Pubblicità

I numeri della Maratona Dles Dolomites 2017

di - 06/07/2017

Maratona Dles Dolomites Enel 2017

Amore e bici, gioia e passione sono stati i temi della “Maratona” di quest’anno, una grande festa per un compleanno molto, molto importante: i 200 anni della bicicletta che ricorrono proprio in questo 2017.

31^ edizione per quella che in tanti considerano la vera regina delle granfondo amatoriali, un evento ciclistico che è diventato anche evento mediatico di stampo internazionale, che richiama persone da più continenti. Come la Nove Colli di Cesenatico, manifestazione romagnola che è parte importante del bilancio economico di una regione, la granfondo dolomitica è un tassello capace di muovere attività di vario genere, che vanno dallo sport al turismo, dall’enogastronomia alla promozione del territorio, evento di riferimento delle Dolomiti (e non solo) di questo periodo dell’anno. Oltre 33000 richieste di partecipazione, 69 nazioni diverse rappresentate, per 9129 ciclisti che hanno preso il via (962 donne). La Maratona Dles Dolomites è anche l’esempio di un intero movimento amatoriale che non può e non deve più essere trascurato, messo in secondo piano, motivo per cui questo e altre granfondo sono oggetto di trasmissioni televisive, racconti, report. Più di 1500 persone coinvolte, volontari che permettono il regolare svolgimento della granfondo, senza contare le forze dell’ordine.

Per il 2018 l’appuntamento è fissato il 1° Luglio con il tema dell’equilibrio.

Ed ecco anche un nostro piccolo racconto, da un nostro inviato che ha affrontato per la prima volta la granfondo dolomitica.

Testo di Simone Centemero:

AMUR
Sono partito con grandissime aspettative alla volta della Maratona dles Dolomites.
Perché sono legato a più mandate con questi luoghi fantastici.
Perché amo il ciclismo.
Perché amo le manifestazioni perfettamente organizzate.
E soprattutto perché ho sognato per anni di prenderne parte, ma ho sempre dovuto accontentami della diretta televisiva. Ora posso tranquillamente affermare che tali aspettative non sono state disattese. AMUR, amore in ladino, è la parola d’ordine dell’edizione di quest’anno; e l’amore in Alta Val Badia, in questo meraviglioso, anche se un po’ freddino, week end di inizio luglio, trapela da tutte le parti. L’entusiasmo, puro e genuino, di essere alla partenza mi fa dimenticare che non sono un
ciclista vero e proprio, trovarmi solo con la mia bicicletta circondato da altri 9000 ciclisti con altrettante 9000 biciclette, di primo acchito mi spiazza un pochino. Certo sono in forma ed allenato, certo di chilometri in bicicletta ne faccio molti ed anche ad un discreto ritmo, ma io, triathleta da lunghe distanze in gare dove la scia non è consentita, sono abituato a pedalare da solo. Il gruppo mi dà una un sensazione strana, sono emozionato. La tensione si stempera anche grazie ai consigli del mio compagno d’avventura, ironman, esperto di granfondo, ma soprattutto amico da una vita, che mi insegna tutti i preziosi “trucchetti” per godermi fino in fondo la giornata. Non credo arriverà mai il giorno in cui finirò di ringraziarlo per avermi offerto l’opportunità di essere qui. Mi abituo in fretta alle nuove sensazione, faccio mie le parole degli organizzatori che invitano alla prudenza ed inizio a pedalare in questo meraviglioso serpentone colorato che sale e scende lungo le strade che portano ai valichi, orgoglioso di farne parte. Il lato agonistico passa in secondo piano, oggi è un giorno di festa e devo gustarmelo dall’inizio alla fine. Durante le ascese faccio pubbliche relazioni, conosco un sacco di gente proveniente da ogni parte d’Italia e del mondo; ritrovo amici di vecchia data e persone che mi riconoscono per il nome scritto sul pettorale, intanto pedalo, ammiro il contesto, faccio fatica e mi diverto; la sensazione è magica.
I ristori sono fornitissimi, alcuni anche di ottime specialità locali; i volontari sono pazienti e garbati. Il pubblico è caloroso ed entusiasta anche se per un giorno non potrà muoversi perché le strade sono riservate al passaggio dei corridori. Strade, boschi, montagne e profumi, per me così familiari e che conosco benissimo, assumono una connotazione nuova e mi sembrano ancora più belli; ogni tanto mi fermo a scattare qualche foto ben consapevole però che gli scatti migliori saranno quelli che mi porterò nel cuore e negli occhi per tutta la vita. Amore è anche questo. Michil Costa, il fantastico patron della manifestazione, dice che ci sono tante analogie tra l’andare in bicicletta e l’amore; io aggiungo che vivere la Maratona dles Dolomites, è un amore di quelli passoniali, che ti travolgono e ti accolgono. Quando taglio il traguardo e trovo lui, Michil, lì a stringere la mano di ogni partecipante, glielo dico e capisco profondamente, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’amore che lui e tutto il suo staff mettono nell’ organizzare questa autentica perla. Dopo la fatica tutti al palazzetto dello sport: la festa non è ancora finita! Saluto la Val Badia con il desiderio di tornare un giorno a pedalare da queste parti con lo stesso entusiasmo, con amore e con… il mio amore.
La Maratona Dles Dolomites è anche questo………………………
tutte le foto sono di Freddy Planinschek

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.