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Dopo la quarantena la prima uscita in bici

di - 05/05/2020

Dopo la quarantena, un claim che ci accompagnerà per tutta la settimana. Finisce un periodo di restrizioni e di reclusione, ma l’emergenza non termina qui e questo lo dobbiamo tenere bene a mente per i prossimi periodi. Viva la bici, viva la vita, viva la libertà e la fatica che è aspetto intrinseco di questo magnifico sport.

Paure, timori e disorganizzazione

Stò per uscire in bici dopo 55 giorni. Non vedo l’ora e ci penso da ieri, l’ho sognato la notte scorsa. Eppure tanta è l’emozione, la voglia di uscire e di sudare all’aria aperta, di fare fatica controvento, tanto è il senso di disorganizzazione che mi pervade. Normalmente non mi appartiene. Salgo sulla bicicletta ormai da più di 40 anni, ma questa cosa mi è completamente nuova. Sono e sarò da solo, ma non mi pesa, ci sono abituato e mi piace pure.

Fuori dagli agglomerati urbani, valli, borghi e paesini si animano di nuovo. Non c’é traffico e si torna lentamente alla normalità. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando tutto era più lento.

Quello che ci circonda

Dopo la quarantena ho paura e timore; sono capace di andare in bicicletta, non mi sono dimenticato, mi sono pure allenato parecchio sui rulli, sto bene. Sono preoccupato per quello che mi circonda; le strade malmesse, gli animali che si sono impossessati dei sentieri e sbucano fuori al’improvviso. Temo l’automobilista distratto e abituato ad andare in giro con le strade deserte. Penso a quelli che come me mettono il naso fuori di casa dopo due mesi, incapaci di gestire situazioni improvvise. Le buche dell’asfalto sono sempre più buche, la definizione voragine a tratti è un complimento. L’altezza dell’erba a lato della strada e nelle aiuole delle rotonde assume proporzioni da baobab. E’ necessario stare attenti ed avere occhi ovunque, quella che potrebbe essere una banalità in una situazione normale, oggi potrebbe diventare un problema enorme!

Una giornata tersa, come ne abbiamo viste molte in questo periodo, in cui abbiamo visto cielo blu e assenza di nuvole.

Cosa porto con me dopo la quarantena

Di solito vado come un automa. Borraccia, barrette e gel, fotocopie dei documenti, qualche euro per un caffé e poco altro, uno smanicato antivento. Ora e prima di tutto, devo allegare l’autocertificazione, devo prendere un paio di guanti monouso e imbusto una mascherina. Non li userò, ma è un gesto che devo a me stesso e a chi mi aspetta a casa. Qui ci devo tornare così come sono partito, io, la bici e nessuna carogna sulle spalle (se vogliamo chiamarlo virus).

Il nostro starting kit del dopo quarantena.

Oggi se replica

E nel pomeriggio, dopo il lavoro, la mia pedalata non deve mancare. Abbiamo vissuto con limitazioni, restrizioni e obblighi a cui non eravamo abituati, ma in un certo senso ci siamo abituati alla normalità. Paradossalmente, la mascherina ci ha fatto diventare tutti uguali e allo stesso livello, proprio come la bici, perché quando pedali non esiste ruolo, non esiste ceto sociale. Dopo la quarantena, oppure post quarantena e ancora Fase 2, frasi che ci accompagneranno per i prossimi periodi, in tono sarcastico o ricordando qualche episodio vissuto. Ma ora testa bassa e pedalare.

Non abbiamo esagerato e costantemente abbiamo tenuto sotto controllo i valori, per non rimanere a secco di energie. Ci siamo allenati al chiuso, lo abbiamo fatto bene e con cognizione, ma non siamo più abituati a consumare 600 kcal ogni ora. Tutto deve tornare alla normalità e deve farlo per gradi.

a cura della redazione tecnica, foto della redazione tecnica e Alberto Merli.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.