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Compex Fixx 1.0: massaggio a portata di mano

di - 10/12/2020

Compex Fixx 1.0: massaggio a portata di mano

Se siamo stati abituati ad identificare la categoria dell’elettrostimolazione in Compex, è il momento di allargare i nostri orizzonti. Compex Fixx 1.0 è un dispositivo per il massaggio, che avviene tramite la terapia a percussione. Può essere un coadiuvante al messaggio vero e proprio, oppure un supporto al post attività, ma anche come riscaldante pre-workout.

Il terminale arrotondato del Compex Fixx 1.0, in gomma.

Compex Fixx non è un elettrostimolatore

Chi orbita nel mondo dello sport, della fisioterapia e del recupero, della riabilitazione e nel mondo medicale, conosce bene Compex, un nome nel quale molti identificano tutto quello che riguarda l’elettrostimolazione. Tutto quello che concerne l’attività sportiva a prescindere, dalla disciplina e dal modo in cui viene vissuta. Ecco che, tutto quello che viene fatto pre e post attività, è finalizzato ad ottenere il massimo risultato durante lo sforzo. Non necessariamente scriviamo di una interpretazione agonistica, perché anche chi vive lo sport senza le competizioni vuole ottenere dei buoni risultati e farlo in salute. La sfida con se stessi la ricerca della performances con il livello più alto di agonismo.

Il massaggiatore portatile

Ecco perché entrano in gioco strumenti come il Fixx 1.0 di Compex, una sorta di “massaggiatore portatile”, che adotta la terapia a percussione. L’oggetto è una pistola con il braccio orientabile e terminale in gomma che può essere di due forme differenti. E’ dotato di tre velocità (25, 33 e 46 colpi al secondo) ed ha la batteria ricaricabile. Ha un prezzo di listino di 299 euro.

Compex Fixx 1.0 non è un giocattolo

No, il Compex Fixx 1.0 non è un giocattolo, un’affermazione che ci sembra dovuta e che è molto importante, relativa a questo strumento a tutta la categoria di cui fa parte. La terapia e il massaggio a percussione non è un’attività ricreativa, anche se non è estremamente invasiva (se fatta nel modo corretto e adeguato alla situazione), può essere un vantaggio e creare benefici tangibili. Può diventare controproducente e fare danni se utilizzata nella maniera scorretta. Vedere alcuni filmati di alcuni prodotti facenti parte di questa categoria, di dispositivi che vengono usati al pari di una “spugna per la doccia”, ci sembra scorretto e per nulla proficuo.

Compex Fixx 1.0 non sostituisce completamente un massaggio fatto da mani esperte, ma è un coadiuvante eccellente se utilizzato nel modo corretto, per e post workout.

Sfruttarlo al massimo delle sue potenzialità

Avere delle nozioni di base in fatto di massaggio e dell’anatomia della muscolatura, ma anche di come reagisce il proprio muscolo quando sollecitato, permette di sfruttare il Compex Fixx 1.0 al pieno delle sue potenzialità.

  • Aiuta a ridurre indolenzimenti (magari dopo un’uscita in bici lunga ed impegnativa), oppure dopo che abbiamo fatto dei lavori specifici in zona aerobica e anaerobica.
  • Contribuisce a ridurre indurimenti e indolenzimenti creati dal freddo (e in questa stagione è un vantaggio non da poco).
  • E’ un coadiuvante nell’attività di riscaldamento, prima di uscire in bici a pedalare (ad esempio noi l’abbiamo usato concentrandoci nella zona superiore al ginocchio, punto dove il freddo innesca un processo di fastidio), perché stimola l’afflusso di sangue.
  • Abbinato allo stretching post attività, non sostituisce a pieno il lavoro del massaggiatore o di un’elettrostimolatore usato nel modo corretto, ma aiuta a rilassare e a “spalmare il “dolore” di uno sforzo eseguito in modo molto intenso.
Come l’abbiamo utilizzato

Pre attività ci siamo concentrati principalmente su alcuni punti, per un tempo compreso tra i 60 e 120 secondi. Percussione leggera, non profonda, atta più che altro a stimolare la vascolarità e la circolazione. il risultato è stato molto buono e tangibile, in particolare durante le giornate fredde.

Come strumento post attività, abbiamo utilizzato lo stesso metodo che permette al massaggiatore di scaricare le tossine, ovvero attraverso la circolazione sanguigna. Usare il massaggio dal basso verso l’alto (verso il cuore per intenderci), seguendo il più possibile la nostra conformazione muscolare. Tre minuti, non oltre, da prima con una bassa velocità, per poi incrementare il numero di colpi, senza mai arrivare al picco di dolore. Ci vogliono alcune sedute per abituarsi e per vedere gli effetti positivi. Se si va troppo in profondità, in particolare durante le prime volte, il rischio è quello di “ammaccare i muscoli”. Meglio, a nostro parere, se utilizzato tenendo la muscolatura rilassata, proprio come dovrebbe essere eseguito un buon massaggio tradizionale.

In conclusione

Scrivere che il Compex Fixx 1.0 funziona è abbastanza scontato, capire che è uno strumento di lavoro e che può aiutare a stare bene, lo si percepisce dopo una decina di utilizzi. In un certo senso è proprio come il massaggio fatto a mano o grazie ad un buon elettrostimolatore (usato nel modo giusto): le prime volte ammacca il muscolo, ma dopo qualche trattamento non possiamo più farne a meno. Dopo che i nostri tessuti si sono ammorbiditi ed abituati, ecco che tutto diventa più facile a piacevole ed è lo stesso muscolo a richiedere il trattamento dopo la seduta di allenamento. A parità di situazione, l’utilizzo di una terapia, fruibile con il Compex, offre dei vantaggi in termini di elasticità muscolare, morbidezza e limitazione della stanchezza muscolare, così come per il riscaldamento.

a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

compex.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.