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La bicicletta e quelle vibrazioni sull’avantreno

di - 23/02/2021

La bicicletta e quelle vibrazioni sull'avantreno

“Ho la bicicletta che vibra sul davanti”.”Sento dell’instabilità e delle vibrazioni sull’anteriore, non riesco a capire se arrivano dalla ruota oppure dalla zona dello sterzo”. Sono due frasi che sentiamo e che abbiamo sentito in più di un’occasione. L’avantreno è un punto piuttosto delicato, perché, oltre a sostenerci, deve infondere sicurezza, non solo in discesa. I motivi delle vibrazioni sono molti e qualche volta non sono strettamente riconducibili al mezzo meccanico; cerchiamo di evidenziare i principali.

28 juillet 2020 – Espagne – Tour de Burgos – Burgos / Burgos –

La bicicletta, la componentistica e il ciclista

La bicicletta è una sorta di punto fermo, ma la sua prestazione è condizionata da una serie di variabili, come ad esempio la componentistica e l’atleta che la utilizza. Quando percepiamo una vibrazione, quando sentiamo dell’instabilità e/o avvertiamo del disagio, la cosa più semplice (ed immediata) è quella di puntare il dito su un componente o sulla bicicletta stessa.

Eppure, i motivi di questa instabilità possono essere diversi e non sempre è colpa della bici. Ci concentriamo sulla porzione anteriore del mezzo e su quelle vibrazioni indesiderate che minano le nostre certezze e la nostra sicurezza.

La bicicletta e quelle vibrazioni sull'avantreno
Quando si dice che:”a volte il vento fa più danni che una salita”. Quello laterale a volte è peggio di quello frontale.

Il ciclista

Chi utilizza la bicicletta, il ciclista, deve anche considerare di essere la più grossa variabile in questione. Quando si pedala ci si sposta sulla sella, si ondeggia, si scivola avanti e indietro. Chi pedala è soggetto alla stanchezza e il suo modo di elargire la forza cambia con il tempo (anche nel breve periodo). Non in ultimo il pedalatore che, a prescindere dal suo grado di preparazione e il modo con il quale interpreta la bici, varia la sua posizione sul manubrio. Tutti questi fattori portano a continui cambiamenti nell’economia dell’equilibrio e della stabilità del mezzo meccanico. E’ impossibile azzerare le variabili, che invece possono essere contenute con un buon setting e bikefitting.

La sua posizione in sella è fondamentale

  • Avere una posizione ottimale permette di distribuire al meglio il nostro peso ed i carichi che si generano durante la pedalata. Questo aspetto influisce anche sulla performances del mezzo meccanico e naturalmente su quella di chi pedala.
  • Un ciclista che adotta una posizione eccessivamente arretrata e sbilanciata verso il retrotreno, influisce lui stesso sull’instabilità dalla sezione anteriore della bicicletta. Cosa si può verificare: alleggerimenti inaspettati e vibrazioni. Perdite di traiettoria e difficoltà di cambiare la direzione in modo veloce e sicuro. Poca agilità e comfort ridotto. Sono tutti fattori che si manifestano e di una certa pericolosità.
  • Quando si affronta una discesa è bene tenere le mani ben salde nella parte bassa del manubrio. Lo spostamento dei carichi verso il basso e una schiena orizzontale (per quanto possibile), influiscono in modo positivo sulla stabilità di tutta la  bicicletta e dell’avantreno.
  • Frenare: il freno posteriore serve per rallentare, correggere la traiettoria ed impostare la curva successiva. Il freno anteriore serve per fermarsi, ma una buona azione frenante è il risultato di un’azione corale di tutto l’impianto frenante che distribuisce le forze in gioco lungo tutta la bicicletta. Frenare “solo” con la pinza davanti non è consigliabile, perché il rischio di piantarsi come un sedano è più che reale.

