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Le e-bike stanno rovinando il mountain biking?

di - 20/06/2022

e-bike e MTB una riflessione - cover

Le bici a pedalata assistita, o e-bike, sono migliori di quanto la loro reputazione tra gli appassionati di MTB – e non solo – potrebbe suggerire.

Le vendite di biciclette elettriche sono aumentate notevolmente di recente. Nel 2021 sono state vendute quasi due milioni di biciclette, sfiorando il dato record del 2020. In Italia la percentuale di e-bike è del 15%, in leggera crescita rispetto all’anno precedente (+5%). Non sono numeri equiparabili a quelli del Regno Unito, ad esempio, dove si vendono più di quattro milioni e mezzo di bici e quasi un terzo è una e-bike (dati del 2020), ma sono comunque importanti.

In quanto categoria specifica di e-bike, le eMTB possono aumentare l’accessibilità della vita all’aria aperta per i ciclisti che altrimenti sarebbero esclusi socialmente o fisicamente. Possono anche aiutare a “livellare” le capacità dei diversi biker.

Ma sono anche oggetto di molte polemiche, poiché le e-bike consentono ai ciclisti di andare molto più lontano e più veloci in mezzo alla natura. Ciò ha portato a un intenso dibattito tra ciclisti, appassionati di equitazione e camminatori su ciò che costituisce livelli accettabili di velocità, rumore ed erosione del suolo da questa nuova tecnologia.

In effetti, sui social network e su vari forum Internet, è anche diffusa la percezione che gli eBiker siano egoisti, pigri e antisociali.

Questi ciclisti elettrificati sono anche accusati di essere eccessivamente dipendenti dal motore e di viaggiare a velocità non sicure per gli altri frequentatori dei sentieri, con conseguenti danni ai percorsi ciclabili e all’ambiente in generale.

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Foto: All Around eMTB Race

Implicazioni ambientali

L’introduzione di un motore e di una batteria in una mountain bike potrebbe creare il potenziale per molti più ciclisti di accedere ai grandi spazi aperti. Ma i componenti più pesanti, gli pneumatici più larghi e la coppia supplementare erogata dal motore sollevano preoccupazione tra molti ciclisti per il potenziale impatto ambientale.

Molte ricerche commissionate negli anni mostrano che la mountain bike tradizionale implica una complessa relazione tra biker, biciclette e terreno. Attraverso l’esperienza e la progressione, gli appassionati imparano ad essere attenti ai limiti e alle capacità del proprio corpo e della propria bici. E così facendo, acquisiscono un profondo rispetto sia per le caratteristiche del sentiero sia per la morfologia del territorio.

Questo influenza le loro relazioni con altri gruppi di utenti, poiché i biker fanno concessioni per gli escursionisti e i cavallerizzi sulla base di una reciproca visione del territorio. I biker spesso cedono il passo ai camminatori in salita e possono scegliere di aspettare prima di superare i cavalli su sentieri accidentati per evitare di spostare oggetti che potrebbero colpire o spaventare l’animale.

Il timore delle e-bike è che l’aggiunta di un motore renda gli utenti poco attenti rispetto alle condizioni del terreno e alle esigenze delle altre persone, con i ciclisti che danno la priorità a procedere in salita il più rapidamente possibile o ad andare il più lontano possibile su un singolo batteria.

Ma se molte di queste paure e lamentele possono essere valide, la maggior parte si basa su prove aneddotiche piuttosto che su ricerche reali.

La realtà, una volta che si scava al di sotto della patina dell’apparenza, è che gli utenti di eMTB sono spesso più responsabili di quanto la percezione possa far pensare.

Dove stanno andando le eMTB?

I benefici delle e-bike

Condivisione e collaborazione sono tra i leganti più forti all’interno di un gruppo di lavoro o di una comunità, compresa quella dei biker. All’interno di un gruppo eterogeneo, non è raro che i ciclisti “elettrici” chiedano agli altri – non e-bike – quanto siano stanchi o quanto sia difficile il terreno da affrontare, per adattarsi al ritmo e al livello del gruppo.

Quando pedalano con non e-biker – che brutto il termine muscolari! – chi ha una eMTB si colloca di solito dietro per evitare di tirare il collo agli altri, addirittura a volte alcuni scambiano la propria bici assistita con quella tradizionale di chi è troppo stanco per andare avanti.

Qual è la morale? (se c’è una morale in questo)

Le e-bike sembra avere un ruolo più ampio a livello sociale in relazione ai problemi fisici e all’emarginazione sociale. Per chi è stato escluso per anni dalla comunità dei biker, per il semplice motivo che il fisico non era più in grado di sostenerlo – per un motivo o per l’altro – ha trovato nella bici a pedalata assistita un trampolino di lancio per un ritorno al ciclismo. Senza dimenticare tutto quello che ne consegue per miglioramenti del benessere fisico e mentale.

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Foto: Boris Beyer

Rischi e guadagni

D’altra parte, si hanno notizie di biker che irrompevano in gruppi di escursionisti. O affrontavano in salita sentieri frequentati abitualmente in discesa, con naturali rischi di collisioni. E sono sempre più frequenti i casi di ciclisti (improvvisati?) in e-bike che si sono spinti troppo in là nella natura selvaggia, hanno esaurito la batteria e/o si sono persi, e hanno dovuto chiamare il soccorso alpino.

Un’ulteriore preoccupazione arriva dal rapporto che hanno alcuni biker con la batteria e il computer di bordo. Molti appassionati sfruttano il collegamento Bluetooth tra le loro e-bike e app come Strava per competere in modo più efficace con gli amici, reali e virtuali.

Sono casi isolati, ma rafforzano l’idea che illustra come i dispositivi di localizzazione possono essere abbinati ad altre forme di tecnologia nello sport e nell’attività fisica per consentire comportamenti immorali, irrispettosi e irresponsabili. L’uso di Strava per incoraggiare una guida veloce e competitiva è stato anche collegato a un aumento dei danni ai sentieri – i sempre più diffusi tagli delle curve, ecc – e all’erosione del terreno.

Per citare il famoso commentatore gare MTB Rob Warner, “le mountain bike elettriche rappresentano la cosa più significativa che sia accaduta alla mountain bike dopo la mountain bike”. Consentono alle persone di superare una serie di barriere sociali e fisiche, e di praticare più attività fisica all’aperto.

Ma resta da chiedersi se i rischi per l’ambiente siano superiori ai potenziali vantaggi per la cultura, la salute e la società. È necessario prestare attenzione al fenomeno della pedalata assistita off-road, anche eseguendo ricerche e studi, per assicurare che le discussioni future siano fondate su prove e non su aneddoti.

MTB e categorie: dove stiamo andando?

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.