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Rudy Project Spectrum e Cutline il nostro test

di - 28/10/2020

Spectrum Cutline, rispettivamente il casco e gli occhiali di Rudy Project indossati dagli atleti del Team Bahrain-Mclaren. Peso ridotto, comfort e una qualità costruttiva di altissimo livello, queste alcune delle caratteristiche principali.

Casco ed occhiali Rudy Project si abbinao al meglio anche ai visi più piccoli, senza mai dare l’impressione di avere una larghezza eccessiva.

L’occhiale un oggetto che ci condiziona

Anche la categoria dei caschi e degli occhiali è oggetto di una profonda evoluzione. Si studiano e applicano forme per migliorare costantemente la penetrazione dello spazio. Si utilizzano materiali che permettono di avere prodotti molto leggeri e che non sacrificano la sicurezza. Al centro c’è sempre l’atleta, con le sue soggettività, preferenze ed emozioni. Il comfort e il piacere di aver indosso un equipaggiamento, dettagli che sono parte integrante del risultato finale.

Il casco ha una sorta di profilo tronco posteriore, molto moderno in fatto di design e anche comodo, soluzione che permette di alleggerire e di implementare la sicurezza, senza spigoli e punte. Inoltre il rotore e tutta la zona di appoggio non prevede spessori ed imbottiture: il sudore non si accumula, il calore si disperde facilmente.

Rudy Project un brand sempre attuale

Rudy Project è una di quelle aziende sulla cresta dell’onda, da sempre, capace di mettere sul mercato equipaggiamenti sempre interessanti, ben costruiti e rifiniti, al passo con i tempi e con una spiccata versatilità in termini di utilizzo. E’ un esempio il casco Spectrum, che fa collimare alla perfezione un design arrotondato con forme decise, il tutto per un pacchetto aggressivo e racing. Una costruzione, non banale, abbina tre calotte In-Mold EPS.

casco rudy project spectrum
La sacca del casco, Lo Spectrum e la dotazione della doppia imbottitura, quella classica e risicata, oppure quella con la retina frontale.

Poche imbottiture e ben posizionate

Il casco è compatto, leggero e dotato di 15 aperture strategiche, con uno sviluppo interno che permette di far girare l’aria in modo continuo. I canali interni e questa sorta di rastremature, fanno si che anche l’impiego delle imbottiture sia limitato: lo Spectrum è un casco che non da mai la sensazione di essere bollente, anche nella sezione a contatto con la fronte. L’imbottitura interna è personalizzabile, classica oppure con la retina protettiva. Il sistema di ritenzione è affidato alle classiche fibbie (regolabili e bloccabili da un divisore) con buckle finale, oltre al rotore posteriore. In questo punto, facilmente regolabile in altezza, anche quando si è in movimento, ci sono due appoggi che non prevedono tessuti e imbottiture in aggiunta, per evitare accumuli di sudore. Il peso dichiarato è di 230 grammi (noi abbiamo rilevato 224 grammi) nella taglia M. Il casco Spectrum in test ha un prezzo di 179 euro.

Non è una foto sbagliata, ma un’immagine voluta e ricercata, in un contesto ambientale dove la luce non è uniforme. Qui si può beneficiare della lente, davvero di altissima qualità, per nitidezza e capacità di adattamento.Nel nostro caso la colorazione esterna è nera e non specchiata.

Gli occhiali Rudy Project Cutline

Gli occhiali Cutline con lente ImpactX Photocromic impressionano per leggerezza e per l’efficienza della lente. Quasi impercettibili una volta indossati (36 grammi dichiarati), comunque personalizzabili nella zona del nasello e dei terminali, hanno una lente che è un esempio di adattabilità alla luce esterna. Cambia colore e non ci si accorge di nulla, il tutto a favore di un comfort eccellente dell’occhio, anche nel lunghissimo termine, ovvero dopo tante ore consecutive di utilizzo. Inoltre la lente è intercambiabile. L’occhiale che vedete nelle immagini, con lente photocramtica, ha un costo di 229 euro.

Le nostre impressioni

Parliamo prima di tutto di un’azienda storica del panorama ciclisti e dell’ottica sportiva, un brand che è sempre “sul pezzo”. Il casco Spectrum ha alcune peculiarità tangibili e visibili, che vanno oltre la sua particolare costruzione.

Spectrum design e forme compatti

Il design prima di tutto, compatto, contenuto e arrotondato, al tempo stesso capace di completare un’immagine. Il suo comfort è percepibile da subito, anche grazie ad un sistema di ritenzione perimetrale che non crea pressioni, ben equilibrato. Quest’ultimo punto è un vantaggio notevole e non scontato, perché permette di regolare la chiusura del casco, tramite il rotore, senza influire in modo negativo sulla stabilità dello stesso una volta indossato.

Un casco ben strutturato, eppure c’é sempre spazio per indossare gli occhiali, senza fastidi

Ha una calzata con una profondità media, che non scende in modo eccessivo sulle orecchie, lasciando quella libertà necessaria per indossare gli occhiali, senza fastidi. Inoltre è molto ventilato. Noi abbiamo preferito usarlo con l’imbottitura senza retina frontale.

Occhiali che non li senti addosso

Passando all’occhiale, il Cutline è una sorta di evoluzione del modello Defender, ora più moderno e avvolgente, oltre che leggero. La lente, che cambia colore in base all’intensità della luce, è qualcosa che non ti aspetti e che non percepisci nell’immediato. L’occhio è sempre pronto e in totale comfort, sia in zone d’ombra che in punti dove la luce è intensa. “Tanta roba”, lasciatecelo scrivere. Mica poco nell’economia di un actionsport come è oggi la bicicletta in tutte le sue forme, che sia road oppure off road.

Per sfruttare Cutline al pieno delle sue potenzialità è necessario adattarlo alle forme del proprio viso, agendo su nasello e terminali, che si piegano e sono personalizzabili. Cutline non si sente, non da fastidio al naso, alle ossa degli zigomi e nelle zone sfenoidi e temporali, inoltre la lente è intercambiabile.

a cura della redazione tecnica, foto Matteo Malaspina e redazione tecnica

rudyproject.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.