Pubblicità

Granfondo Help Haiti la granfondo che insegna

di - 13/05/2019

La Granfondo Help Haiti è unica nel suo genere, perché il ciclismo è sport, competizione, agonismo ma anche solidarietà. All’interno del pacco gara troviamo come di consueto l’interessante brochure di Help Haiti. Ci colpisce il racconto di Sante, il suo “viaggio negato” a causa della pericolosa situazione in questo piccolo paese caraibico dimenticato da tutti, specialmente dai giornali e dalle TV che si affannano in notizie di gossip e dimenticano drammi sociali dalle enormi dimensioni. In questo clima di totale indifferenza si intuisce solo di striscio la difficoltà della piccola Onlus Pane Condiviso nel portare a termine i progetti in questa landa sperduta.

Per fortuna gli amici di Help Haiti con il loro operoso carattere friulano non si scoraggiano mai e trovano sponda in aziende come Sportful (che dona l’ennesimo capo tecnico di abbigliamento a completare una bella divisa); anche le autorità locali sono presenti e facilitano il compito in questa parte di Italia forse sottovalutata per le sue potenzialità turistiche. Bellissima la location del Palasport di Cividale che potrebbe sopportare ben altri numeri. Come da sempre gli organizzatori ci hanno abituato ad operazioni pre gara veloci e precise, ci accompagna l’assordante “tum tum” di una affollata lezione di spinning a pieno volume mentre in un lato del palasport c’è la immancabile bancarella di Help Haiti con i coloratissimi oggetti di artigianato locale.

Cividale – Rosazzo- Castelmonte – Azzida 12 Maggio 2019. Corsa per Haiti 2019. © Foto Petrussi

Incontriamo Sante già preoccupato per il meteo che ha tenuto lontani i numeri della scorsa edizione e che costringe il Direttore di Corsa ad annullare il Lungo; in questo pazzo maggio italiano siamo contenti di aver contribuito alla fine della siccità e ad aver riempito ben bene tutti gli invasi artificiali dello stivale, a qualcosa serve il granfondismo! La notte si scatena una bufera che agita animi e sonni e alle 6.30 di domenica mattina il parcheggio del palasport sembra il piazzale di una azienda in un giorno di festa. Ma appena la pioggia allenta un po’, come i passerotti in inverno davanti alle briciole, il piazzale si popola di ciclisti che in ogni modo si impermeabilizzano e corrono in griglia. Alla fine, sotto il suono delle campane e con la benedizione del parroco, anche Sante in versione ciclo prende posto e il serpentone esce lentamente dal centro scortato da numerose moto. Le prime rotonde fanno sudare freddo ma appena la strada si apre il gruppo rulla in una nuvola d’acqua come in Formula 1 e le velocità si fanno interessanti. Il percorso è nuovo e dopo un primo dente che fa rompere il plotone si affronta un altro pezzo di fondovalle verso l’unica ascesa. Dalle arterie principali ci inoltriamo in una serie di strade secondarie e in una vegetazione che non permette di vedere altro che alberi. La salita segue per lunghi tratti un torrente che segna il Confine di Stato con la Slovenia, nessun mezzo oltre alla nostre biciclette su un bel fondo stradale mentre la pioggia smette di cadere. La salita è regolare e ognuno sale con il suo ritmo nella selvaggia natura, raramente ci siamo sentiti così spaesati e senza riferimenti e quando sbuchiamo sulla via alta in questa specie di altipiano si intravede una montagna imbiancata di recente. I ristori ci sono, ma con il Percorso unico in pochi si fermano, i volontari sono gentilissimi e notiamo che nonostante si passino bottigliette al volo e banane in terra sul tracciato di cartacce poco o nulla!! Un miracolo….o forse c’è un popolo più educato rispetto a quello solito. I chilometri filano via abbastanza velocemente e quando siamo vicino a Cividale il tracciato ci riporta verso Pulfero per affrontare l’ultimo breve strappo che serve a portare via dalla ruota degli altri i succhia sangue come noi, lasciandoci al vento. Peccato ma a questo punto importa solo che all’arrivo ci sia una bella doccia calda nel palasport e un sontuoso Pasta-Porchetta party come da prassi. In verità il Pasta party è talmente popolato che non ci spieghiamo come le bocche facciano scopa con le ruote viste in griglia, ma tant’è…nonostante tutto una bella giornata, una organizzazione di livello, il solo rammarico di non aver goduto appieno dei panorami in cui abbiamo pedalato.

Ci piacerebbe che nel futuro qualche altro organizzatore di Circuiti o qualche altro sponsor di livello potesse aiutare Sante e i suoi amici a fare ancora meglio, perché più ruote ci sono più bocche Pane Condiviso può sfamare, e in una realtà così schizofrenica come la nostra pensare per qualche momento a chi sta peggio di noi aiuta a capire cosa è centrale e cosa è banale nella nostra vita. Bene o male il nostro viaggio ha un solo biglietto e siamo certi che la carità, anche indirettamente perché qui a Cividale in verità siamo ben coccolati, arricchisce maggiormente chi la fa.

Castelmonte Azzida- Cividale12 Maggio 2019. Corsa per Haiti 2019. © Foto Petrussi

Grazie a Sante e a Help Haiti con le sue numerose manifestazioni: il bene, spesso, è silenzioso ma dentro sé possiede la stessa forza della natura che oggi abbiamo attraversato.

Grazie ad Enrico Monti, foto credits Petrussi

helphaiti.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.