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Il gesto del ciclismo, una storia senza fine

di - 16/03/2021

Il gesto del ciclismo, una storia senza fine

Il “gesto” viene definito come un “movimento col quale si esprime un sentimento, un desiderio, un proposito…o si esegue una particolare azione”. Il Linguaggio del corpo, che trova nel ciclismo una delle massime espressioni. Movimenti ampi, fluidi la cosiddetta pedalata rotonda, che annulla i punti morti e disegna circonferenze perfette. E’ il gesto della pedalata.

Foto Massimo Paolone/LaPresse 03 ottobre 2020 ItaliaSport CiclismoGiro d’Italia 2020 – edizione 103 – Tappa 1 – Gara cronometro individuale – Da Monreale a Palermo (km 15,1)Nella foto:NIBALI Vincenzo( ITA )TREK – SEGAFREDOPhoto

Il gesto della pedalata e quella magia

La magia dei campioni è racchiusa in questi disegni dinamici, nell’esecuzione perfetta di un movimento apparentemente facile e semplice . Il fuoriclasse aziona rapporti durissimi, senza soluzione di continuità, senza apparente fatica, dando vita ad una danza dolce e armoniosa.

Il gesto del ciclismo, una storia senza fine
Alberto Contador

C’è modo e modo di pedalare

I ciclisti che suscitano ammirazione, non stantuffano, non spingono e schiacciano sui pedali, ci danzano, con leggerezza e potenza. Il ciclismo non è solo pratica, ripetizione ed esercizio. A certi livelli è anche attitudine, è predisposizione e una dote naturale. Dopo aver vinto, a quasi 50 chilometri orari, una cronometro a Maddaloni (Giro d’Italia 1985 !) Bernard Hinault ebbe a dire : “ho vinto come un artista della bicicletta…”. Sono d’accordo : certi modi di pedalare hanno in sé qualcosa di artistico. Allenamento e cura della tecnica sono importantissimi per migliorare le proprie prestazioni. Ma artisti…si nasce!

Gianni Bugno, più volte definito, in maniera unanime, il corridore più elegante di sempre.

Il ciclismo, un modo elegante di fare sport

Ci sono ciclisti – anche a livello amatoriale – che portano in bici le proprie doti naturali ed è bello vederli pedalare. Sono eleganti, leggeri e al contempo potenti. Poterli osservare è come guardare un’opera d’arte, godere della sensazione di velocità ed equilibrio: della bellezza del gesto. Nel gergo ciclistico si usano termini ( come“pedalare nel burro” o “non sentire la catena”) che provano a descrivere l’armonia di certi pedalatori. Chi pratica il ciclismo lo sa bene : pedalare “rotondi” con rapporti agili è abbastanza facile, tutt’altro è farlo azionando rapporti lunghissimi (tipo il 60 x 11 , mulinato a cronometro, con apparente noncuranza, da Filippo Ganna).

Il gesto del ciclismo, una storia senza fine
Foto Massimo Paolone/LaPresse
03 ottobre 2020 Italia
Sport Ciclismo
Giro d’Italia 2020 – edizione 103 – Tappa 1 – Gara cronometro individuale – Da Monreale a Palermo (km 15,1)
Nella foto: GANNA Filippo( ITA )TEAM INEOS GRENADIERS

Il gesto della pedalata, come un disegno

Ho avuto la fortuna e il piacere di pedalare a ruota di Campioni del Mondo (professionisti ed amatori) e il disegno della loro pedalata m’è rimasto impresso come un modello di bellezza. Rimango convinto che il ciclismo sia una forma artistica, espressione , anche, di “gesti umani”, che accompagnano il gesto della pedalata e che non ritroviamo in altri sport. Condividere la borraccia con un compagno, “tirare” per un amico in difficoltà, andare in fuga, dare il cambio quando sì è in gruppo, affrontare con coraggio una discesa, alzare le braccia al cielo : sono solo alcuni dei “gesti” del ciclismo, che completano quello della pedalata. La bellezza della bicicletta è racchiusa nei “gesti”, che rendono così spettacolare e meraviglioso il ciclismo.

“Un gesto ti dice di più di quanto possano fare le parole” (Henry David Thoreau)

grazie al nostro René Enzo Piccinni, a cura della redazione tecnica, immagini Courtesy Tissot.

4actionsport.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.