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Ruote Campagnolo Bora Ultra 50 AC3, frenare non è mai stato così bello

di - 31/10/2017

Campagnolo Bora Ultra 50 AC3, ovvero l’ultima evoluzione di una delle ruote ad alto profilo di maggiore successo del mercato, uno dei primissimi prodotti di questo segmento utilizzato dai corridori anche nel corso dei tapponi alpini e di corse con tanti km di dislivello positivo.

Si parla tanto di sistemi a disco, freni idraulici, sicurezza e carbonio ed ecco che l’azienda vicentina pizza l’ennesimo colpo con un’ulteriore evoluzione della Bora Ultra 50, pacchetto ruote che per il 2018 avrà il suffisso AC3. Nuovo canale dedicato al copertoncino, con larghezza da 17 mm, più leggera (1437 grammi la coppia rilevati, 1435 dichiarati), maggiormente aerodinamica (il cerchio full carbon è più “panciuto” rispetto al passato), rigida e al tempo stesso confortevole grazie, con i mozzi dal diametro differenziato tra anteriore e posteriore, senza sacrificare la scorrevolezza e i cuscinetti Cult.

Bora Ultra AC3 è un concentrato di nuove soluzioni che fanno della Campagnolo Bora 2018 una ruota simile al passato, in realtà molto differente in fatto di performances. Oltre a quelle descritte in precedenza, la principale innovazione è quella che si nota sul cerchio, sulla pista frenante, combinando le tecnologie 3Diamant e AC3, che include anche i pattini freno. Questo tipo di approccio ha portato alla realizzazione del nuovo trattamento superficiale, eliminando le imperfezioni presenti sulla pista frenante generate da depositi di resina, consentendo ai pattini di agire direttamente su uno speciale tessuto in fibra di carbonio. Questa porzione inoltre presenta una sorta di intagli curvati, che hanno l’obiettivo di limitare l’ascesa della temperatura in frenata, di far aderire meglio il pattino e di avere un’azione efficace in caso di asciutto e di bagnato.

La raggiatura è di natura radiale per la ruota anteriore (18 in acciaio inox) e G3 per la posteriore ( 21 raggi in totale, sempre in acciaio inox), con nipples esterni. Rivisto il design, rispetto alla versione più anziana, dell’anello di fermo per la valvola.

Ogni ruota è dotata di un talloncino con QR, che permette di verificare una serie di informazioni con lettura anche tramite smartphone.

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Partiamo dal presupposto che, chi vi scrive ha sempre recepito con un certo scetticismo le ruote full carbon per copertoncino, preferendo a questa soluzione, la versione tubolare, a prescindere dal profilo, brand e segmentazione del prodotto. Non abbiamo mai nascosto che la crescita delle ruote full carbon clincher avrebbe avuto un seguito, forte però di nuove soluzioni tecnologiche, applicazioni meccaniche e per via di una costante richiesta da parte del mercato amatoriale. Campagnolo Bora Ultra 50 AC3 sono un esempio lampante di questo, equipaggiamento che porta in dote un nome forte e riconosciuto, autorevole ma anche nuove applicazioni, sviluppate per conferire sicurezza, senza sacrificare la resa sul campo.

Diventa quasi superfluo mettere in luce le caratteristiche tecniche di un prodotto di enorme valore su ogni terreno e situazioni, che sia pianura, discesa, tratti pianeggianti ma anche in salita. In salita: certo, rispetto alla media che è capace di offrire oggi il mercato delle full carbon, Bora non è un peso piuma (anche se abbondantemente al di sotto dei 1500 grammi) ma quello che paga al valore della bilancia, lo trasmette in positivo quando c’è da rispondere a sollecitazioni e reattività. Reattiva e lineare, fluida e scorrevole, mai secca e ampiamente gestibile alle alte velocità, facile da guidare quando i continui cambi di direzione obbligano ad avere braccio e far crescere il livello di attenzione. Certo, lo pneumatico e la sua qualità, ricoprono un ruolo di primaria importanza ma è anche necessario dire che, il design del cerchio di Campagnolo Bora Ultra 50 AC3 2018, pur essendo abbondante, non è mastodontico, lasciando la possibilità di sfruttare a pieno anche pneumatici da 23c.

L’abbiamo provata anche con gomme da 28c, per curiosità e sfizio tecnico. Aumenta il comfort ovviamente, ottimale la scorrevolezza anche su tratti di pavé e asfalto sconnesso, non diminuisce la scorrevolezza ma diventa più lenta nei rilanci ( diventa necessario saper gonfiare alla giusta pressione lo pneumatico. Una gomma da 23 non potrà avere le stesse bar di una 28.). Un esempio di efficacia in fase di frenata, lunga e tranquilla ma anche perentoria e anche in caso di pista frenante bagnata: anche in quest’ultimo caso, tutto il pacchetto non ha messo in mostra saltellamento e frenata a scatti.

IN CONCLUSIONE

L’ultima versione della Bora è una ruota che conferma la sua efficacia su ogni terreno, performante ma anche gestibile da un’ampia schiera di utilizzatori, non solo da agonisti e professionisti. Migliore rispetto al passato, grazie al canale centrale più largo e che permette di sfruttare meglio gli pneumatici. E’ una delle ruote a profilo alto più agili (per lo meno di quelle che abbiamo provato) e trasmette buone sensazioni anche quando le salite diventano lunghe (in quest’ultimo caso è anche necessario essere capaci di tenere un’andatura non eccessivamente lenta).

4actionsport.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.