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Shimano Dura Ace 9100, behind the scenes

di - 03/03/2017

Nessuna nota tecnica, nessun dato o numero, nessuna presentazione di prodotto nuovo e test,

Solo un racconto, di quello che nella maggior parte dei casi non viene detto.

E’ lavoro, certo, un lavoro che vorrebbero fare in tanti, qualcosa che unisce passione, divertimento, il gioco del bambino che diventa grande, qualcosa che non ti pesa anche se ti tiene impegnato ben oltre le 10 ore al giorno e in molti casi toglie il tempo alla tua famiglia! Non c’é Sabato e non esiste Domenica, specialmente per chi, come noi, ha ancora voglia di vivere le granfondo in mezzo al gruppo.

Però è la bici e per lei sei disposto a tutto! Ti diverte, fa parte della tua vita e tua moglie ti appoggia in tutto e per tutto (cosa rara ma reale). Non torneresti mai indietro alla vita precedente. Ti fai bello di fronte agli amici, ti gonfi il petto e trasmetti adrenalina. Ti piace raccontare e farti portavoce di marchi (clienti) e ti accorgi che dietro le grandi aziende ci suono persone come te. Tanti di questi uomini oggi sono diventati amici, ci si telefona anche al di fuori dell’attività legata al lavoro.

Arriva la chiamata di Shimano per la presentazione ufficiale e mondiale del pacchetto Dura Ace, che “figata astrale” pensi, perché qui, oltre alla parte lavorativa c’é anche l’aspetto del valore, di una sorta di “onore” ad essere invitati da Shimano; come una medaglia d’onore.

Oltretutto si va in Spagna e si picchia secco con qualche uscita che ti allena per bene (seeeeeeeee, giammai).

Calpe, costa meridionale spagnola: nelle giornate terse e di luce, se guardi al di la del mare vedi le coste algerine. Il paradiso per l’80% delle squadre pro che in inverno affrontano anche più di 3 settimane di ritiro! Tra Dicembre e Gennaio, a parte qualche giornata sporadica, temperature tra i 15° e 20°, alberghi belli e attrezzati, poco casino generalizzato, poco traffico, strade nell’entroterra che offrono tanti spunti diversi per qualsiasi allenamento si voglia fare. 

Ma chi è che va a pensare che sarebbe stato meglio portare lo snowboard?

Chi avrebbe mai pensato di vedere i pro in ritiro che fanno (erano costretti) i rulli durante un ritiro in Spagna?

E noi giornalisti, membri della stampa dedicata al ciclismo? A menare sotto acqua, neve e ghiaccio.

Bellissimo e non si scrive in battuta, per essere sarcastici, oppure per malizia! E’ stato bello ed emozionante, perché ancora una volta ti rendi conto di quanto é difficile fare il corridore e immedesimarti in questi atleti, quando loro sono imbaccuccati in gara, sbuffano sotto sforzo per buttare fuori aria gelata e tu sul divano ad oziare.

Questo è un piccolo racconto di una piccola parte del mestiere, che non è quello di fare il ciclista (siamo pure troppo vecchi per pensarlo, oltre, probabilmente a non avere avuto le doti per fare il pro) ma di documentare e trasmettere informazioni agli utenti finali. E ci piace farlo sempre e comunque, perché noi siamo tra quelli fortunati!

Buono o scarso, bello o brutto, bravo o mediocre, bici la devi vivere, la devi pedalare e vivere, “il culo” sul sellino lo devi mettere, devi sudare e fare fatica, devi capire ( quantomeno provare a farlo) come funziona quel cambio e perché è così, quel misuratore di potenza, quel gps, devi adeguarti e adeguare a te stesso quello che ti circonda. 

Oggi il ciclismo è un settore ultra-moderno e tecnologico, ti ci devi applicare: anche e non solo per questo, non capiremo mai chi parla di bici e non pedala, o peggio, non ha mai pedalato.

Neve, freddo, pioggia? Eppure dai sfogo alla tua passione, sei costantemente nel paese dei balocchi e ti piace trasmettere agli altri le informazioni che prima hanno dato a te.

Il ciclismo, un modo che offre tanti spunti e dove ogni minuto passato è diverso da quello che stà per arrivare.

Ciao e buone pedalate.

Tutte le immagini sono di: Wouters Roosenboom e Irmo Keizer