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DT Swiss e le ruote ARC un progetto nuovo

di - 12/08/2020

DT Swiss rinnova e ridefinisce la sua gamma di ruote votate alla massima resa aerodinamica, la piattaforma ARC. Il progetto del nuovo utilizza un approccio diverso, teso a massimizzare le performances aero, bilanciando le penetrazione dello spazio con la guidabilità. Inoltre si focalizza sulla qualità costruttiva e il peso.

DT Swiss e le ruote ARC un progetto nuovo
Abbiamo in prova la versione DT SwissARC 1100 Dicut con profilo da 50 mm. Qui montate con gomme Pirelli Tubeless da 26c.

Le ARC di ultima generazione sono sviluppate con Swiss Side, leader nella categoria di aerodinamics performance.

Chi è Swiss Side

Un breve cenno a Swiss Side è d’obbligo. Questa è un’azienda svizzera che ha il suo core concept nello sviluppo e ricerca in fatto di aerodinamica e dei suoi effetti. Con oltre 20 anni di ricerca e sviluppo, Swiss Side collabora con molti team di F1, solo per fare un esempio e le contaminazioni arrivano anche in uno sport come il ciclismo, che in queste ultime stagioni si è evoluto in modo esponenziale proprio grazie dell’aerodinamica. La collaborazione per lo sviluppo delle ruote DT Swiss di nuova generazione è attiva.

Il progetto ARC

Tutta la fase di studio e progettazione, sviluppo compreso, ha un fulcro che si chiama Aero+. Questo concept è la combinazione che valuta e fa collimare alcuni parametri: scorrevolezza, rotazione e resistenza al rotolamento nei diversi momenti di guida. Ogni punto citato è un punto fermo della prestazione che è soggetto a diverse variabili, come direzione, vento laterale e le turbolenze generate all’interno della ruota (dai raggi e dai mozzi): ognuno di questi fattori è stato preso in considerazione.

DT Swiss e le ruote ARC un progetto nuovo
Al di la di grafici, valutazioni e numeri, il progetto ARC ha richiesto numerose risorse in termini di ricerca all’interno del wind tunnel. Ecco che la stretta collaborazione con Swiss Side prende forza anche per progetti rivolti al futuro.

Le ruote ARC

Bellezza estetica, essere un punto di riferimento per le biciclette di ultima generazione, ma senza snaturare il dna DT Swiss e sfruttare il massimo delle potenzialità delle nuove tecnologie, come ad esempio gli pneumatici tubeless. Ecco che viene costruito un cerchio full carbon con canale interno da 20 mm di larghezza, perfetto per le gomme con sezione compresa tra i 25 e 28c e tubeless ready.

DT Swiss e le ruote ARC un progetto nuovo
Un’immagine che ci mostra l’impatto frontale e il confronto tra le ruote con canale interno da 17 mm e gomma da 23c e la ruota con canale da 20 mm e pneumatici compresi tra i 25 e 28c.

Il design e i punti chiave

  • Il suo shape adotta il suffisso VU-Shape, con un profilo voluminoso e marcato, ma differenziato in base alla zona di contatto con l’aria. Vicino al canale e nella porzione centrale ha una forma ad U, mentre verso il centro si restringe con un design a V.
  • I cerchi sono disponibili in tre altezze: 80, 62 e 50 mm (quest’ultima è la versione che stiamo utilizzando in anteprima).
  • Non solo: alcune note tecniche e i test hanno fatto emergere la bontà della combinazione di pneumatici con differente larghezza, per anteriore (25c tubeless) e retrotreno (28c tubeless), mixando efficienza aerodinamica e comfort.
  • I raggi. Anche questi di seconda generazione, con profilo aero e di due tipologie: DT Aerolite II e DT Aero Comp II, raggi che sono utilizzati in esclusiva sui mozzi 1100 Dicut. Sono entrambi in acciaio, ma i primi sono più leggeri, con una superficie più ampia del 35% e al tempo stesso sottili (23%) se comparati con la precedente versione. Aero Comp II sono caratterizzati da una elevata rigidità laterale e offrono molta trazione. Inoltre i due modelli hanno la testa a T e i nipples nascosti all’interno del cerchio e dei mozzi. Gli incroci sono in seconda per entrambi i lati e per le due ruote.
  • I mozzi sono Dicut 180 con sistema interno Rachet EXP. Dal punto di vista del design, oltre ad essere in alluminio, il mozzo Dicut presenta delle flange esterne con il “two in one spoke hole), ovvero ogni foro è il naturale alloggio per due raggi. Il corpo ha un diametro contenuto e il meccanismo è pensato per essere longevo, leggero, di facile manutenzione e con ingaggio immediato. La versione utilizzata è la 36T SL (super light), con ruote dentate da 36 denti.
DT Swiss e le ruote ARC un progetto nuovo
Il meccanismo interno Rachet EXP
  • Le sfere interne ai cuscinetti sono SINC ceramiche. Altro valore aggiunto è una sorta di squadretta, che è posta come fermo al disco. L’ingaggio è CenterLock.
DT Swiss e le ruote ARC un progetto nuovo
Il punto di ingaggio del disco. Le guida per l’invito e le squadrette di fermo, soluzione eccellente ed efficacie.
  • La compatibilità della ruota libera è Shimano, Sram XDR e Campagnolo.

