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Selle San Marco new Aspide Short open-fit CFX

di - 28/02/2021

La nuova Aspide Short di Selle San Marco non sembra una sella corta e offre un equilibrio di seduta poco comune alle selle tradizionali. La frase di apertura di questo approfondimento è anche una sorta di riassunto, ovvero del messaggio che arriva al ciclista anche dopo poche ore di utilizzo. Noi abbiamo provato la versione Open-Fit narrow CFX.

Selle San Marco new Aspide Short open-fit CFX

Selle San Marco new Aspide, una sella corta

Questa sella è tutta nuova, a partire dallo shape, fino ad arrivare ai materiali e di come questi sono stati utilizzati per confezionare la Aspide Short. Dal punto di vista del design, la Selle San Marco Aspide Short in questione è più corta di ben 28 mm se paragonata alla versione tradizionale. E’ lunga 250 millimetri ed è disponibile in due configurazioni: narrow (quella in test) che è larga 139 mm e fa parte del protocollo idmatch S3 e la wide (idmatch L3) che ha una larghezza di 155 mm.

Selle San Marco new Aspide Short open-fit CFX
Il punto BRP, dove la sella ha una larghezza di 7 cm.

Questa è la versione con telaio in carbonio

La Carbon FX (l’acronimo completo CFX identifica la dicitura Carbon FX), adotta una scocca a vista, in carbonio rinforzato e alla base dell’imbottitura Tecnicamente è novità per Selle San Marco e integra il BRP (Biomechanical Reference Point, ovvero dove la sella è larga 7 cm.) di idmatch. E poi c’é l’Open-Fit, ovvero, un ampio canale di scarico che si sviluppa per la lunghezza della sella, dal fronte verso il retro. È molto interessante la costruzione del telaio, in questo caso in carbonio con incrocio a forma di X nella sezione anteriore. Questa soluzione permette di azzerare le torsioni, per una sella che nel complesso è davvero rigida e molto stabile, ma anche leggerissima (148 grammi rilevati).

La consistenza dell’imbottitura è un bel vantaggio

Passando all’imbottitura, questa è in Biofoam a cellule chiuse, dal peso ridotto e resistente all’usura. L’imbottitura segue i movimenti del ciclista e genera un supporto ottimale. La cover superiore è in Microfeel, bio-compatibile e con ottime proprietà elastiche. In considerazione della categoria, della quale fa parte (e siamo al top), il rapporto tra la qualità e il prezzo è eccellente, con i suoi 199 euro di listino.

Le nostre impressioni

Abbiamo sotto gli occhi la cura dei dettagli e le rifiniture, che sono un valore aggiunto ad un prodotto di altissimo livello, in termini di performance e di qualità. Vogliamo partire dal suo posizionamento sul seat-post: la sua forma gli permette di essere gratificante una volta montata sulla bicicletta e non dà mai la sensazione di essere totalmente scarrellata verso il retrotreno. Proprio il suo design collima con un telaio lungo e ampiamente sfruttabile, ma che necessita dei morsetti specifici per il carbonio. Le sue misure sono 9,8×7 mm.

Ma la vera sorpresa è la seduta

In fase di seduta la Aspide Short Open-Fit narrow è una sorpresa e nonostante il suo canale ampio, a nostro parere va ad accontentare anche quell’utenza che tende a prediligere le selle chiuse. L’imbottitura alta, permette di staccare completamente il pavimento pelvico dalla scocca e la sua consistenza non provoca cedimenti verso il basso. In questo senso si ha la doppia funzione di scarico e di supporto, oltre che una ventilazione costante (che non guasta mai). Inoltre, se osserviamo la sella in senso orizzontale, notiamo una sorta di spolier appena accentuato della “parte più larga” e il naso che tende verso il basso, due fattori che spiegano da soli la possibilità di sfruttare la sella lungo tutta la sua superficie, in salita e a mani basse sul manubrio.

A cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

sellesanmarco.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.