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Come sono andate le granfondo del fine settimana

di - 03/09/2018

Granfondo Top Dolomites Madonna di Campiglio e Val Rendena.

Nonostante l’incessante pioggia e il freddo, purtroppo previsti, il comitato organizzatore (ricordiamo che è stata una prima edizione) ha dimostrato la sua competenza, organizzando un evento quai perfetto tanti di vista, con particolare attenzione alla sicurezza. A causa di un meteo particolarmente avverso, molti partecipanti, partiti per misurarsi sul percorso della mediofondo, vista l’incessante pioggia e il freddo hanno deciso durante i primi chilometri di optare per il percorso corto e raggiungere Madonna di Campiglio dopo soli 43 chilometri di gara.

Il percorso corto: Il senese Renzo Cambi (Petroli Firenze Hopplà) è il primo ad iscrivere il suo nome nell’albo d’oro del prestigioso evento e conquistare la vittoria nel corto. Al secondo posto Luca Dotti (Palmer Cycling), terzo Fabio Fenoglio (Gs Passatore). Tra le donne è Monica Viale (Gs Passatore) a regalare il successo all’associazione cuneese Gs Passatore precedendo Veronica Corvino (Pratese) e Laura Pirovano.

Nella Mediofondo si impone Francesco Avanzo (Biemme Garda Sport) che sul traguardo di Madonna di Campiglio precede Daniele Bergamo (Carina Brao Caffè) e Andrea Pontalto (Alé Cipollini). Elisa Parracone (Gs Passatore) conquista il successo davanti alla compagna di squadra Valentina Castellino e Valentina Pezzano (Effetto Ciclismo).

Per quanto concerne la granfondo, si impone il bassanese Enrico Zen (Team Green Paper Trek Mobilzen) che nel finale allunga da un terzetto al comando, quando mancavano ormai sei chilometri al traguardo, e conquista il prestigioso successo sulle strade che videro il successo di Marco Pantani il 4 giugno 1999. Alle sue spalle chiude Stefano Bonanomi (Team MP Filtri), terzo Cristian Pinton (Team Green Paper Trek Mobilzen). La cuneese Paola Oberto regala al Gs Passatore del presidente Marisa Sereno il terzo successo assoluto nelle categorie femminile e dunque le guardie verde fluo dello storico sodalizio di Passatore (Cuneo) monopolizzano le prove femminili.

Una granfondo coinvolgente

Venerdì pomeriggio La cicloscalata Pinzolo-Madonna di Campiglio è stata dedicata a Marco Pantani. All’arrivo il “Pirata” è stato ricordato attraverso un video-messaggio inviato da Tonina Pantani, la mamma di Marco e dalle parole di Paolo Viberti, storico giornalista sportivo e autore de “I dannati del pedale”, che è intervenuto a Madonna di Campiglio. Viberti, che appoggia la “linea difensiva” sulla vicenda di Marco Pantani, ha affermato come tra gli appassionati di ciclismo il campione abbia lasciato un ricordo indelebile, quasi mitico. Una storia di grande successo e fragilità consegnata alla storia del ciclismo. Nella giornata di sabato, esibizione di pump track, zumba e i talk show moderato da Luca Casali, che ha visto l’intervento di campioni del calibro di Felice Gimondi, Francesco Moser e Gilberto Simoni, oltre a Pierluigi Marzorati presidente della Fondazione Casartelli a cui sono seguiti approfondimenti sul tema del mangiare bene e della medicina di precisione al servizio dello sportivo con medici ed esperti. Da sottolineare la competenza e passione del comitato organizzatore guidato da Alberto Laurora, Giovanni Danieli, Tullio Serafini con il sostegno dell’azienda per il turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena che nonostante le proibitive condizioni atmosferiche e le difficoltà, si sono stati in grado di curare nei minimi particolari la macchina organizzativa.

La giornata che ha preceduto la granfondo domenicale è stata del tutto godibile, anche sotto l’aspetto meteorologico, con tante iniziative che hanno coinvolto grandi e piccoli.

foto Bisti e davide Sanzogni (grazie)

Granfondo Scott Piacenza

Luca Chiesa vince nella sua Piacenza la sesta edizione della Granfondo Scott, manifestazione valida come prova unica di Campionato Internazionale Csain Granfondo. Nonostante la concomitanza con altre manifestazioni, La granfondo a Solden, la Top Dolomites di Madonna di Campiglio e il Campionato Mondiale a Varese, sono oltre 1500 gli iscritti alla granfondo piacentina.

