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La Fausto Coppi le Alpi del Mare 30^ edizione

di - 10/07/2017

Non abbiamo scelto l’immagine di copertina a caso: un ciclista che pedala nella sua solitudine, contro la fatica e la salita, sfidando la montagna che per molti assume i connotati del Colle Fauniera, in un certo senso il simbolo della granfondo La Fausto Coppi Le Alpi del Mare.

30 anni non sono uno scherzo, 30 anni iniziano ad essere una bella cifra anche per un umano in carne ed ossa, figuriamoci per una manifestazione amatoriale tra le più dure, granfondo che si immerge e si scontra con un territorio esigente, dove le strade (e il loro asfalto) devono essere tenute sotto controllo costantemente, immerse in una natura che non vuole lasciare molti spazi e talvolta si riprende quello che l’uomo gli ha strappato con la forza. La Fausto Coppi Le Alpi del Mare non è solo una delle granfondo tra le più longeve del panorama italiano ma anche una delle più internazionali. Il 2017, l’edizione appena trascorsa, ha visto la partecipazione di tanti ciclisti proveniente dall’estero, oltre il 30% dei partecipanti totali: 2500 i pettorali (numero chiuso) messi a disposizione, 28 le nazioni presenti al via da Piazza Galimberti a Cuneo, due i percorsi da 111 e 177 km, rispettivamente di 4125 e 2550 mdsl.

Questa gara è una di quelle non ti puoi nascondere, dove non puoi fare il furbo e risparmiare energie ciucciando la ruota, che tu faccia il percorso medio oppure ( a maggior ragione) il lungo. La scalata al Fauniera, con passaggio al Col D’Esischie, 22,5 km di salita, non puoi inventarla, ne da allenato, ne con una preparazione approssimativa: il tempo di scalata può essere ottimo e paragonabile a quello di un pro, oppure fatto al proprio passo ma questa salita ti rimane nelle gambe e nella testa, durissima e affascinante! SEMPRE!

Si parte dal centro di Cuneo, sono le 7 di Domenica mattina 9 Luglio, Piazza Galimberti è asciutta ma proprio nella direzione in cui aandrà la gara da li a pochi minuti, il cielo è plumbeo, quasi truce, con spaccature in cui il sole cerca di farsi vivo. Si parte, i percorsi si dividono nell’immediato, subito dopo il ponte degli alpini, il lungo a destra, il medio a sinistra, una delle particolarità di questa gara, aspetto di pregio e che tutti apprezzano. Il medio si salverà dalla pioggia, solo qualche goccia portata dal vento, il tracciato maggiore andrà incontro ad un bel temporale, con temperature gradevoli smorzate da bell’acquazzone.

Per entrambi i percorsi, i primi km di gara non hanno difficoltà altimetriche, si pedala, si fa fatica, l’andatura è già buona ma la strada pianeggiante permette di scaldare il motore prima delle salite. I due serpentoni di ciclisti in FUCSIA (colore della maglia commemorativa), attraversano paesi e borgate, dove la gente aspetta e aplaude: è presto ma ti rendi conto che qui la bicicletta fa parte della cultura di questo territorio. La maglia: La Fausto Coppi Le Alpi del Mare ha da sempre questa caratteristica, devi correrla con la shirt che suggella l’evento, ogni anno con una livrea cromatica differente, puoi usare il pantalocino/salopette che vuoi, puoi usare la mantellina anti-pioggia che vuoi ma quella maglia la devi indossare per forza. la Granfondo “La Coppi”, come la chiamano i veterani della bicicletta è stata la prima d adottare questa soluzione, poi copiata da tanti.

Il percorso lungo si addentra nelle valli che portano verso le montagne, si affrontano prima la salita di Valmala e poi quella di Montemale-La Piatta, entrambe simili per caratteristiche, per lunghezza e pendenza (circa 8 km e oltre il 7% di pendenza media, con punte del 14%), erte che prese singolarmente sono già salite impegnative, che non sono nulla al cospetto del Fauniera. Vogliamo parlare delle discese delle due? Tecniche, molto tecniche e rese viscide dalla pioggia, evento meteo che lascerà gli atleti nella strada verso la salita da Valmala. Spunta il sole ed è subito caldo.

Il medio si dirige verso Pradleves, qui inizia la conquista e lo spauracchio Fauniera: non si chiacchiera più, fatica e fiatone hanno la meglio, le spalle e la testa si curvano sul manubrio, le biciclette (anche quelle fuori norma) diventano pesanti.

Quando arrivi in zona Pradleves, i computerini suonano e testimonia l’inizio dei segmenti Strava: che inganno! Tutti a mulinare, la strada sale e scende, poi sale con una pendenza che permette di tirare ancora il rapportone e in molti vanno alla ricerca del KOM. Si fa velocità, si sta bene se si è in un gruppetto ma poi tutto ad un tratto la strada inizia a salire inesorabile. La catena passa sul 39, 36, 34, sul 21, 23, 25, 28, 30: il cartello a Campolino non lascia dubbi e fino a Castelamagno, lo sapzio per ragionare è poco: bisogna fare fatica e stop.

Lo sguardo di tanto in tanto va verso l’alto, si vede la strada che sale e si incunea tra la montagna. Da lontano si intravede il santuario di Castelmagno e gli altoparlanti trasmettono la messa della Domenica: sembra un segno del destino……………

Da qui, a parte qualche tratto breve, le pendenze sono meno cattive ma i km alle spalle sono già tanti, così come quelli che ci sono ancora da affrontare prima di scollinare per poi andare all’arrivo: e c’è ancora la Madonna del Colletto da fare! E prima del Colletto la lunga discesa del Fauniera, tecnica, tortuosa, pericolosa, veloce e tutta da guidare, divertente ed emozionante, capace di fare la stessa selezione della salita ma solo se la si affronta con lucidità.

La picchiata verso Cuneo, da Valdieri, da quando termina la discesa del Colletto alla “Città Granda”, ha il sapore dell’impresa, che tu la faccia da primo assoluto, che tu la vada percorrere da ultimo con il carro scopa alle calcagna. La Fausto Coppi Le Alpi del Mare non è solo la granfondo di chi arriva a braccia alzate in Piazza Galimberti: La Fausto Coppi è la granfondo che dovrebbero fare almeno una volta nella vita ciclistica, quelli che amano definirsi granfondisti.

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.