Pubblicità

DT Swiss PR1400 21 DICUT OXiC, il nostro test

di - 04/06/2019

Una ruota particolare, per la tecnologia di cui è dotata e per l’insieme di performance che è in grado di esprimere una volta su strada, a prescindere dalla tipologia di bicicletta, dagli pneumatici, dalla guida dell’utilizzatore.

Anche se con profilo basso la ruota veste la bicicletta con un profilo medio.

Più che la versatilità, la DT Swiss OXiC 21 offre una prestazione costante e lineare, su differenti tipologie di terreno, perché è estremamente scorrevole, leggera e con un bilanciamento difficilmente riscontrabile sul mercato in questa fascia di strumenti creati per la competizione. La sua costruzione parte da un cerchio in alluminio con trattamento ceramico elettrochimico che, una volta applicato, permette al materiale di base (l’alluminio appunto) di diventare ancora più duro e resistente: ci piace definirla “la ruota nera”. Non solo una questione di estetica: il trattamento porta benefici anche per quanto concerne la frenata in differenti condizioni, migliore rispetto all’alluminio tradizionale, senza fastidi e rumori a paragone dei competitor.

I pattini blu Swisstop forniti insieme alle ruote

È necessario utilizzare i pattini di colore xx forniti con la dotazione base. Perché la tecnologia OXiC offre una serie di vantaggi che risultano maggiori rispetto all’anodizzazione e a processi simili? La tecnologia OXiC aderisce meglio sull’alluminio, sulla superficie piatta e in tutti i punti come asole, angoli e piccole protuberanze. L’applicazione finale è estremamente omogena, e offre una protezione del prodotto in tutte le sue sezioni.

Il canale interno con il flap e la predisposizione tubeless. Interessante, pratica ed efficace la nuova valvola, con membrana “anti-ritorno” per il lattice.

Sempre in merito al cerchio, questo ha un canale interno di 18 mm, con una larghezza totale di 21,5 millimetri, per un’altezza di 21. È tubeless ready, con il rim tape già predisposto per lo pneumatico tubeless. I raggi sono i DT Aero Comp con parte centrale piatta, radiali anteriori, con incrocio in seconda (entrambi i lati) per la ruota dietro.

Il mozzo anteriore.
Il mozzo posteriore con sistema Rachet System.

I mozzi sono Dicut 240, con il posteriore che porta in dote la ruota libera Ratchet System 36 SL. I bloccaggi quick release sono del tipo RWS con asse in titanio.

Molto comodo e leggero il bloccaggio RWS.

La coppia di ruote ha un costo di 998 euro e, oltre a ruote e bloccaggi, è compreso anche un set per montare ad hoc gli pneumatici tubeless.

dtswiss.com

Le nostre impressioni

Parliamo prima di tutto del design e dell’impatto visivo: questo modello fa collimare eleganza e una buona dose di aggressività che, nonostante il suo profilo basso, gratifica e rende “piena” la bicicletta. Dal punto di vista delle performance, la OXiC è una ruota che non ti aspetti, in particolare per quello che esprime nei tratti più veloci. Non vogliamo dire che sia al pari di un prodotto Aero della famiglia ARC ma, per essere una “bassa”, ha un comportamento oltre la media in fase di rilancio alle andature elevate e tiene bene la velocità; le abbiamo utilizzate parecchio anche per le gare del fine settimana, competizioni a circuito (alte velocità) e anche in qualche granfondo con dislivello positivo abbondante (velocità media inferiore rispetto alle circuito).

Un altro dettaglio di pregio: la valvola si svita ed è allungata verso il basso, in modo da evitare accumuli di liquido sigillante.

Trasmette feedback positivi grazie alla sua fluidità, alla sua rigidità ottimale, che la rendono particolarmente stabile, anche nel momento in cui si continua a variare direzione, magari su asfalto mal messo. Nessuna vibrazione, zero perdite di direzione, una frenata lineare e senza strappi. Per raggiungere la frenata migliore sono necessarie alcune ore di attività, anche se, sin da subito, l’affidabilità in caso di pioggia è qualcosa che il cerchio in alluminio tradizionale non riesce a esprimere. Il suo limite, se così si può definire, è la larghezza interna del rim, di 18 millimetri, dimensione che permette di sfruttare al meglio coperture da 23 e 25 millimetri, mentre 28 diventa una misura esagerata, che fa spanciare lo pneumatico fuori dalla linea ideale del cerchio. Capitolo tubeless: grazie ad alcuni road tubeless di nuova generazione, è possibile avere una combinazione quasi perfetta tra comfort, scorrevolezza, sicurezza e leggerezza, senza sacrificare nulla rispetto al normale clincher. Anzi, una buona gomma tubeless ha un tallone e una parete laterale migliori rispetto a un copertoncino d’alta gamma, offrendo una performance migliore alle andature più elevate e in curva. Ottimale la scelta di una valvola con membrana interna di protezione, che evita la fuoriuscita dell’aria e del liquido sigillante.

Il tubeless pack fornito nella confezione.

A prescindere dalla gommatura, la salita rimane il suo ambiente ideale, secondo noi, in particolare se consideriamo questa di DT Swiss su ascese lunghe e impegnative, frangenti in cui è fondamentale la costanza ed eventualmente preferire progressioni rispetto ai continui scatti. La OXiC 1400 21 Dicut è una ruota adatta a chi pedala sempre, a chi pretende un prodotto efficiente, bello ma anche duraturo, affidabile in tutte le sue parti. È leggera ma al tempo stesso il suo valore alla bilancia non è estremo, aspetto che va a favore di un equilibrio ottimale, che non va a discapito della sicurezza. Più che versatile, lo consideriamo uno strumento performante ed equilibrato. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 1.430 grammi la coppia, con tubeless tape già montato.

Il mozzo posteriore è facile da gestire per quanto concerne la pulizia e manutenzione.

Foto a cura di Matteo Malaspina e redazione tecnica

Prova a cura della redazione tecnica.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.