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PUMA DEVIATE NITRO ELITE 2, il TEST

di - 30/04/2023

PUMA DEVIATE NITRO ELITE 2: dopo la Fast-FWD NITRO Elite e la Fast-R NITRO Elite, entrambe molto specifiche per caratteristiche e tipologia d’uso, la Deviate NITRO Elite 2, terzo modello della linea race di PUMA, promette di essere la versione più versatile.

CATEGORIA: RACE
PESO: 218 G (UK 8,5 UOMO)
DROP: 8 MM
STACK HEIGHT: 36/28 MM

Test e foto di Fabio Scipioni

Premessa

Ho ricevuto la Deviate NITRO Elite 2 dopo aver già corso con il modello precedente per circa 400 km. La scarpa, come annunciato dall’azienda, è stata alleggerita di 60 grammi. Si tratta di una calzatura leggera, reattiva ed esteticamente pulita e lineare. Anche il prezzo, visto l’andamento del mercato, la rende più economica di alcuni modelli competitor. Per un prodotto “carbon race” di fascia alta, ovvero con piastra in fibra di carbonio integrata nell’intersuola, 210 € sono sì una cifra piuttosto importante, ma più contenuta rispetto ad alcune “super shoes” del 50% più care.

La scheda tecnica fornita recita:

• peso di 218 grammi, verificato nel numero 8,5 UK in test
• tomaia in mono-mesh con diversi dettagli rifrangenti
• intersuola NITRO Elite con schiuma con azoto iniettato
• intersuola con piastra in carbonio PWRPLATE sia per stabilizzare sia per ottimizzare il trasferimento di energia
• suola con mescola in gomma resistente PUMAGRIP, progettata per ottimizzare la tenuta su tutte le superfici
• drop 8 mm – altezza intersuola 36 mm sotto al tallone e 28 sotto all’avampiede,
• Aletta in TPU sul tallone.

DESIGN & FINITURE

All’esame visivo la scarpa è pulita, minimale e molto leggera. La mono tomaia mi affascina sempre, la rende molto slim. È morbida al tatto, ma allo stesso tempo resistente e decisamente traspirante. Il collarino è stato imbottito internamente con una fascia alta circa 2 cm e pochi millimetri di spessore; questa gira sopra il calcagno partendo da sotto i malleoli per rendere la calzata sia confortevole sia precisa.
L’altezza dell’intersuola fa della Deviate NITRO Elite 2 una “super scarpa” con il preciso intento di renderla al massimo versatile, reattiva e resistente. La grossa novità infatti sta nell’aggiornamento della schiuma dell’intersuola, per ottimizzare l’assorbimento degli impatti senza però precluderne la propulsione. La scarpa non è larga, l’intersuola scende diritta e segue il disegno della tomaia. Sotto al tallone è decisamente e volutamente più ampia, per una maggiore stabilità e controllo della caviglia.
La linguetta è fine e traforata, caratteristica comune ai modelli race. L’allacciatura è tradizionale, con lacci a 7 passanti. Le asole sono state rinforzate con una membrana in gomma, dettaglio impercettibile ma di grande pregio. Stilisticamente molto bello il logo PUMA sulla parte esterna della tomaia che scende fino a coprire qualche centimetro dell’intersuola.

PROVA DELLA SCARPA


Ho percorso a oggi circa 150 km, se vogliamo non tantissimi ma sufficienti per capirne le caratteristiche principali. Il terreno è stato prevalentemente asfalto, ho volutamente scelto qualche chilometro su semplicissimi sterrati dei parchi milanesi, senza alcuna asperità. Ho alternato uscite con andature costanti ad altre più veloci, non tralasciando alcuni esercizi di qualità.

CHIUSURA & ALLOGGIAMENTO


La scarpa risulta aderente, con sufficiente spazio per le dita nella parte anteriore. I lacci si tirano con estrema facilità, quindi aiutano molto ad adattare la tomaia al nostro piede, anche se mi sembrano un po’ troppo lisci, quindi è d’obbligo fare il doppio nodo, proprio per evitare spiacevoli sorprese…
Veramente bella la parte del collarino, imbottita esclusivamente dove necessario. La tomaia aderisce perfettamente al piede, sembra proprio di indossare una calza! Il piede è ben fasciato, anche se meno della versione precedente, che risultava con una calzata molto più impegnativa nei primi giorni di corsa. Il fitting della nuova Deviate NITRO Elite 2 è sicuramente più immediato. Non la consiglio a runner con pianta del piede larga.

