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Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto

di - 31/08/2021

Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto

Sölden, 24 mesi dopo. Dopo che lo scorso anno la pandemia ha messo temporaneamente in pausa la più dura delle granfondo, la mitica Ötztaler Radmarathon torna a suonare la sua carica con l’edizione numero quaranta, quella giubilare. Le previsioni meteo, particolarmente avverse, sono state un deterrente per molti che non si sono recati in terra austriaca. Nella giornata di gara il freddo ha messo a dura prova i partecipanti, che alla fine hanno percorso buona parte del tracciato con la strada asciutta. Al via 2754 atleti, di cui 365 italiani. Il racconto del nostro Riccardo Zacchi.

Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto

Ötztaler Radmarathon 2021, l’edizione più lunga

Quaranta candeline e un’edizione che presenta una grossa novità: il percorso sarà più lungo di 10km e 250m di dislivello, con la partenza anticipata alle 6:30. Ma perché mai, non bastavano quelli abituali? Sarà forse che avendo saltato un anno allora gli organizzatori hanno pensato bene di farcelo recuperare? No, il motivo è piuttosto semplice e dettato dal fato – contrario, purtroppo – che si è accanito su questo evento. Alcuni giorni prima della manifestazione una frana si è riversata sulla prima sezione di ascesa al Kühtai nel tratto tra Mühlau e Ochsengarten. Il C.O. è dovuto ricorrere ad un percorso alternativo per aggirare tale ostacolo.

Quindi, per raggiungere il primo passo di giornata bisogna scavalcare il ripido Haiminger Sattel (“Sattele” per gli amici), una simpatica salita di quasi 10km al 10,5% medio, ma con lunghi tratti oltre il 14%. La strade si ricongiunge alla classica ascesa del Kühtai verso la metà di essa. Per i ciclisti sarà quindi il percorso più duro di sempre!

Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto

Dura si, non solo per i corridori

Ma ciò non vale solo per i concorrenti, perché anche gli organizzatori quest’anno hanno dovuto sudare tanto quanto noi per poterci permettere di “vivere il nostro sogno”. E’ stato stilato un apposito protocollo di prevenzione da parte di una società esterna che ha fornito il know how anche in occasione delle gare di Coppa del Mondo di sci lo scorso autunno. La collaborazione con le autorità tirolesi e altoatesine ha fatto in modo che si potesse dare il via alla prima grande manifestazione sportiva transfrontaliera nel post covid. In parallelo è ha giocato un ruolo fondamentale la totale responsabilità da parte di tutti i partecipanti, poiché “solo coloro che sono in salute hanno potuto mettersi in viaggio verso Sölden“. Il direttore della Ötztaler Radmarathon, Dominic Kuen, ha ammesso alla competizione i soli vaccinati, coloro che sono guariti o hanno effettuato il test nelle ore antecedenti all’evento.

Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto

E poi….. Quell’incognita meteo

Ma le difficoltà non sono finite qua, perché stavolta anche il meteo torna a tormentare la Ötztale. Le previsioni del sabato confermano che sarà una gara all’insegna del freddo e tempo variabile, con possibile acqua durante l’intera giornata ed addirittura neve al transito sui passi; l’invito è ovviamente quello di utilizzare un adeguato vestiario tecnico. La domenica della gara si presenta con un cielo grigio, nuvole basse ed una temperatura molto rigida (circa 4°C ai nastri di partenza) ma fortunatamente la pioggia/neve non si riverserà fino a tardo pomeriggio, investendo però alcuni dei partecipanti “meno veloci” durante la loro sfida col Rombo.

Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto

Anche le strade, a parte qualche tratto da metà discesa del Kühtai fino ad Innsbruck, sono risultate completamente asciutte, agevolando non di poco la marcia dei concorrenti. Quest’anno la competizione è giunta alla sua edizione numero 40, crescendo esponenzialmente dalla prima edizione del 1982 con appena 115 partecipanti. Ricorderemo questa edizione anche per le 15.000 richieste e il numero chiuso, che hanno obbligato al sorteggio. Inoltre, la Ötztaler Radmarathon 2021, così come buona parte delle ultime edizioni, è stata terreno di caccia di corridori ex pro dal passato glorioso. Quest’anno ha vinto un certo Jonny Hoogerland. Ricordate quell’edizione del Tour de France costellata dagli incidenti e dove un atleta finì, speronato da un’auto dell’organizzazione, nel filo spinato? Ecco, proprio lui, che ora è cittadino austriaco. 3° sul podio l’italiano Mattia De Marchi.

Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto
Jonny Hoogerland alla Otztaler 2021

Una festa, un’organizzazione esemplare

I numeri dicono che in 2754 hanno superato Kühtai, Brennero, Giovo, Rombo e sono giunti al traguardo entro il tempo massimo. Sono cifre impressionanti, considerate tutte le avversità, ma che rappresentano alla perfezione la tenacia e la dedizione che contraddistinguono i partecipanti a questa manifestazione.

E’ stata sicuramente un’edizione difficile, ma che l’organizzazione ha voluto con caparbietà, mettendo in campo risorse e protocolli speciali per consentirne il suo regolare svolgimento.

Ötztaler Radmarathon 2021, il nostro racconto

Il livello di difficoltà di questa gara è stato incrementato dalle condizioni metereologiche, che si sono aggiunte alle già rigide caratteristiche. “Io ho un sogno”: quest’anno il celebre motto dell’Ötztaler non è mai stato così reale e veritiero durante la preparazione per una sfida che i ciclisti, amatori ed ex professionisti, affrontano dopo mesi di allenamento, chilometri e fatica nelle gambe, per misurarsi con se stessi ma anche con le Alpi e i suoi temutissimi passi. Un richiamo inestinguibile ed inesauribile.

a cura della redazione tecnica, grazie a Riccardo Zacchi, immagini courtesy Ötztaler Radmarathon.

otztaler-radmarathon.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.