Basato sui contributi di 152 professionisti e volontari di 21 Paesi, il rapporto fa parte del progetto Developing Intereuropean Resources for Trail builder Training (DIRTT), finanziato dall’UE. Questa iniziativa dell’Unione Europea mira a stabilire un programma di certificazione volontaria per i Trail Builder europei, il cui lancio è previsto per il 2026. Di seguito sono riportati i cinque risultati principali dell’indagine DIRRT 2.0 European Trail Builder Sector Survey.
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Piccoli ma forti
Il settore del Trail Building in Europa è costituito principalmente da piccole organizzazioni, tipicamente con 1-3 addetti. Tuttavia, quasi la metà degli intervistati ha più di dieci anni di esperienza. Queste organizzazioni tendono a crescere di dimensioni quanto più a lungo sono in attività, il che indica un settore che sta lentamente maturando.
Nonostante l’esperienza, le ricerche di personale rimangono una sfida, con il 58% dei selezionatori che dichiara di avere difficoltà a trovare lavoratori con le giuste competenze. L’istruzione nel settore è elevata: il 50% degli intervistati ha una laurea, non necessariamente rilevante per il proprio ruolo. Infatti, come sottolineato dall’indagine, c’è chiaramente bisogno di una formazione specifica per i ruoli che le persone ricoprono.
Capaci di tutto
Uno dei risultati più significativi dell’indagine è che i Trail Builder sono spesso coinvolti in un’ampia gamma di compiti. Non è un settore dove le persone si limitano a gestire, a occuparsi della costruzione o della gestione della forza lavoro.
Questo ‘multi tasking’ riflette le piccole dimensioni delle organizzazioni, dove la versatilità è fondamentale. L’indagine ha identificato ben 54 diversi profili professionali, a dimostrazione della varietà dei ruoli all’interno del settore del Trail Building in Europa.
La gestione dell’acqua è fondamentale
Sebbene il settore del Trail Building non operi con ruoli professionali chiaramente definiti, l’indagine ha rivelato importanti sfumature nelle priorità delle competenze in base ai livelli di responsabilità e autonomia degli intervistati. Tuttavia, una competenza è emersa come universalmente critica: la gestione dell’acqua. Con l’aumento delle precipitazioni e la minaccia dell’erosione, la gestione del flusso d’acqua è stata ritenuta essenziale a tutti i livelli di responsabilità e indipendentemente dal ruolo ricoperto.
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Sostenibilità e inclusione
Sebbene più della metà degli intervistati giudichi buona la propria conoscenza dei sentieri sostenibili, il 20% ha ammesso di essere carente in questo campo. La gestione dell’acqua, l’evitare aree sensibili e il mantenere pendenze ragionevoli sui sentieri sono in cima alla graduatoria della sostenibilità.
È interessante notare che alcuni intervistati ritengono che, in alcuni casi, anche i sentieri “meno sostenibili” (si pensi alle discese lungo le linee di massima pendenza, le cosiddette “fall line”) possano essere utili, sia per potenziare la rete di Trail locali sia per soddisfare diversi stili di guida.
Sul fronte dell’inclusività, c’è ancora spazio per i miglioramenti. Solo il 10% degli intervistati ha dichiarato di considerare sempre l’inclusività nello sviluppo dei sentieri, e la richiesta di formazione sulle linee guida dei sentieri adatti anche alle cosiddette ‘adaptive bike’ per biker disabili è in aumento.
Obiettivo certificazione europea
L’indagine mostra un forte consenso per un sistema di certificazione vincolato nel tempo, con una ricertificazione preferibile ogni 3-5 anni. C’è anche un significativo sostegno per un modello di certificazione che coinvolga i valutatori nazionali, pur mantenendo il coordinamento europeo.
L’indagine DIRRT 2.0 European Trail Builder Sector Survey evidenzia la complessità del settore e pone le basi per una formazione e una certificazione in grado di sostenere la crescita del settore, assicurando che i sentieri europei continuino a rappresentare lo standard globale per qualità e accessibilità. La certificazione DIRTT, non obbligatoria, sarà lanciata nel 2026 e servirà come prova di competenza piuttosto che come requisito obbligatorio.
[foto apertura: Edoardo Melchiori]