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Ruote road: il test delle Progress Air Disc

di - 12/02/2021

Abbiamo provato le Air Disc firmate da Progress Cycles, un marchio particolarmente conosciuto nel segmento mtb da competizione e anche nel triathlon. Le ruote road dell’azienda spagnola riscuotono consensi anche tra gli stradisti. Concept moderno e un impatto estetico gratificante a prescindere dalla categoria di prodotto, aspetti che collimano con un’eccellente rapporto tra la qualità e il prezzo.

lapierre xelius sl disc 9.0 con progress air disc
In questo caso le Progress Air Disc equipaggiano la Lapierre Xelius SL Disc 9.0. Il nostro test si è sviluppato: da prima con le coperture Pirelli (tubeless) con sezione da 28 mm, poi con le nuove GoodYear (sempre tubeless), ma con sezione da 25 mm.

Come sono fatte le ruote Progress Air Disc

Il cerchio è full carbon multistrato con Graphene (tubeless ready). Il tessuto di carbonio è differenziato, UD per la maggior parte della superficie e prevede degli inserti di rinforzo 3K vicino ai fori dove sono posizionati i nipples. I numeri ci dicono di ruote con profilo da 38 mm di altezza (U shape design), con un canale interno da 21 millimetri. La larghezza totale (esterno/esterno) è di 28 mm, con design che prende il nome di Air+Plus High Speed Technology. Questa sorta di protocollo si basa su uno studio condotto nel wind tunnel (per quanto concerne l’efficacia del design del cerchio) e che permette di risparmiare oltre 12 watt ad una velocità di 45 kmh, con direzione del vento variabile.

Ruote road: il test delle Progress Air Disc
La ruota posteriore, dove si vede il corpetto per i pignoni (in questo caso è Shimano) e il cerchio con il flap per il tubeless.

I raggi e la raggiatura

I raggi sono di casa Sapim con il modello CX Aero e il montaggio prevede i nipples esterni al cerchio. In totale sono 24 per entrambe le ruote, con un incrocio in terza e tensionatura fatta a mano (così come il montaggio). Tecnicamente è davvero interessante, in un’epoca dove la maggior parte delle ruote hanno la raggiatura radiale e/o con incrocio in seconda, oppure queste due combinate tra loro. I raggi (a testa dritta), così montati sono sinonimo di:

  • trazione costante anche della ruota anteriore,
  • grande stabilità (e in curva alle velocità elevate, si sente ed è davvero apprezzabile),
  • sicurezza e affidabilità, anche nel caso in cui si dovesse danneggiare un raggio. In un caso del genere, le ruote, pur perdendo la sua centratura ottimale, può proseguire la marcia senza eccessive difficoltà,
  • i raggi standard presenti nel mercato e facili da gestire in caso di manutenzione e sostituzione.

I mozzi

I mozzi delle Air Disc sono completamente in alluminio, con piccole flange rialzate che ingaggiano la testa del raggio. La zona che supporta il disco è CenterLock. Internamente la ruota libera ha 24 punti di ingaggio e tre cricchetti. Le sfere dei cuscinetti sigillati sono ceramiche. Le dimensioni dei mozzi (lunghezza, larghezza e diametro per il perno passante) delle ruote in test, sono standard: 100×12 mm (ant.) e 142×12 millimetri (post.).

 

Il prezzo e il peso

Le Progress Air Disc in test hanno un prezzo di listino di 1490 euro e un valore alla bilancia rilevato di 1505 grammi. (Giusto evidenziare che abbiamo pesato la coppia di ruote con il flap tubeless e le valvole già montati. Presumibilmente la stessa coppia, senza questi componenti ha un peso che si aggira intorno ai 1400 g.)

La nostra prova

Queste ruote road disc sono la dimostrazione che si può usare e sfruttare un pacchetto eccellente senza spendere una follia. Poi, la modalità di utilizzo e la gratificazione personale (che non deve essere dimenticata) fanno il resto. Vi scriviamo subito, che in ottica racing, a nostro parere, meglio il binomio con pneumatici (noi abbiamo usato la configurazione tubeless) da 25 mm di sezione. L’anteriore e la posteriore non sono ruote complicate da guidare, non mostrano nervosismi controproducenti e sono “quasi” immuni al vento laterale.

Progress Air Disc
Un’immagine che cerca di mostrare il perfetto allineamento tra lo pneumatico tubeless da 25 mm ed il cerchio. Il bordo ed il lato in carbonio non spanciano oltre la copertura.
Ruote toste e comunque confortevoli

Le Air Disc non sono ruote morbide, ma si dimostrano parecchio confortevoli, a prescindere dagli pneumatici e dalla loro pressione di esercizio. Ruota tosta e al tempo stesso confortevole? Gran parte del merito va alla raggiatura, che permette alle ruote di essere sempre incollate a terra e di smorzare buona parte delle vibrazioni. Questi aspetti portano dei vantaggi alla fluidità della guida, alla comodità e alla possibilità di sfruttare ruote “progressive” ed equilibrate.

Spingono sempre

Nonostante il suo profilo medio, le Air Disc invitano a spingere e mantengono bene la velocità (a tratti sembra di guidare delle ruote con un profilo di almeno 50 mm). La posteriore non è mai esagerata in fatto di reattività, mentre la ruota anteriore offre un supporto ottimale quando si esce di sella e ci si sposta con il peso del corpo sull’avantreno. In discesa aiutano a tirare la coda in cornering, con dei notevoli vantaggi in fatto di stabilità, per chi vuole chiudere le traiettorie.

La ruota libera del mozzo posteriore ha un ingaggio sempre pronto, fattore utile nelle fasi di rilancio della pedalata.

Progress Air Disc

Le Ruote Progress Air Disc, in conclusione

Le Air Disc non sono ruote estremizzate, pur sbilanciandosi verso la categoria racing e verso quell’utenza che ama “sentire correre la bici”. Queste Progress sono ampiamente personalizzabili, perché si adattano bene a coperture grosse e a quelle più magre (28 e 25 millimetri, per essere più precisi). Hanno un rapporto tra la qualità del prodotto, il design e la resa tecnica che mostrano ed il prezzo, molto interessante.

a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

progresscycles.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.