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Giro d’Italia 2021, cosa ci lascia in ricordo

di - 31/05/2021

Giro d'Italia 2021, cosa ci lascia in ricordo

Con la crono di ieri e in quella splendida cornice di Piazza Duomo a Milano, si è concluso il Giro d’Italia numero 104; un gran del Giro! Noi, come voi, lo abbiamo vissuto tappa dopo tappa, prima di tutto come appassionati e spettatori e per questo vogliamo dare una forma alle nostre emozioni. Quali sono i ricordi che ci lascia questa edizione della corsa rosa? Argomenti ed argomentazioni, episodi e considerazioni, ma anche speranze, perché in un Giro tutto può succedere.

Giro d'Italia 2021, cosa ci lascia in ricordo

Giro d’Italia e quei fogli bianchi da riempire

Una corsa a tappe di tre settimane ci ha insegnato che non esiste nulla di certo e di scritto. Certo, ci sono i favoriti, gli outsider e tutti sanno che ci saranno dei corridori che si riveleranno. Il roster dei papabili “conquistadores” della maglia rosa, talvolta si arricchisce e si assottiglia al tempo stesso, giorno dopo giorno. Ci sono gli squadroni e i piccoli team. Questi ultimi prima di tutto devono far vedere la maglia e sei poi arriva anche la vittoria di tappa! Beh, tanto di guadagnato. I big invece sono “obbligati” a trionfare.

Ma un giro d’Italia prima di tutto deve essere portato a termine! Una corsa a tappe come questa è un quaderno con i fogli completamente bianchi, senza righe e senza quadretti, dove le lettere e le parole si mescolano con le immagini. Dritte, orizzontali oppure verticali, oblique e storte, al pari di scarabocchi e pasticci, oppure vere e proprie opere d’arte. Anche noi appassionati diamo il nostro contributo nello scritto e nella tonalità dei colori. Lo facciamo con i nostri video, tramite FB, Instagram e grazie alle condivisioni social. La gente sulla strada, i tifosi, loro per primi hanno contribuito e contribuiscono a dare una nuova dimensione al ciclismo ed ai suoi protagonisti principali. Anche questo è ciclismo moderno!

Giro d'Italia 2021, cosa ci lascia in ricordo

Il verdetto della strada

  • Il giro d’Italia 2021, l’edizione numero 104 è stato vinto da Egan Bernal con il tempo totale di 86 ore, 17 minuti e 28 secondi. I km totali in origine erano 3410,9, rivisti al ribasso per via di alcune tappe accorciate, così come il dislivello di 45400 metri.
  • Piazza d’onore per Damiano Caruso, staccato di 1’29”, terzo gradino del podio per Simon Yates a 4’15”.
  • Egan Bernal vince anche la classifica finale per il miglior giovane (maglia bianca).
  • La maglia Ciclamino per la classifica a punti è stata vinta da Peter Sagan.
  • La classifica del miglior scalatore (maglia azzurra) è stata vinta dal francese del Team AG2R-Citroen Geoffrey Bouchard.
  • Una classifica speciale per i traguardi volanti. Questa è appannaggio del Campione Belga in carica Dries De Bont (Alpecin-Fenix), che si aggiudica anche il premio per la combattività.
  • Il numeri maggiore di km in fuga: Simon Pellaud della Androni-Sidermec.
  • La classifica dei team se l’aggiudica il Team Ineos-Grenadiers.
giro d'italia 2021
La vittoria in Piazza Duomo di Filippo Ganna

Mastodontico e infinito

Se fossimo obbligati a dare una sorta di connotazione temporale, potremmo dire che il Giro d’Italia, negli ultimi 5/8 anni è diventato enorme. Forse, non al pari del Tour de France, ma la differenza tra i due grandi giri si è assottigliata. Di questa grandezza ne siamo testimoni un pò tutti, da chi lo ha visto in tv, fino ad arrivare a quelli che hanno applaudito a bordo strada, vedendo passare le auto (mezzi, macchine e moto della polizia, ammiraglie e mezzi dell’organizzazione, così come bus, pullman etc.) per ore. Non solo: non era mai accaduto in precedenza, di vedere così tante ore di trasmissione televisiva e ore di diretta, da prima del km 0, fino a dopo la conclusione della tappa. Molto bello!

