Subito due numeri che identificano la granfondo che quest’anno, in questo 2017, si è spostata nella località turistica di Salice Terme, non lontano da Voghera che è stata la cittadina storica di partenza e arrivo di questa granfondo, per quella che ancora oggi, possiamo considerare la principale manifestazione amatoriale del territorio pavese: poco meno di 1000 iscritti e poco più di 800 partenti.
Numeri a parte, ci piace aprire questo breve racconto con un inciso di Alberto Laurora, patron della Granfondo La Mont Blanc ( che si svolgerà il 25 Giugno prossimo a Courmayeur), parole espresse appena prima delle partenza alle ore 9: “complimenti agli organizzatori che sono riusciti a confezionare un prodotto di qualità, in zone belle e affascinanti ma, che purtroppo sono piene di difficoltà. Organizzare delle manifestazioni in questi territori non é per nulla semplice”.
Questa frase di Alberto é vera, verissima, reale e tanta gente di queste parti ci crede, continua a crederci, giù il cappello di fronte a organizzatori che si fanno in OTTO (non in quattro come dice il proverbio) per cercare di far collimare il tutto, al meglio!
Salice Terme, piccolo paese della Provincia di Pavia che, in inverno è praticamente deserto (tranne il fine settimana) e che in estate ha nuova vita grazie al suo verde parco, alle sue iniziative e alle sue belle piscine; località turistica che é da sempre famosa anche per la promozione delle attività sportive.
Alle ore 9 lo start, sotto un bel viale alberato che é stato manna per i ciclisti, anche in considerazione del fatto che nel corso della giornata il termometro ha toccato i 34/35° (tasso di umidità accettabile e buona ventilazione).
Partenza tranquilla? Assolutamente NO! Perché, nonostante la prima controllata la strada vallonata (seppur leggera) che porta a Godiasco è impegnativa e la partenza a freddo non aiuta. Il manto stradale é bello, scorrevole, a tratti é stato fatto da poco tempo, ci si gode l’ombra, nonostante la temperatura sia abbondantemente oltre i 25° (sono le 9 di mattina!)
Passati l’abitato di Godiasco si apre il gasssssssssssssssssssssssssssss! Senza esagerare troppo, ma il gruppo si allunga inesorabile e le gocce di sudore, l’umidità che provoca lo sforzo, la strada che tende sempre a salire, la volontà di stare davanti e recuperare le posizioni buone, NON LASCIA SCAMPO! Oggi sarà una giornata faticosa, oggi sarà uno dei quei giorni che ti devi guadagnare, senza scuse! A prescindere che tu faccia il medio oppure il lungo!
E quando, più di una persona ti chiede:” Ma qui in Oltrepò, la pianura vi fà schifo”?
“però che gran bel percorso”.
Le terre d’Oltrepò offrono un’infinità di tracciati, per tutti i gusti, dalla pianura posta alla base delle colline, passando per le salite collinari con qualche strappo duro, fino ad arrivare alla porzione di territorio che si affaccia sull’Appennino e tutti sanno le sorprese messe in campo dalle salite appenniniche, a tratti durissime, che qui vengono definite con pendenze in stile “rampa da garage”! Qui alcuni tratti superano il 17% di pendenza, a volte anche per qualche kilometro consecutivo.
La qualità dell’asfalto é buona, superiore alla media, attuale, di queste zone ( a parte qualche tratto ma del tutto gestibile e comunque ben segnalato anche da vernice bianca sull’asfalto), ottima e ben visibile cartellonistica, con tanti segnali di fine salita, tratti sconnessi, rotonde e incroci pericolosi, oltre a scritte che anticipavano i ristori.
Lo abbiamo scritto anche in altre situazioni: quando una gara é fatta da ciclisti si vede, eccome se si vede, perché certi particolari, dettagli, sfaccettature le capisci e le interpreti solo se pedali, di conseguenza “cerchi” di dare ad altri ( in questo caso a quelli che pedalano), quello che vorresti vedere tu per primo.
Un evento, può e deve sempre migliorare, in un mondo che cerca sempre qualcosa di nuovo e che a distanza di poche ore archivia in fretta e furia l’accaduto, positivo o negativo che sia. Giudichiamo quello che abbiamo vissuto, con i compagni d’avventura che hanno pedalato con noi, che hanno fatto fatica e con cui (pedalando) abbiamo diviso un paio di lattine di Coca-Cola; non vogliamo sapere i retroscena.
Forse quella del 2017 è stata l’edizione più bella, non la più dura ma una delle più tecniche per interpretazione e forse anche una di quelle ottimizzate in fatto di gestione (percorsi, ristori, villaggio di partenza/arrivo/distribuzione pettorali), dettaglio quest’ultimo apprezzato da molti, di quella granfondo che per i ciclisti della zona é ancora oggi l’ULTRAPADUM, che poi Ultrapadum non è; ma questa é un’altra storia.
Vogliamo rivedere tutto questo (come minimo) anche nel 2018!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!