La Granfondo Bra Bra Specialized Langhe e Roero conferma la sua crescita e la sua evoluzione, un trend che sta portando la manifestazione piemontese stabilmente nella top ten degli eventi amatoriali in Italia: eppure l’impressione è che il comitato organizzatore punti ancora più in alto. Poco meno di 2300 iscritti sono una cifra importante, un numero di persone che viene quasi raddoppiato se si considera tutto quello che ruota attorno ai ciclisti: compagne e accompagnatori, famiglie e semplici curiosi, tutti appassionati (a loro modo) che all’interno dell’Agenzia di Pollenzo possono trovare un luogo di relax, dove non manca nulla.
Provare a chiudere gli occhi per qualche istante ed immaginare di essere catapultati altrove, lontano, non in una terra che sia uguale per tutti ma, in una sorta di sogno (perchè ognuno di noi, a volte, vorrebbe essere da un’altra parte), ovattati e assecondati da un territorio che ti trasmette tranquillità e sfida al tempo stesso. La tranquillità la si vede, la si percepisce dalle colline arrotondate, pettinate dalle vigne che si susseguono con un moto perpetuo: ordine, cura dei particolari, ricchezza e natura, interrotte o per meglio dire, dominate dai borghi che si stagliano sulle loro cime. La sfida è quella sportiva, quella dei ciclisti che si immergono in questo territorio, senza sosta, senza riposo, con tanta fatica per conquistare queste strade, queste salite che, non sono alpine ma richiedono uno sforzo grande. Eppure, ogni volta che ti guardi alle spalle, dopo un’erta, dopo una curva, un tornante, la vista e il panorama ti ripagano di quello che hai fatto in precedenza.
A noi, che ieri abbiamo pedalato la Granfondo Bra Bra Specialized insieme a voi, piace abbinare questa manifestazione e definirla come la Liègi-Bastogne-Liègi in ambito amatoriale, una gara dura ed esigente sotto tutti i punti di vista, per chi da un’interpretazione più agonistica ma anche per chi la vive in modo meno impegnato. Il percorso della Bra Bra Specialized è un tracciato che non presenta salite alpine, non ci sono cime che hanno fanno la storia con tappe epiche ma al tempo stesso il percorso della Bra Bra è molto esigente; qui non nascondi nulla, nel percorso lungo, in quello medio ma anche nel corto. Tre percorsi messi a disposizione dal comitato organizzatore! Tanta roba.
29 Aprile 2018, Pollenzo (subito sotto la collina di Bra) con la sua Agenzia, con la sua Università delle Scienze Gastronomiche, con tutto il suo centro cittadino, diventano il fulcro del mondo amatoriale. Questa è una terra tranquilla ma che freme al tempo stesso, una terra dove il lavoro e la terra sono sacri ma che per un intero fine settimana lo sport ha la precedenza. Langhe e Roero sono anche patrimonio mondiale dell’UNESCO, dettaglio che non è poca cosa, anzi. Essere parte integrante dell’UNESCO è la ciliegina sulla torta, quel qualcosa ( in realtà è molto) in più che ti permette di presentare al mondo un pacchetto completo: cultura, territorio, enologia ed enogastronomia, ospitalità e sport naturalmente.
Andiamo alla gara, stop alle chiacchiere! Si parte alle 9,30, precise e spaccate, puntali come sono le genti che abitano qui. Le griglie ( non una griglia unica), si sviluppano per le vie del paese e al momento della partenza si passa nella piazza principale del paese, un ciottolato che ti fa “sballonzolare” ma che mette anche una sorta di ordine, che frena gli animi più accesi, quelli che normalmente si infilano e superano in ogni dove. Si va avanti per un km e al kilometro zero scatta la bagarre, manetta aperta, full gass!
Il gruppo si allunga da subito, la velocità è alta, altissima. Un paio di saliscendi non vengono neppure percepiti, si volano via e si attacca la salita de La Morra. A parte qualche tratto, questa strada è un lungo rettilineo al 7% di pendenza, una cifra che fa più selezione di una salita al 15%. Si corre veloci, peri rimanere in coda al primo gruppo bisogna faticare e spingere, pedalare in salita facendo velocità e non tutti sono in grado di farlo. Lo scollinamento è vicino ma è falso!
Quando affronti una salita lunga, dopo la sommità si affronta la discesa e si respira (come si dice), qui, su queste strade non c’è neppure il tempo di bere! La salita non finisce mai, o per meglio dire: “dopo la salita inizia il tratto duro, quei falsi piani che ti invitano a spingere il rapporto e con l’andare dei km ti sciolgono come neve al sole. Che bella giornata quella di ieri: le previsioni meteo non erano così brillanti ma alla fine caldo, sole e solo qualche nuvola nel pomeriggio, hanno confezionato una giornata magnifica.
Quanti mezzi di supporto lungo il percorso, auto, motociclette, ambulanze e mezzi per l’assistenza in genere, sia nella parte frontale del plotone che nelle retrovie. Incroci presidiati a dovere, con più di una persona per ogni punto sensibile e rotonda, dentro e fuori i centri abitati. Le discese pericolose e tecniche erano anticipate dai cartelli, ben visibili. Qualche tratto di strada malmesso non ha creato grossi problemi a nessuno.
E quanta gente sulle strade a vedere il passaggio dei corridori, di un serpentone allungato per km e km. Proprio qui si è visto il cambio generazionale. Si passava dalle genti composte alla finestra, sul terrazzo, comodamente seduti in giardino (che non favellavano), a ragazzi giovani indemoniati a fare il tifo, ad urlare (qualcuno si è prodigato con le trombe da stadio, non ricordiamo il luogo, forse eravamo troppo impegnati a tenere la coda del gruppo, con la lingua che man mano assumeva forma fantozziana).
Si corre veloci, l’anello sta per chiudersi. l’anello è quello del tracciato che in una forma, quasi perfettamente rotonda, va a chiudersi proprio li dove tutto ha avuto inizio, di fronte all’Agenzia di Pollenzo. Banale dirlo? No, qui sono tutti vincitori, perché la medaglia al collo è STRAMERITATA.
E dopo l’arco di arrivo ci aspetta un ristori ed un prato dove “appoggiare la carcassa stanca”, dove far coricare la bici, perchè siamo sicuri, anche lei è provata e tirata all’osso.
Chiudiamo con una considerazione: Se l’anno passato, il 2017 ha segnato a nostro parere un cambio di passo della Granfondo Bra Bra Specialized, questa del 2018 è la conferma di una manifestazione ben congeniata, ben confezionata, molto ben supportata da comitato organizzatore, sponsor e territorio. A nostro parere, non ha ancora raggiunto il suo massimo, in termini di numeri ma anche per quanto concerne lo sviluppo di tutto il pacchetto. La Granfondo Bra Bra Specialized ha le carte in regola per diventare un evento di stampo internazionale, un biglietto da visita per il nostro universo (quello amatoriale delle granfondo) e per una regione che è capace di spendere in modo positivo la sua immagine culturale legata allo sport.
A cura della redazione tecnica, foto credits di Sara Carena.