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Granfondo di Casteggio, prima edizione

di - 11/09/2017

E’ nostro dovere e dovere di tutti i ciclisti in genere, supportare e assecondare chi organizza manifestazioni ciclistiche; in primis per un discorso legato alla promozione dello sport, senza dimenticare che in molte occasioni è proprio l’organizzatore che ci mette del suo, dedicando tempo e risorse, affrontando non poche difficoltà nella richiesta di permessi, nulla osta, delibere etc etc etc. Il mondo delle granfondo è anche il volto di chi, cerca consensi e consigli, di quel comitato che organizza e cerca di migliorare, cosciente che non tutto è perfetto. Il mondo granfondistico è il viso, la faccia di quell’organizzatore che aspetta i corridori all’arrivo, chiede e si informa, accetta le critiche e a cui brillano gli occhi quando gli fai un complimento e gli dai una dritta per l’anno prossimo: l’espressione di chi non ha dormito la notte precedente e ripercorre tutti i passaggi fatti e da fare, pensa alle strade, tiene acceso il cellulare anche di notte (almeno tutta la settimana che precede l’evento). A volte dobbiamo ricordarci che l’universo granfondistico è composta per la maggior parte da manifestazioni di stampo medio piccolo, che faticano a trovare sponsor e supporto: solo una minima parte è composto da aventi supportati da tv e partner che elargiscono denaro.

Il meteo non lasciava scampo già da qualche giorno, previsioni brutte, non apocalittiche ma sicuramente hanno condizionato la scelta di molti: iscriversi oppure no?

Ci viene comunque da dire, “che sfiga”, con un termine poco giornalistico ma che rende l’idea, perchè dopo 8 (otto) mesi di siccità, senza una goccia d’acqua, il meteo è stato infame proprio in questo fine settimana. Non è la fine del mondo, capita ma la gente ricorderà una prima edizione bagnata di questa manifestazione; in questa frase si percepisce già, che ci saranno altre edizioni, sicuri che Vittorio Ferrante (patron del Pedale Sant’Angiolino), promotore della Granfondo di Sant’Angelo Lodigiano, Granfondo del Penice a Zavattarello e della Granfondo di Casteggio, abbia già in mente qualche novità per le prossime edizioni.

Poco meno di 300 partenti, con lo start senza pioggia ma con una nebbiolina che limita la visibilità, proprio per questo ci viene da dire: “meno male che siamo partiti in salita”, a freddo ma senza pericoli. Strade bagnate ma temperatura esterna accettabile. Man mano che ci si sposta all’interno delle colline, la prospettiva si accorcia, la nebbia e la scarsa visibilità rendono tutto più complicato per tutti, non solo per i corridori ma anche per il personale di controllo posizionato nei punti sensibili. Ancora una volta abbiamo notato una certa ostinazione nell’utilizzo e settaggio della bicicletta da parte di molti atleti; il nostro riferimento va all’impiego di ruote in carbonio e tubolari gonfiati a pressioni troppo elevate per le condizioni meteo a cui si è andati incontro. In queste situazioni limite, bisogna essere capaci di guidare la bicicletta, limitare i rischi per se e per gli altri, oltre ad avere l’umiltà di utilizzare un equipaggiamento, magari meno performante ma forse maggiormente sicuro. Talvolta la discesa è tortuosa e poco sicura ma anche noi ciclisti ci mettiamo del nostro per aumentare la dose di rischio ( e questo nessuno lo può negare).

Comunque, in considerazione di tutto, un applauso a tutti, corridori che hanno partecipato, organizzatori, moto e macchine scorta, operatori che hanno presidiato incroci, rotonde e discese, oltre alle forze dell’ordine e al Comune di Casteggio che ha messo a disposizione il palazzetto dello sport.

Infatti, anche e non solo per questi motivi, tanti sono stati gli interventi degli “angeli del servizio corsa Scott”, sempre pronti e attenti, una certezza per tutti.

I due percorsi, accorciati rispetto al format originale, prevedevano continui saliscendi nella parte centrale, tipici dell’entroterra appenninico, strade tecniche e poco trafficate, con un asfalto tutto sommato in condizioni discrete (martoriato solo in alcuni punti), che si gettavano lungo la Val Staffora dritti come un fuso. Gli organizzatori sono stati obbligati a fare importanti variazioni, tagliando di netto l’ingresso nella Valle Ardivestra e la scalata a Costa Cavalieri, strada che avrebbe cambiato i risultati finali della MF e dalla GF, sgranando maggiormente i gruppi di atleti sul traguardo. Non solo: il passaggio lungo la statale del Penice, ha obbligato a considerare maggiori forze in campo per la gestione del traffico, operazione non semplice lungo una strada così trafficata nel fine settimana.

Tutti vincitori? A nostro parere si, scusate se ci ripetiamo in questo ma per noi è così.

Tutte le foto sono di Sara Carena.

asdsantangelo.blogspost.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.