La componentistica

  • Gli pneumatici esageratamente gonfi. Oppure la larghezza delle gomme che non collima con il canale interno del cerchio (un copertone che spancia in modo esagerato dal cerchio, può creare instabilità), fattori che portano vibrazioni verso l’alto.
  • Una tipologia di pneumatico eccessivamente duro. Un esempio: le gomme delle biciclette variano la propria performance proprio come quelle delle auto e delle moto. Uno pneumatico “estivo” e con il quale ci troviamo a nostro agio con i climi caldi, non è detto che sia in grado di fornire gli stessi feedback anche in inverno. Uno pneumatico eccessivamente duro è sinonimo di instabilità per tutta la bicicletta.
  • Ancora, le ruote troppo rigide e con un profilo troppo alto al quale non siamo abituati. Un cerchio sensibile al vento laterale e che prende velocità in fretta quando il traffico motorizzato ci supera. Una raggiatura non eseguita a regola d’arte.
  • Un manubrio e/o un cockpit integrato molto rigido, possono creare una sorta di instabilità, “un eccesso di performance”. Un componente “troppo prestazionale”, può essere controproducente per il nostro modo di andare in bici.
https://www.4actionsport.it/bike/ciclismo/
Ad oggi un cockpit può fare la differenza, in termini di comfort e per una giusta posizione in sella. Gli integrati sono inoltre molto leggeri e al tempo stesso rigidi, belli da vedere. Proprio la rigidità però, deve essere un fattore da valutare quando si acquista un manubrio integrato, perché un eccesso di “durezza e secchezza” possono diventare controproducenti ai fini di prestazione e comfort.
  • Una piega manubrio eccessivamente stretta. Quando si usa un manubrio troppo piccolo, il rischio è di mandare in sottosterzo la bicicletta. La chiusura inaspettata della traiettoria è causa di vibrazioni e di cadute. Questo fattore è amplificato con le bici road disc. L’azione frenante non scarica le sue forze solo ed esclusivamente sul rotore in metallo e sulla ruota, ma anche sulla forcella.
  • Uno serie sterzo che è stata chiusa in modo eccessivo, al limite del blocco totale. Il manubrio non gira, o fa fatica e va a scatti. Si creano attriti controproducenti.
  • Troppi spessori tra lo stem e la tubazione dello sterzo. Un eccessivo spostamento verso l’alto della piega manubrio, oltre a mettere in luce altre problematiche di “biomeccanica” (che vedremo in seguito) influiscono in modo negativo sulla bicicletta e sulla stabilità dell’avantreno. Le vibrazioni che arrivano dal basso hanno una superficie maggiore sulla quale correre e la stessa superficie non permette una distribuzione ottimale delle forze negative. 

Questi sono i fattori principali che influiscono sulla stabilità della bicicletta nella sua sezione anteriore. La cura e la manutenzione, ma anche la capacità di conoscere la bicicletta, sono aspetti dai quali non si dovrebbe prescindere e strettamente legati alla nostra sicurezza.

In conclusione

Al di là di un difetto della bicicletta o di un componente, che si può verificare, è fondamentale non fermarsi ad una sola conclusione quando la bicicletta non ci trasmette un feeling ottimale. Come già affermato in precedenza e in altri approfondimenti, ai fini di poter sfruttare la bicicletta al massimo delle sue potenzialità, è necessario che questa sia “cucita” sulle nostre esigenze e modo di pedalare. Un aspetto negativo si può verificare e con tutta probabilità è un’insieme di diversi fattori che sfogano la loro negatività in quella sezione specifica della bicicletta. Lo stradista duro e crudo ha sempre dimostrato un certo limite nell’interpretazione del mezzo meccanico. Al contrario, un biker è più incline a conoscere ed approfondire la tecnica della bicicletta nelle sue diverse espressioni, con tutti i vantaggi del caso, tecnici e di conduzione del mezzo e anche in fatto di “body language”.

a cura della redazione tecnica, immagini courtesy Massimiliano Sellini, Bora-Hansgrohe (Bettini Photo), Matteo Malaspina e Lapierre.

4actionsport.it

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.