Le nubi incombono, ma le poche gocce di pioggia che accompagnano la consegna dei pacchi gara non bagnano le strade a lungo e quando l’organizzazione puntuale abbassa la bandiera a scacchi non piove già più da alcuni minuti. Il percorso ha subito alcune variazioni rispetto alla scorsa edizione: facendo seguito alla richiesta del sindaco di Bobbio, Pasquale Roberto, il percorso lungo è stato allungato di alcuni chilometri con una variazione dopo il superamento del Ponte Azzurro, le cui ringhiere sono di colore bianco. Le battaglie iniziano subito: al ventesimo chilometro, con una media di gara che si aggira sui quaranta chilometri orari, si registrano già i primi tentativi di fuga che in breve frantumano il gruppo in numerose frazioni.

Alla divisione dei due percorsi sono in due al comando della Granfondo: Carlo Muraro e Luca Chiesa, per i quali la catena è leggera in queste salite affrontate con cambi regolari. Alle loro spalle, a circa tre minuti e mezzo di distanza, sono cinque gli inseguitori che tentano il recupero: si tratta di Davide Carpenzano, Riccardo Scarabello, Filippo Calliari, Stefano Zanichelli e Stefano Casagrande. La prima donna, Ilaria Lombardo, viene registrata a Bobbio a soli sei minuti di distacco dai due battistrada, che nel frattempo aumentano andatura e vantaggio fino a far registrare un distacco di circa tredici minuti dai diretti inseguitori. Ma è negli ultimi dieci chilometri che avviene l’impresa: dopo aver studiato l’avversario il portacolori della Scott Team Granfondo Luca Chiesa affonda la stoccata vincente e con una progressione inarrestabile si porta al comando lasciando l’avversario quasi fermo sui pedali. I chilometri finali sono una lunga passerella meritata per l’atleta piacentino che nel 2017 a causa di un infortunio non ha potuto concludere la prova e che oggi, a braccia alzate e acclamato dai concittadini e dallo staff della Scott vince per distacco la sua gara. Onore anche a Carlo Muraro, che chiude la prova tra gli applausi pochi minuti dopo Chiesa classificandosi secondo assoluto.

I vincitori della maglia di Campione Internazionale Open WFCS sono: Luca Chiesa, Carlo Muraro, Stefano Zanichelli, Stefano Casagrande, Cristian Dengler, Valentin Riegler, Fausto Fornaciari, Fulvio Lazzari e Ilaria Lombardo.

La medio fondo, lunga cento chilometri con un dislivello di 1258 metri, vede la vittoria di Marco Trevisan, in fuga partita fin dai primi chilometri. Al cinquantesimo chilometro sono in quattro al comando, si tratta di Fabio Guglielmetti, Daniele e Mirko Bruschi e Marco Trevisan. Il loro vantaggio è costante, i cambi regolari li conducono fino al rettilineo finale dove la volata è vinta da Marco Trevisan davanti a Daniele Bruschi, Mirko Bruschi e Fabio Guglielmetti.

La prima donna a concludere i cento chilometri della mediofondo è Alessia Bortoli che chiude la sua prova in due ore e 46 minuti con una media di poco inferiore ai 36 chilometri orari davanti a Luisa Isonni.

Anche Renato Pera, Coadiutore Nazionale Csain e da anni vicino all’organizzazione, si dichiara soddisfatto: “E’ per me motivo di orgoglio annoverare la Granfondo Scott tra le manifestazioni curate dal comitato Csain da me presieduto” afferma “ Nel mondo delle granfondo poche altre manifestazioni propongono una simile attenzione alla sicurezza con un’imponente dispiegamento di forze, 240 volontari lungo tutto il percorso, la collaborazione di Polizia Stradale, Provinciale e Locale e una ventina tra auto mediche e ambulanze al servizio di tutti i partecipanti, dal primo all’ultimo. L’assegnazione del Campionato Internazionale Open WFCS è la ciliegina sulla torta che correda perfettamente i meriti degli organizzatori.

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.