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Destinazioni ski touring: Norvegia

di - 30/10/2023

Le Alpi hanno un mondo da offrire ma ogni tanto viene voglia di mettere il naso fuori dal nostro paese. Hai mai pensato alla Norvegia come destinazione per un’esperienza di ski touring?

Come per la maggior parte delle avventure che mi aspettano, la sera prima della partenza ho la testa che viaggia a mille e non riesco a riposare benissimo. Ho in mente solo elenchi. Di ciò che mi attende l’indomani, di ciò che ho riposto in valigia, di ciò che potrei aver dimenticato, di ciò che devo assolutamente comprare… insomma, una notte di pensieri contornata da una sana ansia di prestazione ed eccitazione per il viaggio che sarà.

Anche per questo viaggio in Norvegia, l’entusiasmo è alle stelle, non solo da parte mia ma di tutta la crew, lo vedo nei loro occhi. Siamo otto, sei ragazzi e due ragazze che desiderano solamente surfare quanti più pendii norvegesi possibili ed esplorare questa meravigliosa terra. Un viaggio atteso, perché programmato e saltato per ben due anni di fila.

Foto: Camilla Sebastiani

Questa volta si parte! Destinazione Norvegia

Carico la valigia e il bagaglio speciale con la sola speranza di non essermi dimenticata qualcosa di essenziale. Considerando il mio alto livello di smemoraggine, potrei arrivare in Norvegia esordendo con: “Ragazziiiiiii, ho dimenticato l’ARTVA!!!”. Fortunatamente tutto fila liscio fino a Tromsø, dove però non ci viene recapitata una valigia.

Ora, se fossimo alle Maldive, due costumi in più, due in meno, non fanno la differenza, ma per dieci giorni in Norvegia, in un viaggio organizzato per fare esclusivamente sci alpinismo, non avere la propria attrezzatura potrebbe suscitare un attacco di panico. Almeno a me. E invece no! I nostri maschietti sono un po’ abbacchiati ma pensano subito a una soluzione. Andiamo a noleggiare quanto necessario e ci mettiamo in moto per raggiungere la dimora che ci ospiterà per una decina di giorni.

Foto: Camilla Sebastiani

La nostra casa

Raggiungiamo Lyngseidet, un paesino a Nord di Tromsø, e iniziamo a cercare la nostra casetta. Noto, con occhi curiosi, che le costruzioni sono quasi tutte dei cottage, curatissimi, tutti di colori sgargianti. Alcuni, principalmente quelli in riva al mare, hanno una barchetta all’interno del giardino e molti presentano numerose decorazioni realizzate con le lucine natalizie.

Arriviamo finalmente a “casa nostra”, una casa molto accogliente, ben tenuta e con tutti i comfort del caso: asciuga scarponi, vasca idromassaggio, una bella stufa… insomma, tutto ciò che serve per un post gita di qualità. Ognuno di noi sceglie una cameretta e, dopo esserci sistemati, davanti a un ottimo bicchiere di vino, cominciamo a consultare gli itinerari possibili per l’indomani.

Foto: Camilla Sebastiani

Solo neve, vento e freddo artico

Ed ecco che prende subito vita un sogno, un sogno chiamato “The Godmother of all Couloirs”. Un canale di circa 1.000 metri che nasce sulle rive del fiordo con un avvicinamento quasi impossibile. Ma di questo vi parlerò dopo.

“No ragazzi, come esordio non possiamo buttarci lì dentro, cerchiamo di capire dove siamo e come girare, questa bomba teniamocela per i prossimi giorni”. Ed è così che optiamo per un Jaegervasstinden, una gita di circa 1.500 mt di dislivello che culmina con un bel canale.

Foto: Camilla Sebastiani

Ecco, quello è il primo e ultimo giorno in cui vediamo il sole in Norvegia. Nei successivi, questa terra scandinava ci regala solo neve, vento e freddo artico. E voi penserete: “Ma sì, dai, almeno il cibo è buono, avrete mangiato un sacco di pesce!”. Pesce? Quale pesce? Io e Marta abbiamo rincorso pescatori e pescherecci, rimanendo sempre con un pugno di mosche in mano. “Sì, però dopo essere stati tutto il giorno al freddo sarete andati nel primo pub del paese ad ascoltare racconti locali e rubare qualche spot segreto”. Pub? Quale pub?

Dalle 18.00 nessuno serve più alcolici (o vende!) e, per il tempo in cui siamo stati lì, abbiamo capito che vedere il sole per pochi periodi l’anno non ti rende una persona particolarmente ospitale. Ecco perché il nostro amato Sud è pieno di colori e gente allegra! Per il sole, ragazzi, ingrediente fondamentale per una vita felice. O per lo meno, questo è un mio pensiero.

Foto: Camilla Sebastiani

Veniamo alle nostre avventure

Ben presto acquisiamo una sorta di quotidianità norvegese. Ogni sera scegliamo scrupolosamente l’itinerario per l’indomani, confrontandoci e valutando le diverse proposte in base a condizioni del manto nevoso, vento, versanti possibili e distanza.

