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Selle Repente quando la cover si può cambiare

di - 21/02/2020

Selle Repente è l’azienda che propone delle selle uniche nel suo genere, prodotti di qualità che permettono di cambiare e variare la cover senza per forza dover cambiare tutta la sella.

Il core concept di Repente

In un mercato che cerca di proporre sempre qualcosa di nuovo e di diverso, una sella con la cover che si rimuove non può passare inosservata. Si chiama Repente e il modello (quello che vedete nella maggior parte delle immagini) è la Spyd 2.0. Proprio la possibilità di smontare la copertura è il core concept del brand, oltre ad una qualità dei prodotti finiti, davvero di alto livello.

Sistema RLS

Si chiama RLS, acronimo di Repente Locking System, un sistema di bloccaggio brevettato che permette di cambiare la cover, variando la seduta ma lasciando inalterata la posizione in sella ( e quella seat-post). Il telaio in fibra di carbonio T700 a fibra lunga, per una maggiore resistenza e longevità, è separato rispetto allo scafo (e alla cover), a cui si unisce grazie a due clip del retro e una frontale (sembrano dei bottoni con un seger). Il risultato è un prodotto ben rifinito e curato fin nel minimo dettaglio, oltre che ampiamente personalizzabile. Inoltre in caso di caduta e conseguente danno alla cover, questa può essere sostituita senza dover cambiare i tubolari di carbonio. Non pensate ad una sella che si muove e ha gioco su stessa, tutt’altro. Una volta posizionato lo scafo sui tubolari in carbonio, la base della copertura è assolutamente ancorata, senza gioco e senza alcun movimento.

Selle Repente sponsorizza il team spagnolo Caja Rural. Questa è una foto scattata nel 2019, in occasione del Mont Ventoux Cahllenge, in Francia. Il modello in prima piano è Aleena.

a cura della redazione tecnica, foto redazione tecnica.

sellerepente.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.