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Regolare i manettini cambio della bici road

di - 08/06/2020

manettini del cambio

I manettini del cambio, gli shifters o come vogliamo chiamarli, non solo sono un appoggio. Qui scarichiamo forza, ci danno supporto e sono il punto dove le mani passano la maggior parte del tempo quando siamo in bici. La loro altezza ottimale influisce in modo esponenziale sul nostro comfort. La loro regolazione spesso viene dimenticata.

Da un buon biomeccanico prima di tutto

Bisogna sempre partire dal presupposto che una visita da un biomeccanico qualificato e capace è la prima cosa da fare. Non solo: essere in grado di fornire dei feedabck successivi, confrontarsi con lui ed esprimere le proprie sensazioni, può aiutare lui e, noi di conseguenza, ad adottare una giusta posizione in bici a tuttotondo.

manettini del cambio
Quest’immagine mette in evidenza una buona posizione di polsi e avambracci. Gli shifters sono regolati in modo ottimale, così come la distanza tra punto anatomico della sella e manubrio. Le braccia hanno una flessione che permette equilibrio, prontezza in un eventuale cambio di posizione, facilità nel raggiungere la leva del freno e possibilità di appoggiare i polsi per riposare. La foto è stata scattata in salita in un momento di ricerca del massimo sforzo.

Manettini e comfort

  • I manettini del cambio sono il punto dove scarichiamo il peso del nostro corpo quando ci alziamo in piedi sui pedali.
  • Sono il punto dove facciamo forza per frenare e spesso per dare la giusta direzione alla bici.
  • Li appoggiamo i polsi. Grazie ad una corretta altezza e posizione, scarichiamo le tensioni di avambracci, braccia, collo e schiena.
  • Sono un punto fondamentale per l’equilibrio nostro e del mezzo che guidiamo.
  • Condizionano la maniera di andare in bici, di fare prestazione atletica, nel breve, medio e lungo termine. Se siamo scomodi in bici rallentiamo.
  • La giusta regolazione in altezza dei manettini condiziona la nostra comodità una volta in sella e la giusta distribuzione dei pesi.

Una regolazione spesso dimenticata

Non di rado ci focalizziamo sulla lunghezza dello stem, larghezza del manubrio, arretramento e altezza della sella, dimenticando la distanza che esiste tra il punto anatomico della sella e la zona di appoggio dei manettini. Ovvero, ci dimentichiamo di valutare la lunghezza delle nostre braccia e della loro flessione, fondamentale ai fini della comodità. Non solo: un manettino troppo alto, oppure troppo scaricato verso il basso, accentua la pressione sui polsi. Questo significa:

  • scomodità generalizzata,
  • difficoltà nel raggiungere la leva del freno,
  • minore forza quando si tira la leva del freno,
  • maggiore tensione muscolare su braccia, spalle, collo e schiena,
  • difficoltà di sfruttare a pieno la piega del manubrio anche nella parte bassa,
  • avanzamento del corpo estremizzato in caso di fuori sella, oppure schiena, eccessivamente dritta e dolori alla zona lombare.

posizione dei manettini del cambio

Alcuni consigli

Al di la delle preferenze personali e soggettive, la regolazione dovrebbe partire dal giusto posizionamento della curva manubrio. La parte bassa dovrebbe essere in linea con la tubazione orizzontale, oppure centrata e in bolla, in senso orizzontale.

Da qui si possono posizionare i manettini del cambio della nostra bici da corsa, con l’appoggio (quello che molti definiscono il gommone), posizionato in linea con la parte superiore del nostro manubrio. Ovvero, dove il manubrio inizia a curvare, si va a creare una sorta di binomio continuativo tra manubrio e shifters. Questa soluzione inoltre, permette anche di sfruttare in pieno appoggio per mano e polso. Dobbiamo tenere in considerazione che:

  • la parte inferiore leva del freno deve essere sempre raggiungibile da ogni parte della piega manubrio, in modo da agire con forza quando si frena
  • in particolare, il nostro dito indice deve essere nelle condizioni di agire sulla leva del freno, sempre
  • mano e polso non devono scivolare, ne verso il retro, ne in avanti
  • l’avambraccio deve avere sempre un grado di flessione ottimale, mai troppo teso, non eccessivamente piegato e arretrato.

a cura della redazione tecnica, foto Lapierre e redazione tecnica.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.