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Ha ancora senso parlare di stagione agonistica MTB 2020?

di - 21/04/2020

Superenduro 2020

A questo punto una domanda che è lecito farsi. Le direttive federali hanno di fatto annullato più di metà stagione, posticipando l’inizio delle gare ai primi di luglio. Le manifestazioni sospese o annullate hanno creato un elenco infinito e c’è da scommettere che la data di inizio verrà ulteriormente spinta più in là. Tour de France che parte alla fine di agosto e Giro d’Italia a ottobre sono segni di incertezza che ci fanno pensare che forse sarebbe più opportuno dire stop; come de resto ha fatto nel nostro piccolo il Superenduro, preparando al meglio la stagione 2021.

Superenduro dice stop alla stagione 2020

Sicuramente dietro alla ritrosia ad annunciare lo stop definitivo da parte di grandi giri e federazioni ci sono centinaia di posti di lavoro, oltre a contratti pubblicitari e diritti televisivi importanti per il sostentamento di tutto il sistema. Pensate solo al danno economico che sta subendo un ente come l’UCI per i mancati introiti dall’organizzazione delle gare e avrete un quadro preoccupante. Per molti di noi la bici è passione e divertimento, ma perché questo possa accadere, sono migliaia le persone che ci lavorano, quindi si comprende perché prima di interrompere tutto, sia necessario andare con i piedi di piombo.

Questa considerazione era doverosa, per evidenziare come nessuno di noi trascuri questi elementi, che sono molo importanti per gli equilibri di tutto il sistema. Ma per tornare alla domanda iniziale, personalmente credo che sia necessario interrompere le manifestazioni, comunicandolo in anticipo in modo da permettere a tutti gli interpreti di programmare i prossimi mesi, come è stato fatto in modo corretto e coraggioso da Enrico Guala (deus ex machina del Superenduro) e soci.

Nalles XCO 2019
Anche gli Internazionali d’Italia Series 2020 verso la chiusura definitiva – foto: Michele Mondini

Variabili in gioco

Penso che le variabili da tenere in considerazioni sia troppe, dalla sicurezza degli atleti fino alla gestione degli spazzi e della logistica. Non riesco a immaginare come possano essere organizzati degli eventi in totale sicurezza, mantenendo anche i canoni di distanza e protezione che quasi certamente verranno imposti nei prossimi mesi. Dalle informazioni che si leggono, sembra che guanti di lattice e mascherine saranno obbligatorie, come possibile pensare che gli atleti possano gareggiare con questi dispositivi? Inoltre, gli ultimi studi hanno evidenziato che il distanziamento fisico deve aumentare quando si fa sport, quindi come è possibile pensare di svolgere le gare in gruppo, siano esse su strada o nell’off-road?

Se poi riflettiamo su manifestazioni di respiro internazionale o nazionale, dobbiamo tenere in considerazione anche i pernottamenti e tutta la logistica che consegue. Gestire un Tour de France o di un Giro d’Italia non è uno scherzo, quanto personale servirebbe per garantire le misure di sicurezza necessarie? La carovana di queste manifestazioni è fatta da centinaia di persone, come è possibile dislocarle ogni giorno? Inoltre, proprio gli spostamenti giornalieri mettono l’intero staff nelle condizioni di entrare in contatto con un numero imprecisato di persone, è sufficiente un malato per scatenare una nuova ripresa dei contagi. Un discorso analogo lo si può fare anche per le Marathon MTB o per le classiche Granfondo stradali, migliaia di persone che si spostano non penso siano gestibile, con le regole di distanziamento.

Südtirol Dolomiti Superbike - gruppo
Anche la Südtirol Dolomiti Superbike a causa della pandemia e delle limitazioni imposte “abdica” al 10 e 11 luglio 2021

Clima d’incertezza

Un ultimo elemento riguarda infine la possibilità di allenarsi, che non è uguale per tutti; con atleti che dovendo restare in casa non hanno la possibilità di prepararsi al meglio e altri che hanno invece potuto continuare ad allenarsi in modo costante, creando così altri due problemi, il primo legato alla sicurezza. Gradi di preparazioni troppo differenti possono creare condizioni di pericolo per gli atleti meno preparati, mentre pessimi risultati dovuti a uno stato di forma non ottimale possono influire negativamente anche sui contratti degli anni successivi, alimentando così un secondo punto su cui soffermarsi. Perché il livello di cui stiamo parlando è quello professionistico o semiprofessionistico, dove i risultati possono determinare le condizioni per poter continuare al meglio il proprio lavoro.

Hero Sudtirol Dolomites 2019 - start
Appuntamento al prossimo anno con la BMW Hero Südtirol Dolomites che sarà anche l’ultima prova di Hero World Series 2021 – foto: wisthaler.com

Sono quindi molti gli elementi che vanno a creare un clima di incertezza, con alcuni organizzatori che hanno anticipato i tempi annullando i circuiti, altri che temporeggiano e singole località che devono fare i conti con questa insicurezza e con problemi economici che potrebbero incidere sulle loro decisioni. Infatti, organizzare eventi di medio o alto livello costa dai 10.000 euro in su (escludendo naturalmente Grandi Giri, Classiche e Campionati del Mondo), una cifra che in questo momento non è detto che tutte le realtà possano permettersi di utilizzare, contribuendo a delineare un quadro complesso che rende difficile immaginare l’esistenza di una stagione agonistica.