COMFORT


Il comfort è la caratteristica peculiare di questa scarpa, sin dal primo utilizzo. Indossata per la prima volta, la sensazione è stata proprio quella di non avere ai piedi un prodotto race con tanto di piastra in carbonio integrata. La morbidezza, già percepibile al tatto, offre un’elevata sensazione di leggerezza negli appoggi. Il drop non si avverte a riposo o camminando, in azione garantisce una facilità nella ricerca dell’avampiede. L’atterraggio è sempre rotondo e graduale, mai violento. Il piede lavora senza subire reazioni strane da parte dell’intersuola. Molto solida e reattiva in fase di spinta nella parte sotto l’alluce. Ultimo, ma non meno importante aspetto, la scarpa in fase di atterraggio (e in generale in movimento), non si sente. Direi quasi che si tratta di una schiuma “fonica”.

TRASPIRABILITÀ


La tomaia è “monopezzo” e non sono presenti cuciture. Il materiale è malleabile ma al tempo stesso molto resistente grazie anche al rinforzo mirato PWRTAPE che garantisce maggiore supporto e resistenza, in punti molto precisi, ottimizzando la chiusura e la calzata fasciante senza compromettere la traspirabilità. Questa soluzione ha permesso di non dover intervenire con doppi strati a vantaggio della traspirabilità e della leggerezza.

STABILITÀ


La struttura in carbonio con piastra multi strato lungo tutta l’intersuola non va a discapito della torsione e dell’elasticità in spinta. La piastra PWRPLATE in fibra di carbonio è stata progettata per stabilizzare l’intersuola, consentendo il massimo trasferimento di energia e lavorare “in armonia” con la schiuma in azoto senza provocare traumi in fase di atterraggio e spinta. Non voglio essere ripetitivo, ma la scarpa offre sensazioni di leggerezza e facilità di utilizzo che a oggi non ho trovato su modelli da strada dello stesso segmento. Il piede lavora molto libero, potendosi avvalere di un appoggio solido e sicuro e, come già detto, è soprattutto la parte sotto il tallone più larga a fornire il perfetto controllo della caviglia in fase di contatto con il terreno.

CAPACITÀ DI AMMORTIZZARE


Ho anticipato nei precedenti punti come la geometria, la tecnologia NITRO Elite in schiuma ad altissime prestazioni che offre una reattività assoluta e la piastra in carbonio siano studiati per offrire un elevato grado di ammortizzazione; tutto ha un senso laddove mostriamo una capacità di corsa sull’avampiede per sfruttare il rebound, ma soprattutto il ritorno di energia. Non voglio dilungarmi su aspetti di corsa efficiente, il prodotto nasce per runner evoluti. Più siamo efficienti nell’azione di corsa, con appoggi veloci, più la sensazione di leggerezza e velocità di azione aumenta.

GRIP


Rispetto alla precedente versione, la mescola in gomma resistente PUMAGRIP ad alte prestazioni è stata migliorata. Il battistrada è di pochi millimetri, la gomma è più resistente, con un disegno mirato a garantire grip anche sul bagnato. Sotto la volta plantare non è stato applicato alcun battistrada, così come sotto al tallone in punti ben mirati. Per quello che mi è stato possibile provare, la scarpa tiene molto bene anche in situazioni di asfalto umido. Non l’ho ancora testata sotto pioggia battente!

CONCLUSIONI FINALI

“La Deviate NITRO Elite 2 è da considerare una “super scarpa” di cui un’ampia fascia di runner può apprezzare le caratteristiche.”

Personalmente ne sono rimasto affascinato. La consiglio a corridori con un peso fino a 70 kg, dai 5 chilometri fino alla maratona. Al di là della performance fine a se stessa, credo che per un amatore, anche di buon livello, alla ricerca di una calzatura con piastra in carbonio che offra comfort e facilità di utilizzo, la Deviate NITRO Elite 2 sia la scelta giusta. In un unico prodotto possiamo ritrovare la scarpa da gara e quella per l’allenamento. Come unica condizione, come per tutti gli altri modelli race con piastra in carbonio, bisogna disporre di una tecnica di corsa impeccabile, perché ricordate sempre che la tecnologia da sola non ci fa correre più forte!

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Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”