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Mavic rinnova con ASO, sarà official supplier del TDF fino al 2022

di - 19/07/2017

Cosa sarebbe una grande corsa a tappe senza il supporto tecnico neutrale? Diventa quasi impossibile immaginare oggi, un Tour, un Giro d’Italia, una Vuelta ma anche le corse minori, quelle di una settimana, senza il supporto tecnico neutrale, senza quello che nell’immaginario collettivo è “il servizio corse”.

In questo caso si parla di Mavic, storico partner della corsa francese, un binomio quello tra Mavic e il TDF che dura dal 1972.

Alcune considerazioni di questa partneship rinnovata:

ASO e Mavic fanno parte della storia del ciclismo e della bicicletta. Il 2017 diventa solo la conferma e la testimonianza della volontà di arrivare al 2022 per festeggiare i 40 anni di collaborazione.

Si parte dal 1972, al Criterium del Delfinato, quando il patron dell’epoca, una delle figure visionarie del ciclismo mette a disposizione dei corridori un’assistenza neutra, decisione innovativa per l’epoca, scelta che è diventata un punto fermo per la Grand Boucle e per la Parigi-Nizza.

Alcuni numeri delle “macchine gialle”: la macchina gialla è un simbolo per corridori in gara, operatori ma anche per gli appassionati che guardano le corse dall’esterno. Nel corso di un anno solare, i mezzi Mavic arrivano ad accumulare oltre 1200 giorni di presenza e oltre 450.000 km con macchine, moto e mezzi pesanti.

www.mavic.com

Photo: Mavic e Iri Greco / BrakeThrough Media | www.brakethroughmedia.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.