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North Cape 4000, molto più che un’avventura

di - 09/09/2021

North Cape 4000, molto più che un'avventura

È veramente possibile prepararsi mentalmente ad un evento come la North Cape 4000?
“Questa è la domanda che spesso mi sono posto durante i mesi precedenti alla partenza, il più delle volte in sella, dopo centinaia di km in qualche freddo pomeriggio di Marzo”. Vi raccontiamo l’avventura di Mattia Rifino, della sua North Cape 4000 e di tutto il percorso fatto insieme al coach Massimiliano Sellini (#simisil’animoinsella).

North Cape 4000, molto più che un'avventura

North Cape 4000, tutto ha inizio da una telefonata

Prima di tutto, che cosa è la North Cape 4000. Se cercate su Google, la frase e il biglietto da visita che appare non lascia spazio a molte interpretazioni: “unsupported bicycle adventure”. Significa un’avventura in bicicletta senza assistenza e supporto. Ah bene, perché questo è il meno. Il tracciato dell’edizione 2021: partenza da Rovereto, per attraversare 11 nazioni all’interno del continente europeo. 4000 chilometri per quella meta che ha il sapore della leggenda: Capo Nord e il Circolo Polare Artico. Dall’Italia ai ghiacci in bici.

Lungo il percorso ci sono 4 gates (posti di controllo) e il viaggio ha un tempo limite di 22 giorni. Questa è a grandi linee la North Cape 4000 e tutto inizia da qui: “Ciao Massimiliano (Sellini), mi chiamo Mattia e ti contatto perché so che sei un preparatore fisico che si occupa anche di ciclismo. Vado in bici da poco, mi diverto e vorrei allenarmi per gare di ultracycling.”

“Ok Mattia, partiamo per questa nuova avventura”.

Una sfida e un mondo nuovo per entrambi

La parola a Massimiliano Sellini. “Finora avevo sempre allenato atleti per competizioni BDC, MTB e CX che rientrano nella cosiddetta normalità. Ma le nuove sfide sono alla base del nostro lavoro. E Allora, testa bassa e pedalare”.

Partiamo da alcuni presupposti, ci dice Massimiliano:”Lo studio del modello di prestazione è alla base della preparazione fisica in qualsiasi sport. Della gara e di quello che vogliamo fare, di come lo vogliamo fare, bisogna comprendere tutto, perché non va tralasciato nessun dettaglio. Distanza e durata prevista, range di temperatura e altimetria. Ma anche le rpm medie e la potenza normalizzata che può possono essere sostenute, attrezzatura e setup della bici. Abbiamo effettuato il primo test di valutazione funzionale e siamo usciti a pedalare insieme. Non solo una volta, ma in diverse occasioni”.

“Mattia non aveva una grande esperienza nella gestione della sua pedalata, né tantomeno delle sue risorse. Da semi principiante ciclista “rimbalzava sulla sella” e dovevamo migliorare quello schema motorio; dovevamo farlo in tempi brevi, perché il lasso temporale disponibile era ridotto.

North Cape 4000, molto più che un'avventura

La costruzione di una strategia

Oggi come oggi abbiamo un’infinità di strumenti a disposizione che ci permettono di personalizzare ad hoc le strategie di costruzione di una performance. Prima di tutto la valutazione biomeccanica e di un corretto bikefitting, finalizzati ad ottimizzare la posizione in sella di Mattia. In questo caso è stato necessario considerare i diversi fattori in gioco:

  • i tanti km che avrebbe dovuto percorrere.
  • Gli allenamenti mirati alla propriocezione e coordinazione della pedalata. E’ stato particolarmente utile lo strumento Forza Pura, pedivelle indipendenti prodotte da Magnetic Days per rendere più efficiente la sua pedalata.

Il test e le prime impressioni delle Forza Pura

  • La pianificazione degli allenamenti ha previsto una prima fase di preparazione generale con esercizi di forza aspecifici, training propriocettivo. Successivamente lavori di forza specifica in bici, preceduti da una prima sessione di allenamento in laboratorio con il Jarvis e le pedivelle indipendenti, entrambi di Magnetic Days.
  • Finalmente è arrivato il momento della lunga distanza e degli allenamenti di endurance puro, mantenendo però una potenza normalizzata soddisfacente. Mattia ha cominciato a macinare km e dislivello positivo arrivando poco alla volta a pedalare per 1000 km in una settimana.

north cape 4000 2021

Facile? Ma il giusto training è solo uno tra i vari tasselli

E poi c’é il lockdown e l’emergenza sanitaria. Se é vero che non ha toccato solo Mattia, è pur vero che è un aspetto che non deve essere sottovalutato.

Il lavoro di tutti i giorni e una gara di avvicinamento alla quale non ha potuto partecipare per le restrizioni attuali. Ecco che l’impresa di Mattia assume magicamente un sapore diverso. La determinazione, la forza di volontà e la voglia di mettersi in discussione hanno fatto la differenza. La testa, come si dice.

La NorthCape 4000 è partita da Rovereto il 24 luglio 2021 e dopo 4596 km e 30.000 m D+, si è conclusa il 7 agosto 2021 a Capo Nord. 14 giorni, 14 ore e 7 minuti in completa autosufficienza pedalando per 306 km medi al giorno. 30^ posizione su 197 atleti partiti.

