Marco Sbragi è l’uomo MagneticDays, la persona che ha fatto prendere forma ad un progetto diverso e ancora oggi unico nel suo genere. MagneticDays ha contribuito (e lo sta facendo tutt’ora) ad evolvere il modo di allenarsi indoor e di migliorare l’approccio nei confronti dell’intera categoria.
MagneticDays un’azienda e un gruppo di persone
Al fianco di Marco troviamo delle persone eccellenti (quelle che in molti definiscono risorse umane) in ambito di preparazione sportiva, comunicazione del marchio e capacità costruttiva, che giorno dopo giorno sono fondamentali per l’evoluzione della piattaforma. In un certo senso parliamo e scriviamo di un’azienda familiare.
Made in Italy
Anche grazie a questa piattaforma Made in Italy, ora li chiamiamo sistemi e non solo rulli. MagneticDays è nato quasi 10 anni fa e l’indoor training o allenamento indoor iniziava ad assumere un ruolo sempre più importante nella preparazione di ciclisti e triatleti. Il concetto di rullo, fino a quel periodo, era di natura “meccanica” e l’abbinamento all’informatica era agli albori. Uno dei riferimenti era il rullo Lemond. Questo prodotto è stato considerato il primo sistema capace di sostenere ed assecondare un training specifico. Il Lemond nasceva da un’idea di Greg Lemond, che voleva tornare competitivo (dopo un brutto incidente) attraverso uno strumento che gli permettesse di replicare le condizioni del ciclismo in outdoor, allenandosi in casa e ottimizzando il tempo a disposizione senza incorrere in nessun pericolo. Quella tipologia di rullo aveva una regolazione manuale, era rumoroso e pesante, ma al tempo stesso avveniristico per l’epoca.
Il primo sistema Smart e non solo per la connessione
Quando MagneticDays (che non era ancora tale) cominciò a costruire i primi progetti ciclistici parallelamente all’attività orafa, ricevette la richiesta di realizzare un rullo di nuova generazione per allenarsi indoor. La sfida fu così entusiasmante da dare il via ad una vera e propria rivoluzione. All’inizio MagneticDays cominciò a lavorare su leggerezza e silenziosità, pur mantenendo inizialmente una regolazione manuale in 4 posizioni e arrivando al wattaggio con l’uso del cambio. La svolta arriva nell’autunno 2013 quando MagneticDays da rullo meccanico diventò il primo rullo smart nella storia degli home trainer. Smart non solo per capacità e possibilità di connessione, ma in grado di automatizzare l’allenamento senza più bisogno di utilizzare il cambio della bici per raggiungere il wattaggio voluto. Il sistema era in grado di autoregolarsi e al tempo stesso permette all’atleta di focalizzarsi unicamente sul training specifico. E’ stata questa la grande evoluzione, oltre al plus di poter scrivere allenamenti ed inviarli a terzi.
Uno strumento scientifico e specifico
Il primo rullo automatico così come lo intendiamo oggi, dunque, è stato proprio l’allora MD 4/25 da cui poi è nato l’attuale JARVIS. Le funzionalità poi riprese dai competitor pensando ai simulatori erano e restano per JARVIS completamente diverse. MagneticDays è sempre più un LABORATORIO dove lavorare sulla fisiologia degli utenti, la sua PRECISIONE e RIPETIBILITA’ gli permette un tipo di lavoro che è UNICO nel suo genere, perché ci si allena per migliorare.
Sette domande a Marco Sbragi
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Prima di tutto, da dove nasce il nome MagneticDays?
Il nome così come lo conosciamo oggi prende forma da una precedente collaborazione e abbiamo mantenuto il nome del progetto originale. Questo è anche una sorta di valore aggiunto, perché fin dagli inizi prodotto fisico è stato costruito da noi. Il nome si basa anche su un nuovo concetto di allenamento “i giorni magnetici”, ovvero i giorni che gli utenti utilizzano per scoprire un nuovo modo di usare l’allenamento indoor.
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MagneticDays è un’azienda che fa del Made in Italy uno dei suoi punti forza, capace di abbinare un design e delle soluzioni tecniche uniche nel loro genere, ad un’affidabilità ed efficienza superiori alla media. “Il sistema Jarvis è comunque categorizzato come un prodotto di nicchia”. Quali sono le difficoltà maggiori che devono essere affrontate in un mercato globalizzato come quello attuale?
La difficoltà e la sfida risiedono esclusivamente nel far conoscere il prodotto, quindi nella comunicazione. Stiamo parlando di una nuova filosofia di utilizzo del prodotto indoor e questo comporta in qualche modo “fare cultura”. E’ necessario parlare con un linguaggio diverso nei confronti di chi è abituato a sentir “le solite cose”. A questo, aggiungi la dimensione dell’Azienda con le conseguenti limitazioni di budget da investire in comunicazione. Si tratta comunque di un settore in evoluzione veloce e costante e per certi versi un campo nuovo per noi.