La mattina la sveglia suona intorno alle 6.30 (la mia e di Marta, i maschi preferiscono correre già di primo mattino), seguita da una buona colazione e da una rapida pratica yoga. Alle 7.30, i nostri drivers Ricu e Diuz mettono in moto la macchina verso l’itinerario stabilito. Abbiamo fatto gite stupende. Nonostante il tempo non sia stato dei migliori, abbiamo visto posti che rimarranno nel nostro cuore. Paesaggi totalmente insoliti, tra una flora caratterizzata da arbusti, betulle e licheni, e una fauna che non finiva di stupirci. Mamma che emozione incontrare le renne!

Foto: Camilla Sebastiani

Per non parlare dell’attraversamento su fiordi ghiacciati, dei canali con l’arrivo diretto in spiaggia, dei bagni nelle acque congelate, o ancora della pesca ai salmoni (ovviamente fallita in tempi brevissimi). E che SCIATE! Sul finire del nostro viaggio siamo stati colpiti da una forte perturbazione, durante la quale ha nevicato per 4 giorni di fila. Non conoscendo le montagne che avevamo intorno, risalivamo i versanti fino a determinati punti e, non appena la nebbia si dissolveva, surfavamo “a tutta birra” questi pendii vergini fino all’ultimo fiocco. Dopo di che, ripellavamo e ripetevamo quanto appena descritto fino a non avere più energie.

Durante quei giorni le sciate non avvenivano esclusivamente lungo pendii innevati, bensì anche per strada. Avevamo attaccato una corda all’interno della macchina e sciavamo la powder che costeggiava la carrozzabile, roba da arresto, non ditelo a nessuno!

Foto: Camilla Sebastiani

Il programma della giornata

Dopo le svariate run, la fame comincia a farsi sentire, ma il pranzo non arriva quasi mai prima delle 16.00. Solitamente andiamo a fare la spesa nell’unico supermaket del paese e ci sbizzarriamo in cucina. O almeno, i maschi si sbizzarriscono! Ognuno ha un ruolo ben preciso. Ricu, chef delle lasagne. Diuz, chef degli gnocchi e della pizza. Bertu, chef del risotto. Io e Marta ci occupiamo della parte healthy della vacanza, mentre Edo, Ghello e Zecca del reparto alcolici ed aperitivi.

Per andare a fare “The Godmother of all Coulouirs” ci sono esclusivamente due strade: attraversare un fiordo in 10 minuti di barca o percorrere 8 km tra cubi di roccia e pietraie per poi risalire il canale. Più volte, andando a perlustrare “il Sogno”, ci siamo fermati ad acquistare del salmone affumicato “porta a porta”. Un cartello con una scritta in norvegese ci faceva pensare che i venditori avessero una barca e potessero offrire passaggi dall’altra parte della riva. Ma, ahimè, siamo sempre finiti a comprare del salmone fatto da loro e basta.

Foto: Camilla Sebastiani

Dopo un quick lunch, c’è chi riposa, chi si fa un idromassaggio bollente sotto la neve, chi si mette a studiare l’itinerario per il giorno successivo, chi fa yoga e chi si allena al trave (Edo mi ha fatto togliere delle giacche per mettere il trave in valigia, capito?!). Le 19.00 arrivano in men che non si dica e, mentre si prepara la cena, ci gustiamo un aperitivo. Proviamo più volte a guardarci un film dopo aver mangiato, ma quasi mai arriviamo alla fine! Queste giornate norvegesi sono intense!

Foto: Camilla Sebastiani

Cosa c’è di più semplice e puro della natura?

Ragazzi, avrei da raccontare ancora un sacco di aneddoti, ma purtroppo non c’è più tempo e spazio. Mi auguro di avervi trasmesso anche solo un minimo delle emozioni che un viaggio come questo può regalare e di avervi fatto venire voglia di scoprire nuovi confini!

Spero di tornare ben presto in questa magnifica terra. “The Godmother of all Couloirs” è ancora là, vergine e in attesa di essere conquistato.

Un grazie enorme a questa crew speciale che è sempre rimasta sul pezzo, nonostante il tempo remasse veramente contro, una crew sempre positiva e sempre unita. In viaggi del genere bisogna adattarsi alla natura, è lei che detta legge. E per quanto fosse faticoso vedere del sole in mezzo a neve e bufera, noi l’abbiamo sempre percepito. Perché alla fine, sono le cose più semplici a farti battere il cuore. Senza troppi complessi o meccanismi. Senza trucchi o marchingegni.

Foto: Camilla Sebastiani

Camilla cresce a Torino dove si laurea in giurisprudenza, frequenta un master in Sport e Business management, ma capisce ben presto che la sua strada la porta in montagna. Dopo anni di Sci club, diventa maestra ed allenatrice di sci alpino e comincia a frequentare sempre di più le montagne che oggi sono casa. Sci alpinismo, alpinismo, trail running ed arrampicata sono le attività in cui spende ogni singola energia e, grazie alle quali, l’ha portata a scrivere ed a collaborare con le diverse aziende del settore outdoor.