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Kask Protone WG11, il test e le considerazioni

di - 13/07/2021

Kask Protone WG11, il test e le considerazioni

Kask Protone WG11, un casco che non necessita di molte presentazioni, apprezzato e utilizzato nei differenti livelli di interpretazione, a partire dall’agonista duro e puro, fino ad arrivare al ciclista della domenica. Protone WG11 è sufficientemente compatto nel design ed aerato al tempo stesso, confortevole e anche aerodinamico. Il sistema di chiusura è ampiamente regolabile e le sue finiture di pregio non fanno altro che aumentare la qualità del prodotto.

Kask Protone WG11, il test e le considerazioni

Kask Protone e quell’acronimo WG11

E’ il protocollo che viene utilizzato da Kask per valutare gli effetti negativi che gli impatti hanno sul casco e sull’individuo. WG11 è un programma piuttosto semplice che riprende situazioni reali, con conseguente valutazione dei dati e dei numeri. Questo in parte spiega la forma arrotondata del Kask Protone, uno shape che nella sua totalità permette di avere un prodotto tanto compatto, aerodinamico ed efficiente, quanto capace di distribuire al meglio le forze negative che si generano in caso di incidente, limitando l’extrarotazione della zona cervicale. Il casco con una forma arrotondata ha un elevato potere di scivolamento.

Come è fatto

Prima di tutto la struttura. Kask Protone unisce una leggera copertura in policarbonato, una struttura in polistirolo In-Moulding interna (un pezzo unico), che è ulteriormente irrobustita da un anello di rinforzo, paragonabile ad uno scheletro aggiunto. Tutta la sezione inferiore del casco è rivestita dal policarbonato, che rende il prodotto longevo e ben rifinito.

Kask Protone WG11, il test e le considerazioni

Questa metodologia, che prende il nome di Multi In-Mould, permette di avere un casco robusto e leggero. Le imbottiture interne sono differenziate in base alle zone e alle prestazioni che devono elargire, con l’obiettivo primario di non trattenere sudore e calore. Inoltre tutte le imbottiture sono sottoposte al trattamento antibatterico.

Kask Protone WG11, il test e le considerazioni
Una parte del cinturino in eco-pelle

Il fitting è tra i più customizzabili del mercato. Fa collimare le fibbie laterali che uniscono un materiale sintetico e morbido all’eco-pelle, particolarmente apprezzabile e capace di azzerare i fastidi nella zona del collo. La rotella posteriore permette al casco di adeguarsi alla forma della testa in modo ottimale. La sua azione è assecondata dalla regolazione in altezza e dal fatto che i due appoggi sono aggiustabili in senso laterale. Eccellente!

Le nostre considerazioni

E’ vero, stiamo argomentando la prova di un casco che è presente nel mercato già da parecchio tempo, un prodotto che non necessita di introduzioni particolari, ma che merita una costante considerazione. Kask Protone WG11 è un vero top di gamma, in tutto e per tutto, perché ha un design tanto gradevole quanto performante ed accattivante, perché è bello e ben fatto e perché una volta indossato offre degli ottimi spunti per argomentare la sua resa tecnica.

Kask Protone WG11, il test e le considerazioni

E’ rotondo anche all’interno

Potremmo scrivere che, quello che si vede fuori è ripreso anche all’interno e, una volta indossato, Kask Protone sembra galleggiare sulla testa, senza punti di pressioni, senza fastidi e senza la necessità di regolare il sistema di chiusura.

Le bocche frontali funzionano alla grande

In termini di ventilazione, la sezione frontale fa la differenza. Oltre ad agevolare l’ingresso diretto dell’aria, i canali interni che sono paralleli alle stesse feritoie, permettono ai flussi di scorrere facilmente verso il retro (e si sente parecchio), anche grazie ad una forma del casco che non è schiacciato in modo prepotente sulla nuca.

Inoltre è sufficientemente sollevato dalle orecchie, fattore che permette di alleggerire la pressione sulle zone parietali e tamporali, facilitando anche la calzata di occhiali con le aste maggiorate.

L’imbottitura frontale tende a bloccare un poco il sudore nelle condizioni in cui la ventilazione frontale cala d’intensità, ad esempio alle basse velocità in salita, ma è pur vero che i tempi di asciugatura sono ridottissimi.

Kask Protone WG11, il test e le considerazioni

Regolazioni a non finire

Il sistema di chiusura e le regolazioni del fitting (praticamente infinite) sono davvero tanta roba. Non solo, perché la stessa customizzazione del reparto influisce in modo positivo sulla distribuzione delle forze che si generano sul perimetro di Kask Protone. Il cinturino in eco-pelle è una chicca e un valore aggiunto.

Kask Protone WG11, il test e le considerazioni

In conclusione

Kask Protone, non poteva e non doveva mancare nel nostro archivio dei test, un casco sicuramente figo e di moda, ma capace di unire la parte fashion a quella sostanza che non dovrebbe essere mai tralasciata. Il casco è prima di tutto, uno strumento per la nostra sicurezza.

Kask Protone è un casco elitario, perchè alla qualità costruttiva fa rima un prezzo di listino di quelli importanti; 255 euro di listino non sono pochi. Ma anche in questo caso è bene fare delle considerazioni, perché già molti utilizzatori hanno evidenziato una buona longevità del casco. Concettualmente, l’investimento iniziale trova un giusto ammortamento nel tempo.

a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica, FotoStudio5 (Granfondo La Fausto Coppi) e Sportograf (Maratona dles Dolomites 2021).

Nelle immagini trovate anche gli occhiali Bollé Lightshifter, l’abbigliamento Santini Pietra Polartec Delta e il vest Shimano S-Phyre. Le calzature S-Works Ares.

kask.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.