Le nostre origini provengono da un prodotto che non necessitava di tutto questo e quindi l’esperienza è tutta da creare. Ma le sfide ci piacciono e così stiamo inventando anche tutta la parte comunicazione, con proposte commerciali e collaborazioni che da sole rappresentano una rottura con il passato e con le abitudini. Siamo stati i primi a proporre il NOLEGGIO che adesso, con la formula SMART RENT è diventato un prodotto commerciale unico nel suo genere e certamente unico come tipo di approccio B2C. Con operazioni come questa abbiamo creato l’opportunità di far provare il Jarvis e il sistema MagnetiDays a più utenti e di differente tipologia.
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Il progetto nasce e prende forma in Toscana e si percepisce un solido attaccamento a queste radici; sicuramente un vanto e un punto di forza. Possiamo immaginare a MagneticDays anche al di fuori dei confini regionali e oltre quelli nazionali?
In generale sono sempre stato molto contrario alle sirene del “produci altrove a costi inferiori”. Già nel settore orafo erano arrivate tante proposte in tal senso, sempre respinte. Ad oggi la storia mi ha dato ragione. Secondo me le radici culturali ed il territorio sono parte integrante del prodotto, che deve essere visto in quanto tale e non come mero strumento di guadagno. La priorità da noi è quindi la qualità, non il prezzo, ed in questo mantenere la propria identità è fondamentale. Il massimo che possiamo pensare nel senso di allargamento “regionale” della nostra produzione è verso l’Umbria, ma solo perché essendo praticamente al confine per noi rappresenta comunque una seconda casa.
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In un certo senso il lockdown del 2020 ha aiutato a crescere ulteriormente la categoria dell’home training e dell’indoor cycling in genere. Il periodo di chiusura totale e la limitazione delle attività outdoor ha condizionato la vostra attività lavorativa? Se si, in che modo?
Assolutamente si. Jarvis inteso come sistema sembrava studiato appositamente per un periodo come quello indotto dalla pandemia. Naturalmente non scommettevamo in questo, ma seguivamo quelle che erano comunque le esigenze dettate dal normale andamento dei ritmi di vita occidentali, dove l’ottimizzazione del proprio tempo libero e l’esigenza di “far movimento” ai fini del proprio benessere sono sempre più necessari ma in contrasto fra loro.
Il Sistema MagnetiDays nasceva come proposta innovativa in quel senso, la pandemia ha solo acutizzato enormemente il problema. Naturalmente anche noi abbiamo sofferto della situazione, in particolare a livello organizzativo e logistico. In questo caso, l’esser piccoli ed abituati ad adattarci all’evoluzione del mercato ci ha aiutati a rispondere alle esigenze del mercato, nel miglior modo possibile.
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Quali sono le difficoltà maggiori da affrontare per far evolvere il prodotto?
L’evoluzione tecnica è nel nostro DNA e quindi continua. Il problema spesso è limitarci in questo. Abbiamo già pronta tutta la linea BIO dedicata all’utilizzo medico/riabilitativo del sistema ed è tutto un mondo da esplorare dal lato commerciale. Stiamo presentando, contiamo di farlo in tempi brevi, una serie di strumentazioni per uso BIOMECCANICO.
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Cosa manca al progetto MD per essere perfetto?
La perfezione non esiste. Esiste una ricerca continua di miglioramento legata anche al cambiamento delle esigenze del mercato, all’evolversi della tecnologia disponibile e alle partnership che si possono creare strada facendo. In questo momento per esempio, stiamo lanciando un importante implementazione nei dati fisiologici disponibili come analisi dinamica di ciò che avviene durante l’allenamento su MagneticDays. Questo nasce dalla partnership che abbiamo creato con Kubios, Azienda Finlandese leader mondiale nell’elaborazione dei dati provenienti dalla variabilità cardiaca.
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Rimanendo in tema training e pensando al futuro. MagneticDays ha portato un nuovo metodo di approcciare ed utilizzare l’allenamento specifico indoor. Tra le sue particolarità, pensiamo all’utilizzo dei Newton, ad una sorta di sistema automatizzato dove l’atleta non deve fare altro che allenarsi, ma anche allo stesso strumento che è un simbolo in fatto di eccellenza. Cosa ci dobbiamo e possiamo aspettare per il futuro?
Ciò che il Sistema MD è oggi è solo la realizzazione di una visione che abbiamo avuto qualche anno fa quando, quasi per gioco, ci siamo affacciati a questo settore. La visione è nata dal voler guardare ciò che esisteva e farlo con occhi diversi, liberi da schemi ed esperienze pregresse. Quel guardare la luna oltre il dito ci ha portato a creare un approccio totalmente diverso da quello che seguiva il resto del mercato. Questo è il nostro modo di lavorare, dove ci porterà il futuro non è programmato ed è affascinante per questo.
Nel programma a breve c’è comunque l’internazionalizzazione del sistema. Tutto è pronto dal lato tecnico, adesso stiamo lavorando alla creazione della struttura organizzativa. E’ già operativa la Magnetic Days USA e su quell’esperienza vogliamo portare il prodotto ovunque nel mondo, ma sempre con la presenza diretta dell’azienda. La volontà è quella di mantenere il legame, il più stretto, una sorta di contato che fa diventare gli utenti anche amici. Anche qui ci piace pensare fuori dagli schemi, è difficile, è impegnativo, ma è entusiasmante.
A cura della redazione tecnica, grazie a Marco Sbragi, immagini MagneticDays.