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Ridley Helium SLX, l’abbiamo provata al BST di Bologna

di - 30/10/2017

Ridley Helium, nelle sue differenti versioni, quelle che si sono succedute nel corso delle stagioni, è da sempre un mezzo dedicato alle competizioni che prevedono una buona dose di dislivello positivo, tracciati duri ed esigenti, per atleti e biciclette. Ridley Helium e il modello Damocles prima, hanno sempre messo in campo soluzioni tecniche che in un certo senso hanno anticipato e confermato alcune tendenze, soluzioni tecniche e di design, che sono diventate delle features del mercato della bicicletta. Ricordiamo il seat-post integrato, il design delle tubazioni capace di alternare nervature a rotondità, con ridotto impatto frontale, in periodi in cui gli studi aerodinamici non erano cosa da tutti, “riservati” alle sole bici aero concept (ad esempio la Noah). Non vogliamo dimenticare i foderi posteriori sfinati e uno sviluppo geometrico che già alcuni stagioni a dietro prevedeva un certo allungamento dell’orizzontale, soluzione che oggi adottano molti brand.

Questa che vedete nelle immagini è la Ridley Helium SLX, l’ultima nata della serie Helium, bici tanto usata dagli atleti del Team Lotto-Soudal Pro Cycling, non solo per le frazioni alpine dei grandi giri.

Frame e Forcella sono full carbon, prodotti con tecnologia monoscocca con un blend di fibre 60T-40T-30T HM UD Carbon. Lo shape dei tubi, non è solo uno sviluppo dedicato al design ma una serie di soluzioni che tengono conto delle geometrie e delle esigenze di ogni taglia. Facciamo un esempio pratico e facile da capire, con valori che potete mettere a confronto con altri marchi e bici: noi abbiamo provato una taglia media, che in numeri corrisponde ad una 57 compatta (le nostre caratteristiche fisiche e di posizionamento in sella ci permetterebbero di sfruttare a pieno anche una small), M che ha una tubazione dello sterzo alta 172 mm, un’orizzontale lungo 565 mm e un passo totale di 986 mm (valore ridotto se consideriamo la media del mercato), con reach e stack, rispettivamente di 390 e 573 mm (dichiarati).

La bici che potete osservare nelle foto ha un equipaggiamento particolare, che prevede la trasmissione Sram e-Tap, cockpit 4za, così come le ruote full carbon clincher con mozzi DT Swiss, oltre alla selle sempre firmata 4za, per un valore alla bilancia di circa 6,5 kg.

Non solo numeri: questa bici permette di sfruttare i suoi valori e lasciando ampio spazio alla personalizzazione in fatto di misure e biomeccanica, che proprio per questi motivi, pur essendo una bici race, non obbliga a particolari sacrifici in fatto di messa in sella.

Sperando di poterla avere ancora per un periodo e completare la nostra prova, ecco a voi le prime impressioni.

Si parte risalendo la strada che porta da Zola Predosa verso l’interno dell’Appennino, lingua di asfalto che non scende mai e che fà rimanere la sua pendenza intorno al 2/3%, con punte al 4%, una sorta di strumento che invoglia a spingere sui pedali con tanto fuori sella, in piedi sui pedali. Qui si ha un’idea maggiormente precisa di quanto la bici risponda alle sollecitazioni con rapporto e senza cambiare ritmo in maniera troppo violenta. La Helium SLX di Ridley spinge e aiuta a spingere in modo costante, si sfrutta bene l’anteriore che è solido ma non eccessivo nella rigidità, con un retrotreno che segue bene la pedalata, senza perdere di confidenza. Da seduti (pedalata costante al passo), è il comfort che gioca in ruolo fondamentale: la bici non è una poltrona ma neppure troppo briosa e nervosa, un giusto equilibrio che permette anche di affrontare tratti di asfalto sconnesso senza perdere di traiettoria, senza perdita di energia e senza lasciare sulla strada la facilità di guida, a tutto vantaggio di un risparmio di energie sul medio/lungo termine.

Ma è in salita e in discesa che questa bicicletta può fare la difefrenza e regalare soddisfazioni. In salita, non solo grazie al peso contenuto, spinge parecchio e quando si cambia ritmo, il pestare sui pedali diventa energia positiva che passa dalle gambe alla strada. Ridley Helium SLX è una di quelle bici che ti danno l’impressione di non scomporsi mai, anche quando le pedalata con il rapportone (in salita) obbliga “quasi” far diventare il gesto grezzo, brutto a vedersi, grossolano ma potente. In discesa è dotata di una stabilità ottimale, non vibra nella maniera più assoluta e neppure a velocità elevate, oltre a non essere dura negli inserimenti in curva. E’ agile e segue bene la traiettoria impostata, cambiando direzione, per esempio nei tornanti e “cavatappi” senza grosse problematiche. Helium SLX offre un buon feeling e immediato, importante diventa scegliere la giusta taglia anche in base all’utilizzo futuro.

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.