Alex e Denny Lupato
Alex e Denny Lupato, grandi interpreti dell’enduro nazionale, in una pausa di allenamento

Ma gli atleti cosa dicono?

Loro cercando di allenarsi nel migliore dei modi, giustamente non vedono l’ora di gareggiare. Poiché per chi ha il numero impresso nella mente, pensare di non competere per una stagione è molto difficile. Lo è ancora di più per i professionisti, perché, come dicevamo sopra, senza la presenza delle gare e degli allenamenti non riescono a garantire quella visibilità necessaria, data dalle immagini, dai video e soprattutto dai risultati.

Per Junior al secondo anno o Under all’ultima stagione in questa categoria questo aspetto è ancora più difficile da accettare. Per loro questa stagione era una di quelle più importanti, perché poteva dargli la possibilità di avere maggiore visibilità e di avere così uno slancio importante per il prosegue della loro carriera, nulla sarà perso, perché chi ha talento e determinazione saprà comunque emergere, ma è chiaro che uno stop di questo tipo rende le cose più difficili. Lo sarà anche per quei piccoli atleti che passando dalle categorie giovanili dei G6 a quella agonistica degli esordienti, si troveranno a raddoppiare le distanze di gara senza aver potuto allenarsi per un’intera stagione. Quest’ultima considerazione fa comprendere anche le parole di Davide Cassani che auspicava l’istituzione ‘eccezionale’ dei G7 per la prossima stagione.

Benozzi Fullout Team 2020
Matteo Saccon e Mirco Vendemmia, gli atleti del team Benozzi-Fullout

Questo articolo ha evidenziato diversi punti di vista e molti spunti di riflessione, nessuna decisione riuscirà ad accontentare tutti, forse come non mai sarà necessario scegliere per la via meno pericolosa e impattante, sapendo che in qualsiasi caso si scontenterà qualcuno e si potranno correre dei rischi.

Enrico Guala, deus ex machina del Superenduro e all'interno del comitato organizzatore di Bluegrass Finalenduro
Enrico Guala, deus ex machina del Superenduro e all’interno del comitato organizzatore di Bluegrass Finalenduro

Due chiacchiere con Enrico Guala

Nei giorni successivi alla decisione di Superenduro di annullare l’intera stagione abbiamo raggiunto telefonicamente Enrico Guala, per capire con lui lo stato d’animo che ha portato a questa decisione e cercando di allargare un po’ il ragionamento al periodo storico che stiamo vivendo.

Enrico Guala: è stata una decisione sofferta, che abbiamo voluto prendere per senso di responsabilità nei confronti di tutto l’ambiente del Superenduro. In modo da dare un messaggio chiaro ai ragazzi che ora stanno cercando di mantenere un grado di allenamento ottimale, ma che comunque non possono avere un livello di forma che garantisca non solo performance ma anche la loro sicurezza durante le gare. Abbiamo voluto pensare agli organizzatori che in questo momento potrebbero far fatica a reperire i fondi e le energie umane per garantire il corretto svolgimento delle gare. inoltre, osservando quanto sta accadendo nel panorama internazionale che stiamo vivendo, abbiamo ritenuto corretto prenderci una pausa, per riflettere, guardarci dentro e ripartire con entusiasmo la prossima stagione. Siamo i primi a essere tristi per questa decisione e ci mancheranno i volti, i sorrisi e l’energia che confluisce nelle giornate di gara. Per questo motivo abbiamo voluto lasciare degli spiragli, mantenendo due giornate, la prima a La Thuile e in autunno a Pietra Ligure, dove speriamo di poter radunare la tribù dell’enduro per salutarci, vederci e permettere ai rider di godere di una giornata assieme cercando di creare anche un po’ di contenuti, importanti per il settore.

Come vedi il futuro?

EG: una pagina bianca da scrivere, ad oggi non ci sono certezze, penso che alla fine di questo periodo ci sarà l’ignoto. Una situazione che spaventa e affascina, che porterà con sé cambiamenti che oggi non saprei percepire. Un lungo periodo di clausura, una crisi economica come non si era mai vista, l’impossibilità di avvicinarsi, tutti elementi che lasceranno il segno e che dovremo superare, magari ripensando a molte delle nostre abitudini e convinzioni. Mai come adesso ci rendiamo conto che ognuno di noi dipende dagli altri, se tutti noi faremo il nostro dovere ne usciremo più forti, se ora ogni persona pensasse solo a sé stessa il virus continuerebbe a proliferare. In questa prima fase la salute di tutti è stata affidata al buon senso di oggi individuo, che rispettando le norme a contribuito ad abbassare i casi, dopo sarà la stessa cosa, i comportamenti di tutti noi saranno l’unico antidoto possibile. Questo è un elemento che ha azzerato l’individualismo spinto che esisteva fino a febbraio.

Richie Rude vince con il suo Team USA
Richie Rude al Trophy of Nations 2019 di Finale Ligure

Una riflessione interessante, che va oltre la bici e ci permette di aggiungere un tassello alle riflessioni che sono state fatte fino ad ora. Grazie Enrico e speriamo di incontrarci presto in sella a una bici.

EG: grazie a voi!

[testo di Marco Tagliaferri]

Allenarsi per la MTB ai tempi del Coronavirus