Versioni e prezzi

Le ARC 1100 Dicut con mozzo 180 sono disponibili con profili da 80 mm, 62 mm e 50 mm (queste ultime disponibili anche con cerchio 650b). I pesi dichiarati sono rispettivamente di 1762, 1676 e 1472 grammi. Unico il prezzo di listino, 2388 euro.

Le stesse DT Swiss ARC disponibili anche in versione 1400 Dicut. I pesi sono leggermente superiori  e prezzi che scendono a 1957 euro per i tre pacchetti ruote. Le 1400 Dicut non hanno il logo rosso sul cerchio.

DT Swiss ARC 1100 Dicut 50 le prime impressioni

DT Swiss ARC 1100 Dicut 50 le prime impressioni

Un sistema di questo stampo stravolge completamente le performances e le convinzioni legate alla categoria; ruote aerodinamiche. Questa affermazione si rivolge in modo particolare al comfort, alla versatilità in fatto di utilizzo e alla conseguente possibilità di sfruttare a pieno le potenzialità delle ARC in diverse situazioni. Vero è che siamo di fronte a un cerchio di 50 mm di profilo, alto, ma non altissimo, ma queste ruote disco, sono sufficientemente leggere per essere utilizzate anche in salita (medio e lungo chilometraggio).

La parte anteriore

Il pacchetto ARC con mozzo Dicut 180 è Scorrevole e fluido, tosto sull’avantreno e capace di sostenere il ciclista nelle fasi di rilancio. Inoltre quando ci si sposta in avanti e inevitabilmente il busto è proteso sull’anteriore, la ruota non ha cedimenti. Quello che colpisce in modo estremamente positivo è la fluidità anche con vento laterale: la ruota non sposta la bici da destra verso sinistra e viceversa.

La ruota posteriore e il retrotreno

La ruota ha una trazione costante, percepibile anche quando si cambia ritmo in modo perentorio. Vogliamo sottolineare questo aspetto, perché: con le ruote del comparto aero, spesso ci si confronta con prodotti veloci, qualche volta eccessivamente rigidi e che tendono a non copiare il terreno in modo ottimale. In questo caso e in alcuni frangenti sembra di pedalare su una ruota con profilo da 35 mm. Al tempo stesso non è pesante ed eccessiva. Quello che ci ha colpito maggiormente è la sua guidabilità in discesa e nei cambi di direzione repentini. Le ruote assecondano l’azione del ciclista e non subiscono un’eventuale ed errata distribuzione dei carichi da parte di chi pedala.

In conclusione

Queste ARC da 50 mm sono ruote aero concept a tutti gli effetti e di una generazione nuova. Sono ampiamente sfruttabili anche su percorsi impegnativi, per dislivello e tecnica, da ciclisti con una struttura fisica esile. L’abbiamo utilizzata in doppia configurazione, clincher e tubeless. a nostro parere le nuove ARC con questa tipologia di canale interno e shape del cerchio, sono concepiti in modo ottimale per sfruttare le coperture tubeless di buona qualità.

 

A cura della redazione tecnica

Foto dtswiss e redazione tecnica

dtswiss.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.