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La tecnica di alcune bici che vediamo al Tour

di - 15/07/2021

La tecnica di alcune bici che vediamo al Tour

Andiamo avanti alla scoperta delle curiosità che vediamo sulle bici di questo Tour 2021, curiosità documentabili e che troviamo anche (celate e mascherate) sui profili social dei vari team. La tecnica della bicicletta è il nostro pane e qualcosa che ci affascina costantemente.

La tecnica di alcune bici che vediamo al Tour
Il power meter Shimano, utilizzato dal team del Campione del Mondo.

La tecnica di alcune bici dei pro

Come ben sappiamo tutti i team hanno dei contratti con le aziende che forniscono il materiale tecnico. Ci sono delle particolarità, ovvero, corridori e squadre che vanno oltre le “strumentazioni in stock”. Prendiamo ad esempio la Ineos-Grenadiers che oltre alle ruote Shimano utilizza anche le Lightweight. Questa soluzione è adottata anche per le bici Factor del Team Israel Start-up Nation. Non di rado gli stessi team pagano per avere i prodotti extra contratto, talvolta sono gli stessi corridori che contribuiscono insieme al sodalizio. L’obiettivo è quello di limare i grammi alla bilancia, senza sacrificare la rigidità e la reattività, con l’obiettivo di avere il meglio. In altre occasioni è anche una questione d’immagine e un biglietto da visita da far vedere al mondo intero.

Le Lightweight sulle Factor, ma non per tutti

Il ricco squadrone israeliano, dove è tesserato anche Froome, dovrebbe utilizzare le ruote Black Inc., brand che è nell’orbita di Factor, ma alcuni atleti utilizzano le Lightweight per i freni a disco. Froome e Dan Martin, solo per fare un esempio. In tutti i loro componenti, le bici Factor sono estremizzate e usano dei prodotti after market. Inoltre, dopo un breve periodo con le classiche corone tonde, Froome è tornato a pedalare con le corone asimmetriche O-Symetric.

Asgreen e quella Aethos usata il 4 Luglio

Una Aethos può essere utilizzata anche in ambito pro? Certo, perché Kasper Asgreen l’ha utilizzata nella giornata del 4 Luglio, durante una frazione con tanto dislivello positivo. Inoltre, sembra che Sagan abbia utilizzato anche i tubeless S-Works.

I pro non usano il 36? E chi l’ha detto!

Anche i corridori pro utilizzano il 52, il 36 e non di rado abbinano il 53 con il 36, il 52 con il 39. Questa è un’immagine della nuova Xelius SL Disc in dotazione alla FDJ-Groupama, dove si notano gli pneumatici Continental Grand Prix 5000 con i fianchi beige e la combinazione delle corone 53/36. Non solo: al di là delle preferenze soggettive, notiamo che i corridori del sodalizio transalpino, hanno una posizione in sella “più comoda”, non eccessivamente ribassata e schiacciata verso l’avantreno.

La tecnica di alcune bici che vediamo al Tour

Dischi dei freni 160/140 quasi per tutti

160 millimetri di diametro per l’anteriore e 140 per il posteriore, combinazione che è diventata una sorta di standard in ambito professionistico. Una soluzione comune? Beh, non è per nulla banale e non è solo una questione di peso. Pensiamo all’assistenza tecnica neutrale, che deve considerare le differenze tra le trasmissioni (pignoni) e per il diametro dei dischi. Limitare gli effetti negativi delle variabili in gioco non è poca cosa. Qui sotto vediamo la bici della maglia gialla. Il power meter usato da Tadej? SRM su guarnitura in carbonio di Campagnolo.

Le guarniture Sram

La combinazione delle corone più utilizzata dai pro, il riferimento va alle biciclette con trasmissione Sram eTap AXS 12v, è 54/41, non presente (per ora) nel catalogo ufficiale. Qui anche la colorazione cangiante delle Trek.

A cura della redazione tecnica, immagini GettyImages per Trek-Segafredo, Chris Auld Photografy per i team Specialized, BettiniPhoto per il Team UAE, Team FDJ-Groupama e Team Israel Start-up Nation, Israel Accademy.

4actionsport.it

 

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.