Orgoglio italiano

Il protocollo del nostro approfondimento ci obbligava ad aprire con una citazione, meritata, verso il Team Ineos-Grenadiers. Ma le regole sono pensate anche per essere cambiate. Se è vero che Vincenzo Nibali rappresenta il ciclismo italiano, per lo meno quello degli ultimi 10 anni, è pur vero che Damiano Caruso è una delle pagine più rosa di questo Giro d’Italia 2021. La sua tenacia non è solo da valutare nell’ottica di una performance superlativa, ma anche per quello che è capitato al Team Bahrain-Victorius nel corso delle tre settimane. L’assenza di Landa è stato un trampolino di lancio per il nostro Damiano, ma di sicuro ha pesato anche sull’andamento della corsa nella sua totalità. Ma noi ci godiamo il Caruso nazionale.

egan bernal giro d'italia 2021

Ma guardiamo alcuni dei protagonisti che la corsa l’hanno fatta

Bernal, Ganna e quel Team Ineos-Grenadiers che oltre ad essere mostruosi nella loro forza e capacità di tenere la corsa, sono pure parecchio “wow”. Siamo lontani dall’immagine del Team Sky, dominatore e fortissimo, ma anche a tratti supponente, monotono e noioso, per nulla spettacolare e a tratti distaccato. Di sicuro snob nei confronti del Giro d’Italia. E ora? Adesso siamo di fronte ad un sodalizio che regala spettacolo, unito e programmatore, ma anche capace di improvvisare con efficacia (e il 2020 lo ha dimostrato). 4 Vittorie di tappa, la conquista della maglia rosa e della maglia bianca. Miglior team e dominio assoluto in fase di controllo, sono molte tra le tante conferme.

Vendrame, Bettiol e Nizzolo, Fortunato e De Marchi

L’Italia del ciclismo esce dal Giro d’Italia con delle buone speranze in ottica futura e con un bottino che non è male. Se è vero che è sempre più difficile essere protagonisti, è pur vero che nel ciclismo moderno gli italiani sono tanti e non passano in secondo piano. Qui citiamo solo i vincitori di alcune tappe, ma la lista è lunga. I gregari italiani? Senza prezzo. In questa parentesi vale la pena nominare anche Ciccone che non ha brillato come molti di noi avrebbero sperato. Peccato e si pensa al futuro.

Giro d'Italia 2021, cosa ci lascia in ricordo
Lorenzo Fortunato sullo Zoncolan
Giro d'Italia 2021, cosa ci lascia in ricordo
De Marchi in rosa, un premio alla carriera, al corridore e all’uomo.

Qualcuno ha detto che non c’erano gli stranieri, quelli buoni

Osservando la lista dei partenti, quella delle vittorie e dei vittoriosi, ci accorgiamo che il parterre del Giro d’Italia 2021 era di qualità assoluta. Nessuno può dire al contrario. In questa considerazione è da valutare anche:

  • tra neppure un mese ci sarà il TDF.
  • In questo anno ci saranno i mondiali e le olimpiadi, con tutto quello che comporta a livello di programmazioni, oltre agli Europei di Settembre in Trentino.

Con tutta probabilità, qualche anno a dietro, molti corridori stranieri di spicco, avrebbero snobbato il Giro per concentrarsi maggiormente sulle competizioni a ridosso dell’estate.

E poi ci sono gli stranieri, già vittoriosi nelle categorie giovanili

Il ciclismo moderno

Per chiudere vogliamo solo abbozzare un argomento che tratteremo nei prossimi giorni con un articolo dedicato: il ciclismo moderno. Questo aggettivo ha acquisito importanza durante e dopo il tappone alpino con arrivo a Cortina, accorciato e modificato per via del maltempo. Ma cosa è e cosa significa ciclismo moderno? E’ sport, business e/o una vetrina. E’ un modo per dare epicità ad una disciplina sportiva che ha costruito la sua storia proprio grazie alle imprese epiche. Oppure è un modo di sancire la crescita di uno sport che crea interesse a diversi livelli. Ne parleremo e scriveremo prossimamente.

a cura della redazione tecnica, immagini Giro d’Italia.

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Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.