forte componente soggettiva (non dobbiamo mai scordarlo). Siamo umani (e neppure di primo pelo) e dobbiamo essere coscienti che l’errore è dietro l’angolo. Una valutazione sbagliata, un eccesso di prestazione possono sempre capitare. Siamo coscienti di questo: spesso ripetiamo un test per capire ed approfondire meglio.

Per quanto possibile cerchiamo sempre di usare il power meter per una valutazione precisa e per renderci conto di come funziona la bici in quelle determinate situazioni.

I materiali

Chi esce con noi durante i nostri test, ci vede spesso con la stessa sella (prove delle selle a parte). Ci vede con il power meter (anche quando non fa parte della dotazione base della bici in prova), le stesse ruote, a volte il nostro manubrio e le nostre gomme. Durante le uscite più importanti, quelle dove ci concentriamo sulla prova, dobbiamo essere nelle condizioni ottimali per lavorare e vogliamo “sentire il mezzo”. Usare una bici, fare la valutazione, sviluppare l’intero test con un paio di ruote che non abbiamo mai usato, non è corretto e non è professionale (un esempio). Non di rado chiediamo supporto ai marchi di bici per la fornitura di un telaio su cui lavorare, da montare e smontare in base alle necessità, proprio per avere uno strumento con cui abbiamo confidenza.

Le gare

Ci piace sentire l’agonismo, vivere quell’aspetto emozionale che ci portiamo dentro e che solo la competizione è in grado di regalare. Partecipiamo alle gare perchè le usiamo come banco di prova e test. Andiamo ad ingarellarci perché vogliamo sentire l’umore del “gruppo”. Anche grazie a questo si percepiscono e si valutano le tendenze della “gente che spende i soldi per la bici”. Giusto? Sbagliato? Simpatici o antipatici? A noi piace il nostro lavoro e cerchiamo di farlo nel modo più corretto ed aggiornato possibile. Molto sta cambiando (sempre più velocemente) e cambierà ancora ma difficilmente troverete un nostro test, con la nostra pagella, senza il corollario delle foto action. Non troverete i nostri filmati dentro una trasmissione che fa passare l’uso di una bici (utilizzata per poco più di mezz’ora) come un test. Il test è una cosa seria (ecco perché dividiamo tra test e prime impressioni), proprio come cercare di fornire l’informazione più corretta e reale possibile.

a cura della redazione tecnica foto Sara Carena, Matteo Malaspina e Campagnolo

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.