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Granfondo Squali, tra il mare e paesaggi collinari

di - 13/05/2019

La Granfondo Squali è una festa, lo si percepisce da molti aspetti ed è anche per quello che abbiamo utilizzato un’immagine di apertura con dei bambini, presenti in massa nella giornata precedente alla granfondo, al villaggio expo. Una Granfondo giovane la Squali di Cattolica e Gabicce Mare, cresciuta costantemente nelle cinque edizioni disputate. La crescita viene confermata per quanto riguarda gli iscritti, anche quest’anno, nonostante le previsioni che nei giorni precedenti facevano presagire l’ennesima doccia gelata, per ciclisti ed accompagnatori. Solo questo ha impedito il raggiungimento del numero chiuso fissato in 3000 e soprattutto scoraggiato dal presentarsi in griglia molti iscritti alla domenica mattina.

La ricognizione del sabato

Ci viene da dire peccato, perché in effetti la pioggia ha graziato in buona misura la manifestazione, quindi, qualche partecipante in più ci poteva stare. Infatti sia nelle giornate di venerdì che di sabato un bel sole ha illuminato l’ampia area espositiva, una tra le più belle tra quelle visitate in questo 2019, con molti noti brand tra cui Craft che ha firmato lo zaino tecnico inserito nel pacco gara. Tale area era collocata di fronte all’Acquario di Cattolica, non un semplice sfondo, ma al contrario un vero partner di questo evento la cui visita è sicuramente consigliabile, sempre bello. Meglio se in compagnia della propria famiglia per trascorrere magari il primo weekend al mare. Proprio il ciclismo come volano per il turismo è l’idea alla base dei bike-hotel e la motivazione che ha spinto quasi 50 alberghi di Cattolica e Gabicce, i due comuni appartenenti rispettivamente a Emilia-Romagna e Marche che si dividono partenza e arrivo, a supportare questa iniziativa sportiva.

Un’immagine dell’area expo

All’interno dell’area espositiva era collocato lo stand di Trek che ha deciso di affiancare il suo nome a questo evento. In virtù di questa partnership abbiamo avuto la possibilità di vivere il weekend in sella ad una Trek Emonda SLR7 disc. Bici presa, breve giro di set-up al sabato per eventuali raffinamenti della posizione e prendere confidenza con le gomme. Ci godiamo il territorio attraversato. Siamo vicini al mare, anzi a picco quando percorriamo la panoramica che da Gabicce Monte costeggia il mare in direzione sud (e che in gara ripercorreremo in senso inverso), ma come si va nell’entroterra la strada si impenna sotto di noi. Ora dolce ora più decisa, le colline scorrono di noi senza soluzione di continuità. Passiamo Per Tavullia, il regno di Valentino Rossi, del resto qui è terra di ruote veloci sia a motore che non.

La bici con cui abbiamo affrontato la granfondo

Viene il momento di calarsi nell’ospitalità della riviera e fare il carico di carboidrati a base di piadina mentre ascoltiamo i discorsi dei ciclisti che affollano gli altri tavoli. Che percorso affrontare, se il medio oppure il lungo, magari con un po’ di pretattica per ingannare l’amico e compagno di team che è poi il primo “rivale” di ognuno di noi, quello con cui ci si confronterà l’indomani. Ma il tema principale è il meteo. Pioverà oppure no questo è il dilemma! E di conseguenza partono le discussioni su come vestirsi mentre freneticamente vengono consultati i più disparati siti meteo. La notte porta la temuta pioggia, ma al risveglio il sole ha preso il suo posto e le strade non sono nemmeno troppo bagnate. Certo, i nuvoloni neri non sono spariti e un abbigliamento adeguato è comunque necessario per parare possibili rovesci, ma almeno si partirà asciutti.

Le fasi dello start ufficiale

Buona la novità della partenza ad andatura controllata per il paio di chilometri strettamente necessari ad uscire da Cattolica ed imboccare la tangenziale in direzione di Pesaro dove si viaggia poco sotto i 50km/h. Lo abbiamo già detto tante volte, il livello medio si è sempre più alzato. Tanto che quando la strada inizia a salire vicino al bel borgo medioevale di Garbagna sembra che nessuno si stacchi ed è un gruppo con ben più di un centinaio di partecipanti quello che si presenta al bivio tra medio e lungo posto dopo 25km.

Il ristoro

Sul lungo, sarà la salita di Monte Altavelio, annunciata da un dettagliato cartello descrittivo, a rompere definitivamente il gruppo. La successiva discesa, tecnica, richiede un supplemento di attenzione per il fondo sconnesso. Purtroppo una costante in tante, troppe, zone d’Italia con poche isole felici che fanno eccezione. Alla Granfondo Squali hanno fatto quanto possibile, aggiornando i percorsi per andare a proporre i tratti in migliori condizioni e ben segnalando con cartelli e sbandieratori (utilissimi!) i punti più ammalorati. Complessivamente più di 400 i volontari, molti dei quali con preparazione specifica ASA, ben impiegati dal comitato organizzativo a presidio degli incroci.

Con la mascotte

Seguono alcuni chilometri decisamente scorrevoli, dove chi vuole, sa, può davvero giocare a fare il ciclista, magari organizzando una doppia, e poi un tratto a mezza costa. E poi di nuovo un’ascesa breve ma impegnativa che porta a Belvedere Fogliense. Ed in effetti la vista è notevole mentre procediamo verso il litorale circondati da verdeggianti colline, ora illuminate dal sole, disposte tutt’intorno a noi come fossero onde. Al contrario sul mare il cielo è color piombo e la tanto temuta pioggia che in pratica ha risparmiato quasi completamente chi ha percorso il corto inizia a scendere. Dapprima piano, poi sempre con maggiore intensità.

 

Affrontiamo gli ultimi chilometri lungo i saliscendi della panoramica e quando giungiamo al traguardo ci rifugiamo sotto i tendoni che ospitano il ristoro dell’arrivo a base di pesce, piada, focacce e mortadella. La pioggia e le calorie bruciate sono ottime scuse per indugiare più a lungo del necessario prima di prendere la discesa per rientrare in hotel a Cattolica.

a cura di Davide Sanzogni, foto di P.A. Comunication e C.O.

granfondosquali.it

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.