North Cape 4000, molto più che un'avventura

Prima di tutto chi è Mattia Rifino

Mattia Rifino è un classe 1995. Dopo molti anni passati a regatare su Optimist e successivamente Laser, mi sono dedicato quasi completamente all’arrampicata sportiva e all’alpinismo invernale, unendo adrenalina e una buona dose di fatica. Quasi per scherzo, durante una settimana tra pareti di roccia e sentieri, ho cominciato a pensare di voler arrivare a Capo Nord con una bicicletta, e da lì non ho mai più smesso.

Ho conosciuto la bici attraverso il cicloturismo, più precisamente attraverso una bici da meno di duecento euro con la quale ho percorso 3200 Km in 27 giorni. Completamente inesperto e per niente allenato, mi sono innamorato di quel modo di viaggiare, continuando così a pedalare attraverso la Spagna, il Marocco, l’Italia ed altri paesi. Poi, nel 2019 arriva l’Islanda, dove, con una MTB che toccava i 35Kg, sono stato costretto a pedalare anche 160-190 Km accompagnato dal meteo locale. Lì ho scoperto che non era poi così male provare a rimanere in bici sempre più ore; tutta quella fatica mi piaceva. Tornato, decisi che era il momento di non spendere tutti i soldi in viaggi, ma di acquistare una bici da strada, con l’obiettivo di cominciare a pedalare distanze sempre maggiori, con il semplice scopo di divertirmi.

Al momento, insieme al prezioso aiuto del mio allenatore, siamo arrivati qui, una North Cape 4000, una Adriatic Marathon alle porte e un piano di allenamenti per la Race Across Italy 2022.

Il racconto di Mattia

“Nel tempo libero precedente a quest’avventura della North Cape 4000, oltre ad eseguire gli allenamenti che preparava Massimiliano (senza i quali non sarei andato da nessuna parte), cercavo di trovare le cause alla mia necessità di fare tutto questo. L’ultracycling non è una passeggiata. La maggior parte del tempo sei infelice, accompagnato da dolori che coinvolgono le mani, il sedere e i piedi, il collo o le gambe. Nel complesso si è sempre stanchi”.

La mia North Cape è stata lenta (14 g, 14h), accompagnata da importanti piaghe da sella ed inesperienza generale, causate principalmente dall’inesperienza e da una abitudine limitata a questa tipologia di attività Il mio fisico ha subito forti danni, ma non posso dire lo stesso del mio umore e della mia mente. Prendo ad esempio le ore di sella, quando stavo attraversando l’Ungheria (lo dice e lo scrive, come se attraversasse la Provincia di Lodi……..). Oltre nove ore senza mai appoggiare il sedere sulla sella, per arrivare a fine giornata concludendo con un “domani non potrà MAI essere peggio di oggi”.

“Ci sono stati giorni in cui la strada non ha aiutato. In Lettonia si passava da un rettilineo all’altro con campi di grano a destra e a sinistra. L’unico metodo per ingannare il tempo, era scegliere cosa mangiare nell’ora successiva, cercando di far passare velocemente i minuti che mi separavano dal tanto desiderato snack. In Estonia invece ero molto stanco e quando i miei occhi hanno cominciato a chiudersi ho acquistato uno speaker Bluetooth in una gas station. Mi ha tenuto compagnia fino al mattino seguente su una strada completamente pianeggiante, buia e deserta, rendendo qualche allucinazione un po’ meno inquietante”.

North Cape 4000, molto più che un'avventura

Alti e bassi come nella vita quotidiana

Continua Mattia, “gli alti e i bassi ci sono stati, come in tutte le cose. Un momento molto sofferto lo devo alla deviazione che ci è stata imposta dall’organizzazione. 1000 Km a capo nord, un gruppo di concorrenti a pochi km da te e l’obbligo di lasciarli andare per pedalare su una strada più sicura rispetto alla precedente, regalando circa 70km di vantaggio a chi era davanti. È stata la decisione più difficile di tutta la North Cape, ma queste sono e dovranno sempre rimanere avventure, delle sfide contro se stessi alla ricerca del limite. Capitolo sicurezza: per quanto possa essere ridotta a causa della stanchezza e di altri fattori, deve rimanere al primo posto.

https://www.northcape4000.com/it/rules-it/

In conclusione

Se dovessi dare un consiglio sul come preparare la propria mente, non potrei dire altro se non un banale “impara a conoscere te stesso”. Durante l’evento ho preso meno di cinque caffè e nessun tipo di bevanda energetica, perché non potevo permettermi di alterare la percezione di ciò che stavo facendo al mio fisico. È solo così che ho potuto concludere il mio primo evento da 4600Km in modalità self-supported, rispondendo in maniera adeguata a sporadici dolori già affrontati e subito messi a tacere, evitando di dargli più importanza di quanta ne servisse.

Potevo andare più veloce?

Si, si poteva fare meglio, ma è proprio questa consapevolezza che mi ha permesso di tornare in sella due settimane dopo per allenarmi.

grazie a Mattia Rifino e a coach Massimiliano Sellini, a cura della redazione tecnica. Immagini courtesy Mattia Rifino.

northcape4000.com

4actionsport.it

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.