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La nuova Giant Defy, un progetto tutto nuovo

di - 01/08/2018

Defy, la sfida, un nome che identifica a pieno il carattere e il dna della bici di casa Giant sviluppata per l’endurance, per le lunghe distanze ma anche per le condizioni più critiche: pavé, sconnesso, strade bianche, Defy ha l’obiettivo di essere una bici votata alla massima versatilità. Giant Defy è stata utilizzata dal Team Sunweb durante l’ultimo Tour de France, nella tappa del pavé.

Confortevole e rigida, come vogliono i moderni canoni della categoria endurance, capace di esprimere una guida fluida ed equilibrata, un progetto che adotta nuove soluzioni tecniche e di integrazione.

Partiamo dal telaio: un frame full carbon costruito con soluzione monoscocca grazie al tessuto composito Advanced Composite di Giant, materiale che ha un ottimo rapporto tra rigidità e peso. Il suo design è la combinazione tra il Compact Road Design, soluzione introdotta negli anni novanta e che, rese celebre le bici in dotazione al Team Once e la tecnologia Compliance Tuned. Quest’ultima si riferisce ad una particolare applicazione del tessuto di carbonio in base al volume delle tubazioni (sinuose, eleganti e aggressive al tempo stesso), in modo da ottenere un bilanciamento di buon livello, proprio tra la rigidità, minima dispersione dell’energia, comfort e un piacere di guida di qualità superiore. I profilati alternano rotondità a squadrature, il tutto per ottenere una penetrazione aerodinamica ottimale (sempre in considerazione della categoria di cui fa parte) e minimizzare i flussi negativi che si generano in velocità e con vento laterale.

Carro posteriore e forcella sono dotati dei perni passanti, con un passaggio che permette di montare pneumatici fino a 32c di sezione. Lo sterzo, piuttosto massiccio, integra la serie sterzo OverDrive2 (1”1/2-1”1/4) e uno stelo della forcella con diametro maggiorato come vuole la tradizione Giant ( è necessario montare uno stem con diametro diametro del collarino da 31,6 mm). Sempre presente il sensore RideSense posto sul fodero posteriore basso non drive.

Dal telaio passiamo al sistema D-Fuse che prende in considerazione il seat-post, lo stem e la curva manubrio. Questi tre componenti funzionano come un sistema, una sorta di combinato che ha l’obiettivo di dissipare le vibrazioni ma al tempo stesso di assecondare la ricerca della pedalata ottimale in caso di fondo sconnesso. Introdotto sui modelli TCX per il ciclocross nel 2014, D-Fuse ha un reggisella che sviluppa una sorta di ondeggiamento orizzontale di 12 mm. lo stem in alluminio, che ricorda quello che utilizza l’ultima versione della Propel, nasconde totalmente i cavi e le guaine della trasmissione e dell’impianto frenante. Particolare e molto interessante in fatto di tecnica è la curva manubrio Contact SLR D-Fuse con profili D-Shaped (anche in questo caso ricorda il manubrio che adotta la Propel), in carbonio, uno strumento che ha il compito di far mantenere all’atleta il contatto costante con il manubrio, nelle situazioni in cui il terreno tende a far perdere di direzione ma anche nei momenti in cui l’atleta forza con vigore sulle estremità, ad esempio negli sprint più violenti. Rispetto alla piega Contact SLR con profili arrotondati, la D-Fuse ha una flessione maggiore del 10% verso il basso, del 30% quando con le braccia si tira verso l’alto ed è del 6% più leggera.

Giant Defy Advanced Pro 0
Giant Defy Advanced Pro 1

Passando agli allestimenti, Giant Defy è disponibile in quattro configurazioni, due Andvanced Pro e due Advanced. Advanced Pro 0 e 1 hanno dei prezzi rispettivamente di 4799 e 3399 euro, la prima con trasmissione Shimano Ultegra Di2, la seconda con Ultegra meccanico, entrambe con ruote Giant SLR tubeless ready. L’allestimento 0 include il power meter Giant Pro, il primo misuratore firmato da Giant.

Giant Defy Advanced HRD
Giant Defy Advanced 2

Gli allestimenti Advanced 1 HRD e 2, sono proposte rispettivamente a 2399 e 1899 euro, con pacchetto Ultegra e 105 (entrambe hanno le ruote Giant P-R2). Sei le taglie disponibili, dalla xs alla xl.

 

GIANT POWER PRO

Il primo power meter di Giant è una realtà e ufficialemnte fa il suo ingresso proprio sul modello endurance. il messaggio che vuole trasmettere Giant è chiaro, cioè, uno strumento fondamentale per il training che diventa accessibile a tutti. Power Pro nasce con il doppi sensore di rilevazione, destro e sinistro, funziona con protocollo Ant+ e rileva wattaggio, bilanciamento della pedalata, cadenza ed espressione dinamica della pedalata.

Dal lato delle corone il sensore è posizionato in una delle asole, vicino allo spider delle pedivelle, sulla parte opposta il sensore è sulla faccia interna della pedivella. la batteria è ricaricabile e dura circa 150 ore. Oltre ai devices, tramite la app Giant per dispositivi mobile è possibile memorizzare ed analizzare i dati dell’allenamento nell’immediato.

giant-bicycles.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.