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Lapierre Pulsium 600 Disc il test completo

di - 02/04/2020

Lapierre Pulsium 600 Disc nasce dalla piattaforma SAT del marchio transalpino che comprende anche la mtb hard tail Prorace. La geometria è sviluppata per le lunghe distanze, ha il triplo triangolo e la tecnologia SAT ( acronimo di Shock absorption technology). Sono queste le caratteristiche principali di questo progetto.

Alcune caratteristiche identificative

Avevamo proposto una sorta di anticipazione del test nel mese di Febbraio, dopo la Granfondo Internazionale Laigueglia. Proprio la Lapierre Pulsium 600 Disc in questione è stata utilizzata per sviluppare la prova completa della bici, utilizzata anche in un contesto agonistico. Come sottolineato alcuni dettagli la rendono caratteristica e unica nel genere, una bici specifica per il settore endurance ma che si propone anche con una certa versatilità. Il design è quello che ci piace categorizzare come “family dna Lapierre”, con questa sorta di triplo triangolo che è base del progetto che vuole un frame full carbon.

Tecnologia SAT

L’inserzione tra il piantone e i foderi posteriori obliqui è anche il punto in cui si sviluppa questa tecnologia. SAT è un acronimo di Shock Absorbtion Technology, ovvero un cilindro elastomerico che ha il compito di smorzare e dissipare le vibrazioni. La sua azione asseconda le asperità del terreno, incassa e per alcuni aspetti preserva una pedalata, un gesto sempre efficienti.

Forcellini aperti

La bici è con sistema frenante a disco e prevede i perni passanti. Se i diametri e le lunghezze sono standard, 100×12 mm anteriore e 142×12 millimetri per il posteriore, non si può dire per i forcellini NDS (non drive side). Questi adottano una sorta di asola aperta, che  ricorda il design adottato da alcune aziende (Cannondale e Wilier per fare due esempi, che poi utilizzano i perni passanti Mavic Speed Release)

La bici del test

Lapierre Pulsium 600 Disc è sostanziosa, una bici votata al rapporto ottimale tra la qualità del prodotto, nel suo complesso e che prevede un allestimento altrettanto corposo. Il core della piattaforma non vuole un peso ridotto ed estremizzato. Al telai e forcella in carbonio si uniscono un cockpit completamente alluminio, seat-post da 27,2 compreso. Le ruote sono delle DTSwiss Spline E1800 per clincher, ruote che non sfigurano e sono una sicurezza anche sullo sterrato in stile gravel. La trasmissione(meccanica) e l’impianto frenante sono Shimano Ultegra, sempre una garanzia, per efficienza ed efficacia. Abbiamo rilevato un peso di 8,32 kg, senza pedali. Il prezzo di listino è di 2999 euro.

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Per essere una taglia media del segmento endurance è abbastanza compatta ed ha un passo contenuto. Un dettaglio non da poco che offre un equilibrio ottimale della distribuzione dei carichi e in discesa può diventare un vantaggio. In salita non è una bici scattante e in realtà il suo compito non è essere un fulmine. E’ una bici che deve garantire comfort ed equilibrio nelle varia situazioni e così è. Una ruota più leggera e rigida permetterebbe di incrementare la sua prestazione in salita, che resta molto buona in considerazione della categoria. In discesa, qui si percepisce una buona stabilità, dal fronte al retro. La forcella non è eccessivamente rigida, al tempo stesso stabile quando si cambia direzione in modo repentino. In merito al comfort la Pulsium è comoda e confortevole sulle lunghe distanze. Una performance che riflette anche sul piacere di stare in sella e godersi una vera e propria experience. Non parliamo di bikepacking ma una lunghissima randonée, quello si e senza dover per forza aggirare dei tratti in strada bianca.

per le action photos abbiamo usato

ABBIGLIAMENTO

Craft CTM Bibshort/ Thermal jersey

CASCO/OCCHIALI

Lazer Genesis/ Poc Half Do Blade

SCARPE

Bont VayporS

a cura della redazione tecnica, foto di Matteo Malaspina

info: lapierrebikes.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.