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Rose Backroad, la bici senza limiti

di - 18/07/2017

Rose Backroad, una bici per andare e pedalare ovunque, senza limiti e con una versatilità degna di nota. Una certa capacità di interfacciarsi in differenti situazioni, andando incontro alle richieste di un’ampia schiera di utenti, sembra essere uno dei litemotiv delle ultime generazioni di bici, mezzi tanto tecnici, quanto performanti, che non fanno passare in secondo piano il comfort di viaggio e che vedono una crescita esponenziale delle categorie gravel ed endurance.

Rose Backroad, in questa direzione, può essere considerata già un’evoluzione, mezzo che sotto il profilo visivo mantiene il dna Rose Bikes e che adotta le ultime soluzioni in fatto di sviluppo.

Ecco le caratteristiche tecniche principali:

Il telaio è un monoblocco in carbonio, strutturato e costruito grazie alle fibre in alto modulo aerospaziali T30/T40, blend che garantisce rigidità e reattività del mezzo, un valore contenuto alla bilancia (1040 grammi nella taglia media, peso contenuto in considerazione della categoria di prodotti di cui fa parte Backroad) ma anche una notevole resistenza e robustezza. Questa bici nasce per i freni a disco, con supporto pinze flat mount, oltre ai perni passanti anteriore e posteriore. Non solo: forcella e foderi posteriori sono stati opportunamente disegnati per il montaggio di pneumatici fino a 42 mm di sezione.

Rose Backroad è disponibile in cinque misure differenti, 51-54-57-59-62, ad oggi con il solo allestimento Sram Force22, ad un prezzo di 2613,26 euro.

Ulteriori info sono disponibili al sito ufficiale di Rose Bikes Italia,

www.rosebikes.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.